Gelateria Fassi, bolletta da 18mila euro: «Venderò 9mila coppette per pagarla»

di Clarida Salvatori

Andrea Fassi nel suo sfogo su Facebook: «Questa bolletta vuole dire venir meno a un patto fondamentale tra stato e imprese. Violenta i miei limiti, il mio ego, la mia onestà, i ragazzi che lavorano con me»

Dire addio allo squisito Sanpietrino, semifreddo al cioccolato ispirato alla tipica pavimentazione stradale romana? Non poter gustare più le Caterinette, che siano caffé-zabaione, crema-frutti di bosco oppure crema-cioccolato? Al coro di imprenditori, spaventati dagli aumenti del costo dell’energia che rischiano di stritolare le loro attività, si è unito anche Andrea Fassi, dell’omonima storica gelateria (nata nella Capitale nel 1880) di via Principe Eugenio all’Esquilino. Per lui bolletta «stratosferica» che sfiora i 20mila euro. «No non ho intenzione di chiudere, ma così la situazione diventa insostenibile». Per la precisione 17.862,84. E tutto per il periodo dal primo al 31 luglio. Oltre il quadruplo di quanto aveva pagato nel 2021 (4.741 euro).

«Questa bolletta è l’esempio limpido del venir meno di un patto fondamentale tra stato e imprese. Violenta i miei limiti, il mio ego, la mia onestà, i ragazzi che lavorano con me. E vale per tutti. Polverizza la speranza, inaridisce i desideri. È una goccia densa di tutto quanto ci sia di sbagliato al mondo oggi, della direzione storta di questo presente – si sfoga amaramente su Facebook Andrea Fassi, amministratore delegato del Palazzo del freddo e vicepresidente dei locali storici d’Italia della Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) -. La pagherò, venderemo novemila coppette da due euro al mese solo per pagare la corrente o forse diventerò un influencer su Tik Tok per non pensarci».

La punta di ironia e l’amore per il suo mestiere non lo abbandonano neanche quando dà sfogo a tutta la sua preoccupazione: «Il punto è che io questo lavoro non volevo farlo, e così non è più neanche divertente. E io mi annoio subito e quando mi annoio, o forse quando ho paura, distruggo tutto. Ecco, in Italia, a lavorare bene, anche un animo come il mio con energie infinite si annoia e ha paura. Per ora reggo, è solo l’ansia che sale, ma non vi mollo: sia mai lasci spazio al gelato all’amatriciana o al sorbetto di funghi porcini o, peggio ancora, a quelle poltiglie scolorite e gonfie».

«Io faccio questo lavoro al mio meglio. Combatto l’alzarsi del sole, combatto me stesso, combatto un settore gonfio di invidia, vivo un territorio degradato- continua Fassi – eppure accolgo con il sorriso di Joker migliaia di romani ogni giorno e difendo la semplicità del gelato, imprescindibile. Non volevo farlo questo lavoro, il mio ego ipertrofico mi rende frustrato, umorale, realista, solitario, l’opposto di un imprenditore e il mio ego soffre. Quindi mi odio, si odia sempre ciò che si ama per destino e non per scelta, è un peso gravoso che sostengo in maniera onesta, con dolcezza e con rabbia. Ora, questa bolletta è un insulto a tutto quello che ho fatto fino ad ora. Penso che sia un punto a capo per la mia vita e per quella di molti altri».

18 settembre 2022 (modifica il 18 settembre 2022 | 22:09)

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, 2022-09-18 20:12:00, Andrea Fassi nel suo sfogo su Facebook: «Questa bolletta vuole dire venir meno a un patto fondamentale tra stato e imprese. Violenta i miei limiti, il mio ego, la mia onestà, i ragazzi che lavorano con me», Clarida Salvatori

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