Fratelli Bianchi e Willy, le due madri contro e l’incontro in aula: Lucia Monteiro Duarte e Simonetta Di Tullio

di Ilaria Sacchettoni

Dice Lucia: «È stata resa giustizia a Willy», dice invece Simonetta: «Condannati a furor di popolo». Le due donne separate da mondi diversi si sono incontrate nell’aula del tribunale di Frosinone e sono destinate a barricate opposte anche in futuro

Due madri, una storia. Quella di Willy Monteiro Duarte e l’altra, dei fratelli Bianchi. Una, Lucia Monteiro Duarte, riservata. L’altra, Simonetta Di Tullio, incapace di rassegnarsi. Le due hanno modi di comunicare opposti. Introversa la prima, sanguigna la seconda: «I miei figli sono stati condannati a furor di popolo» è stato il commento a caldo della donna, una bracciante di Artena. Mentre dal lato opposto, Lucia, si è definita sollevata dalla sentenza: «Nessun giudice potrà ridarci Willy. Ma almeno gli è stata resa giustizia» ha detto a margine dell’udienza conclusiva della Corte d’Assise di Frosinone.

Di Tullio sfogava la sua disperazione nel corso delle udienze con i figli in carcere: «Non ci sta più nessuno – dice amareggiata a Gabriele – ti hanno abbandonato tutti amore mio! Si tenemo venne (ci dobbiamo vendere) le macchine, tutto perché non c’è rimasto più niente». Si può immaginare l’angoscia per un domani fatto di debiti, avvocati e risarcimenti. Lei, la madre dei fratelli di Artena, però va dritta per la sua strada: «Una volta dimostrato.. — dice senza sapere di essere intercettata — tutta quella fanga che ci hanno messo in cima e che hanno visto l’innocenza di te e di tuo fratello saremmo soltanto noi famiglia a casa mia».

L’altra, Lucia, determinata nella difesa della propria privacy, si lascia sfuggire poche frasi nel corso della vicenda. La prima, straziante, all’indomani del riconoscimento del corpo martoriato di Willy: «Non ho saputo proteggerlo…» Poi di nuovo silenzio fino a lunedì 4 luglio, giorno della sentenza: «Oggi non c’è emozione — aveva detto — C’è solo dolore di fronte a questi ragazzi così violenti e brutali. Tanto dolore che porto dentro e che solo una mamma può capire. Spero, adesso, che la storia di mio figlio possa servire ad evitare tante altre tragedie. Abbiamo sempre creduto nella giustizia ed in cuore avevamo tanta fiducia». Ancora accorata di fronte alla ferocia del branco. Eppure fiduciosa nei confronti della giustizia e della capacità di convivenza tra persone profondamente diverse.


Il futuro le troverà ancora separate
. Lucia assieme al marito Armando ha già anticipato che conta sulla conferma della sentenza di ergastolo («Non escano prima» si è augurato papà Armando). Mentre Simonetta Di Tullio tornerà a battersi per la libertà di Gabriele e Marco in appello. Ai primi di ottobre scadranno i termini del deposito delle motivazioni, poi il ricorso, scontato dell’avvocato difensore Massimiliano Pica.

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10 luglio 2022 (modifica il 10 luglio 2022 | 15:20)

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, 2022-07-10 23:54:00, Dice Lucia: «È stata resa giustizia a Willy», dice invece Simonetta: «Condannati a furor di popolo». Le due donne separate da mondi diversi si sono incontrate nell’aula del tribunale di Frosinone e sono destinate a barricate opposte anche in futuro, Ilaria Sacchettoni

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