Gattuso: Amrabat ai Mondiali mi ha commosso: sembravo io. Vivo di calcio, ci penso 19 ore al giorno

di Salvatore Riggio

L’allenatore del Valencia a tutto campo: Non so come faccia mia moglie a stare ancora con me. Penso al calcio e scrivo idee anche sulla carta igienica. Pirlo? Aveva 4 occhi

Era da tanto che non vedevo un giocatore simile a me, ma l’ho visto ai Mondiali: Amrabat . Mi ha commosso molto, sembravo io quando giocavo a 27 anni. L’investitura sul campo arriva direttamente da Rino Gattuso, oggi tecnico del Valencia ma fino a qualche tempo fa uno dei centrocampisti pi tosti da affrontare, nell’intervista rilasciata al quotidiano spagnolo As. Elogia il giocatore della Fiorentina, grande protagonista con il Marocco, che ha ridisegnato i confini del calcio Mondiale arrivando quarto a Qatar 2022.

Ora che alleno vedo il calcio in modo totalmente diverso rispetto a quando giocavo. Pirlo? Dio gli ha dato qualit incredibili. Aveva quattro occhi. La posizione in campo, come muoversi senza palla. Cose che adesso mancano a tante squadre. Ma era un calcio diverso, ha continuato Gattuso. E ancora: Io ho iniziato da zero. Come allenatore mi sono preparato andando a guardare partite di qualsiasi categoria. L’altro giorno mi sono divertito a vedere il Villarreal a Guijuelo. In un campo sul quale non si poteva giocare. Mi ha regalato un’emozione incredibile. Quando parlo di stile pu dare l’impressione che io non abbia rispetto per il modo in cui giocano gli altri. Invece, esattamente il contrario. Puoi vincere con stili totalmente diversi. Avete visto i Mondiali? Molte squadre si sono difese , chiudendo bene il campo, ripartendo in contropiede.

Oggi che fa l’allenatore (e in carriera si seduto sulle panchine, tra le altre, di Milan e Napoli) pu giudicare quale vita sia migliore tra quella di giocatore e quella di tecnico. E Gattuso su questa cosa sicuro: Chiaramente da giocatore. Devo ringraziare mia moglie, non so come stia ancora con me. Perch io vivo il calcio. Quando ho iniziato ad allenare ho chiamato Ancelotti e gli ho detto “Come si fa?”. Per me difficile. Comincio alle 8.30 e torno a casa alle sette di sera. Poi sono in bagno a far pip, mi viene in mente qualcosa e lo scrivo su un pezzo di carta igienica. Devo cambiare, perch non puoi passare 18 o 19 ore a pensare al calcio.

Da calciatore la vita era, appunto, diversa: Ho corso tanto e tatticamente ero fortissimo, ma sicuramente nel calcio moderno mi mancherebbe qualcosa. Avevo carattere, ma il carattere non basta. Giocare a calcio era il mio sogno. All’et di 12 anni ho lasciato casa per questo, dormivo in un appartamento di 15 metri quadri. Non penso a cosa sarebbe potuto succedere se non fossi stato un calciatore. Ho fatto pi di quanto potevo. Per me stato un privilegio giocare a calcio. E se mi avessero pagato 10 volte meno di quanto mi hanno pagato avrei giocato lo stesso. Quando sono arrivati i Rangers non volevo andarci. Mio padre mi dice “Non so nemmeno come scrivere questa cifra. Devo vivere quattro vite per guadagnarla”. Quando ho insistito a dire no mi ha risposto “Ti do un sacco di botte se non ne approfitti…”. Quando sono andato a Glasgow non sapevo niente, nemmeno una parola in inglese. Dopo due settimane sembravo pi scozzese di uno scozzese. Non avevo una grande tecnica, ma mi sono preparato a uccidere mentalmente il mio avversario.

Ed diventato un pilastro del Milan di Carlo Ancelotti e Massimiliano Allegri, capace di vincere due scudetti, una Coppa Italia, due Supercoppe Italiane, due Champions, due Supercoppe Europee e un Mondiale per club. Senza dimenticare la Coppa del Mondo vinta con la Nazionale a Germania 2006.

26 dicembre 2022 (modifica il 26 dicembre 2022 | 11:36)

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