di Maria Luisa Agnese
Abbandon i successi con Luigi Tenco e Mina per inventare il Teatro canzone e dare voce all’uomo comune. La lite con Adriano Celentano, l’amicizia con Vittorio Feltri. E in una sua celebre chanson ha fatto convivere barbera e champagne
Cominciamo dalla fine o quas i. Seduto su una sedia Giorgio Gaber ospite di Adriano Celentano nella sua osannata/contestata trasmissione del 2001, 135 milioni di Caz…ate, ricordano i tempi del debutto quando i due, divisi da un anno d’et, cominciavano nella Milano anni Cinquanta e il pi giovane Gaber faceva da chitarrista al gi pi noto Adriano. Poi succede che Giorgio scrive insieme a Luigi Tenco la prima canzone total rock italiana, Ciao ti dir, la incide. Ma Celentano lo bissa e la riincide. Volevo fargli capire: guarda che tu sei solo il mio chitarrista, ma non ci sono riuscito. Non un placido regolamento di conti postumo senza spargimento di sangue, ma una lezione di spettacolo e di televisione con i due che si alzano — e chiss quanta fatica costato a Gaber che gi malato morir poco dopo, il 1 gennaio 2003 —, e concludono dimenandosi e rockettando con freschezza e foga di ragazzi.
La formula del Teatro canzone
Gaber, monumento della musica italiana senza nessuna boria, avrebbe fatto una fortunata escalation nel mondo della canzone — Non arrossire, La ballata del Cerutti, Trani a gogo, Goganga, Porta Romana, Barbera e champagne — e alla tv con Mina e non solo: ma all’apice del successo televisivo “lascia” tutto per i palcoscenici e comincia a dare vita al Teatro canzone, che porter avanti per tre decenni con successo travolgente, a partire dal Signor G, dove G sta per Gaber ma anche per grigio, per volont di dar voce a un uomo come tutti. Attraverso quest’uomo Gaber ha l’ambizione di interpretare lo spirito del tempo senza conformismi e questo piano piano lo staccher dal conformismo di sinistra e dal relativo consenso: Chi non ha avuto la fortuna di assistere a un recital del Signor Gaberscik difficilmente potr comprendere il coinvolgimento fisico che il suo teatro-canzone sapeva ingenerare ha scritto Gianluca Voltri.
L’elenco delle cose di sinistra e di destra
Sferzava con acuminata intelligenza i costumi del tempo, utilizzando insieme la parola e la musica, e tutto il corpo. I suoi spettacoli nascono d’estate, scritti in vacanza con Sandro Luporini, pittore e intellettuale in simbiotica sintonia con lui. Dalla Libert a La mia Generazione ha perso. Fino a Destra-sinistra, manifesto dell’autonomamente scorretto. Vittorio Feltri, che aveva conosciuto Gaber quasi ragazzo a Bergamo e che ne fu per sempre amico, ha raccontato nel suo libro L’irriverente come nato quel testo. In uno dei loro incontri a tavola in osteria avevano cominciato ad annotare cosa fosse di destra (la minestrina) o di sinistra (il minestrone) fino a che Feltri comunica di voler andare in bagno che sempre in fondo a destra.
Nel podcast in cui legge il testo con voce pi volte rotta dal groppo in gola, Feltri conclude: Io e Giorgio andavamo d’accordo perch eravamo molto simili, era refrattario come me alle etichette, ai luoghi comuni, ai clich, ai pregiudizi e anche ai giudizi. Gaber era un ribelle, un anarchico, un anticonformista. Un incasellabile di natura, un ribelle di indole dolce per: coltivava una rete di amici amplissima che nel recente libro di Andrea Scanzi, E pensare che c’era Giorgio Gaber (PaperFirst), rendono tutti testimonianza al suo genio con aneddoti e giusti inchini. Postumi, ahim.
23 dicembre 2022 (modifica il 23 dicembre 2022 | 08:21)
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