Gas, cosa succede se la Russia blocca le forniture? I tre step verso l’emergenza

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di Andrea Ducci01 apr 2022

Come influisce il braccio di ferro con Mosca sulle forniture di gas per l’Italia? Il governo ha attivato lo «stato di preallarme» relativo alla crisi energetica lo scorso 26 febbraio. Un grado di prima allerta su tre step: il livello di crisi attuale è di preallarme (early warning), al quale segue quello di allarme vero e proprio (warning), mentre l‘ultimo step è quello di emergenza (emergency). Sono i tre passaggi previsti dal «Piano di emergenza del sistema italiano del gas naturale», un piano che a Palazzo Chigi, al ministero dello Sviluppo Economico e al ministero della Transizione Ecologica è oggetto di continua analisi e valutazione da parte dei tecnici.

Le valutazioni cambiano di ora in ora, anche per l’ordine, imposto dal presidente russo Putin, a Gazprom e Banca centrale russa di studiare il modo per far pagare in rubli il gas venduto alle controparti occidentali, L’obiettivo di Putin è aggirare le sanzioni imposte dalla Ue. Una novità che ha sollevato l’immediata obiezione da parte degli acquirenti di gas russo, forti di contratti con termini e condizioni che prevedono pagamenti esclusivamente in euro o in dollari.

Nelle ultime ore un decreto varato da Putin sembra individuare una soluzione per evitare un corto circuito, una situazione cioè dove i paesi europei si troverebbero senza gas e la Russia priva dei vitali incassi garantiti dalla vendita di metano. In sostanza, il decreto prevede una procedura un po’ macchinosa che non altera, tuttavia, i termini dei contratti: i grandi operatori occidentali come, per esempio, Eni e Total continuerebbero a pagare in euro o dollari la banca russa Gazprombank, che provvederebbe a cambiare la valuta in rubli e a trasferirli nuovamente alle compagnie acquirenti, mettendole così in grado di girare i rubli alla società venditrice Gazprom. Un meccanismo, insomma, con delle fragilità (rischi di cambio e di valuta) che potrebbero comportare blocchi parziali o totali delle forniture, con impatti sulle riserve nazionali dei singoli paesi. Uno scenario di fronte al quale il premier Draghi non intende trovarsi impreparato.

Il piano di allarme sul gas in 3 step

Finora l’attuale stato di preallarme non ha avuto, in termini di forniture e utilizzo, alcun effetto sulla quotidianità dei cittadini e delle imprese, il livello di allerta 1 interviene solo sugli operatori del sistema imponendo «la massima ottemperanza circa la correttezza delle previsioni di immissione e prelievo di gas da parte del mercato in modo da permettere la valutazione migliore sull’evoluzione dello stato di preallarme».

La principale caratteristica del preallarme è che il settore del gas (trasporto, distribuzione, stoccaggi, vendita) continua a operare a condizioni di mercato, sebbene in allerta. Le possibili contromisure, in caso di difficoltà, prevedono un aumento delle importazioni di gas, la riduzione di domanda interna di gas attraverso lo stop dei contratti «interrompibili» di natura commerciale, l’utilizzo di combustibili alternativi negli impianti industriali. Il sistema stringe, invece, un po’ le maglie nel caso di un passaggio da preallarme ad allarme (lo step due del piano di emergenza sul gas naturale), sebbene le condizioni di mercato continuino ad essere rispettate.

L’allerta 2, scatta in caso di interruzione o riduzione degli approvvigionamenti di gas (il rischio che si prefigura dopo il diktat di Putin sui pagamenti in rubli), e consente al ministero dello Sviluppo Economico di chiedere a Snam di ridurre le forniture di gas destinate agli operatori di energia. Anche in questo caso le contromisure prevedono un aumento delle importazioni, interventi per la riduzione della domanda del gas e utilizzo di combustibili alternativi negli impianti industriali.

Il piano di emergenza prevede, inoltre, che Snam si coordini in modo continuativo con Terna, le imprese di stoccaggio e di rigassificazione per monitorare le condizioni e l’evoluzione dell’intero sistema nazionale del gas. Il terzo step è, infine, l’emergenza che scatta in caso di «un’alterazione significativa dell’approvvigionamento o interruzione delle forniture». Uno scenario critico, dove le condizioni di mercato sono sospese e il governo è libero di adottare misure più drastiche: limite all’utilizzo di gas per produrre energia elettrica che non sia destinata alla domanda interna italiana, definizione di nuove soglie di temperatura per il riscaldamento domestico, sospensione dell’obbligo di fornitura di gas verso i clienti non tutelati, sospensione della tutela dei prezzi stabiliti dall’Autorità di regolazione dell’energia, il ricorso agli stoccaggi strategici, l’attivazione di misure di cooperazione o solidarietà da parte degli altri paesi Ue. Un contesto che non esclude la possibilità di intervenire anche sull’illuminazione pubblica nei centri urbani e lungo le strade italiane.

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, 2022-04-01 20:13:00, Dallo scorso febbraio è gia previsto il livello di preallarme stabilito dal piano nazionale per il gas. L’allerta 2 causata dall’ultimatum di Putin per ottenere pagamenti in rubli , Andrea Ducci

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