Gas, Eni entra nel più grande progetto al mondo in Qatar

Prosegue il processo di diversificazione delle fonti di approvvigionamento

di Fabio Savelli19 giu 2022

Prosegue il processo di diversificazione delle fonti di approvvigionamento di gas da parte dell’Italia per attenuare la dipendenza da Mosca. Il colosso Eni entra nel più grande progetto al mondo di gas naturale liquefatto (Gnl) in Qatar, uno dei paesi produttori con le più ampie riserve di metano liquido al mondo.
La società italiana è stata selezionata da QatarEnergy come nuovo partner internazionale per l’espansione del progetto North Field East, nel paese del Golfo.

L’accordo è stato costruito dal lavoro del ministero degli Esteri guidato da Luigi Di Maio che a Doha può contare sull’ambasciatore Alessandro Prunas. Il Ministro di Stato per gli Affari Energetici, presidente e amministratore delegato di QatarEnergy, Saad Sherida Al-Kaabi, e l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, hanno firmato oggi l’accordo di partnership per la creazione della nuova Joint Venture. Il progetto consentirà di aumentare la capacità di esportazione di Gnl del Qatar. Con un investimento di 28,75 miliardi di dollari dovrebbe entrare in produzione entro la fine del 2025 e impiegherà tecnologie e processi all’avanguardia per minimizzare l’impronta carbonica complessiva, tra cui la cattura e lo stoccaggio della CO2. L’accordo, che segna il completamento di un processo competitivo iniziato nel 2019, ha una durata di 27 anni.

San Valentino. Dieci giorni prima dell’invasione russa in Ucraina. Il premier Mario Draghi riceve a Palazzo Chigi lo sceicco Mohammed Al Thani, vicepremier e plenipotenziario di Doha alla politica estera. «Collaborazione energetica», recita la nota di governo per delimitare il perimetro dell’incontro. Il Qatar ha le più grandi riserve al mondo di metano liquido. E tutti già sanno che ha in progetto un mega-giacimento di gas da 45 miliardi di metri cubi all’anno dal 2025 che terremoterebbe gli equilibri geopolitici. Draghi e i ministri degli Esteri, Luigi Di Maio, e della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, lavorano da mesi sottotraccia con l’Eni che a Doha ha proficue relazioni da tempo.

La stabilità energetica del Paese — ne è cosciente per primo il premier — passa inevitabilmente dal Qatar. L’accordo firmato ieri dall’Eni, che entra con una quota del 25% nella joint-venture controllata dai qatarini, pone l’Italia in una posizione privilegiata. Il Qatar è già il nostro principale fornitore di gnl: ha un contratto fino al 2034 con cui spedisce navi metaniere cariche di materia prima al terminal galleggiante di Porto Viro al largo di Rovigo. Nella società di gestione di quel rigassificatore, Adriatic Lng, non a caso i qatarini detengono una quota del 22% e il controllo è in mano alla filiale italiana di Exxonmobile che l’ha ereditata da Edison. Fornendo oltre 6,4 miliardi di metri cubi di metano che, rigassificato, finisce nella rete Snam per il nostro fabbisogno di generazione elettrica.

L’accordo è il più importante traguardo di politica estera in ambito energetico. Sta partendo una competizione serrata con i mercati asiatici per attrarre le navi gnl verso l’Europa. Attualmente i terminal di rigassificazione europei stanno tornando ai massimi. Perché il prezzo alla Borsa di Amsterdam rende più invitante trasportare il metano in Europa invece che in Asia. Nel 2025 avere l’Eni nella compagine di questa joint-venture fornirà un potere negoziale per spuntare forniture-extra ad un prezzo che però probabilmente sarà ancora alto perché la domanda non diminuirà.

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, 2022-06-19 19:32:00, Il Ministro di Stato per gli Affari Energetici, presidente e ad di QatarEnergy,Saad Sherida Al-Kaabi, e l’ad di Eni,Claudio Descalzi, hanno firmato l’accordo di partnership per la creazione della nuova Joint Venture. , Fabio Savelli

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