Gelmini: «La vera sorpresa alle elezioni sarà il terzo polo»

di Adriana Logroscino

La ministra ex FI passata con Calenda: «Il nostro progetto è politico, non elettorale. Il Paese ha bisogno di un partito della concretezza e del buon senso. Il centrodestra ormai è solo destra»

Tra il pubblico che partecipava all’apertura della campagna elettorale del terzo polo, ieri a Milano, Mariastella Gelmini ha ritrovato i «valori che Forza Italia, sbilanciandosi a destra, ha perso». E giura che l’esigenza che ha provocato il «doloroso distacco» dal suo vecchio partito, è «sentita da molti». Un’impressione che la induce all’ottimismo: «Il 25 settembre la vera sorpresa saremo noi».

Ministra, siamo in campagna elettorale in un momento molto difficile per il Paese. Cosa preoccupa di più cittadini e imprese che incontra?
«Certamente la crisi energetica e l’esplosione dell’inflazione. Ci sono molte aziende che rischiano di dover interrompere la produzione. In molti ancora non si spiegano come – in una situazione del genere – sia stato possibile aprire la crisi e far cadere un governo che dava speranze e sicurezze. Se oggi l’Unione Europea sta aprendo al tetto sul prezzo del gas lo si deve alla perseveranza e autorevolezza di Draghi. C’è poi un timore diffuso per il destino del Pnrr. Se vince la destra, quelle risorse sono a rischio».

Voi evocate apertamente Draghi come prossimo presidente del Consiglio: puntate su un risultato elettorale di stallo per convincerlo?
«Draghi si è già dimostrato un ottimo servitore dello Stato, personalità stimata nel mondo che ha ridato prestigio e autorevolezza all’Italia. Anche in questa fase sta spronando noi ministri per portare avanti il Pnrr, sta cercando le risorse per un nuovo decreto che reda sostenibile il caro energia. Mandarlo a casa è stato un crimine, ma lasciarlo in panchina in una fase difficilissima quale quella che si aprirà dopo il voto, sarebbe imperdonabile. Non lo tiriamo per la giacca, ma il suo discorso al Meeting di Rimini dimostra quanto l’Italia abbia bisogno di lui. Se riusciremo a conseguire il risultato sperato, la scelta sarà nelle cose».

Che risultato si aspetta per l’alleanza Calenda-Renzi ?
«Il nostro non è un progetto elettorale ma un progetto politico di respiro più lungo. In Italia c’è bisogno di un partito della concretezza e del buon senso. Possiamo puntare a un risultato a due cifre. Parliamo all’Italia che crede nell’Occidente e nell’Europa, nell’impresa e nello sviluppo, che chiede opportunità e lavoro e non assistenzialismo. Con il rilancio di industria 4.0, l’abolizione dell’Irap, il taglio del cuneo fiscale, una mensilità aggiuntiva detassata per i lavoratori, il no alla patrimoniale saremo la sorpresa della campagna elettorale».

Il richiamo al voto utile potrebbe penalizzarvi.
«La legge elettorale è per due terzi proporzionale e non si capisce come Letta, con una coalizione di sinistra-sinistra che i sondaggi mostrano lontanissima dalla destra, pensi di vincere i collegi uninominali. Il vero voto utile, per il Paese, quello in grado di condizionare l’esito delle elezioni, è il voto per il terzo polo. Solo con una grande affermazione di Azione e Italia viva si possono costruire le basi per un governo utile al Paese, che poi è l’unica cosa che conta».

Il sodalizio tra Calenda e Renzi reggerà?
«Sì, ne sono convinta. Sono due personalità forti, che però hanno già governato insieme e che in questa nuova fase hanno dimostrato di saper mettere da parte le divergenze del passato per lavorare per il Paese su proposte concrete, non su promesse irrealizzabili. Continueranno a farlo anche dopo il voto: costruiremo una nuova casa per i veri riformisti liberali, per chi crede che la politica sia una cosa buona se seria e competente».

Se lo scenario, dopo il 25 settembre, fosse diverso da quello che auspica, entrerebbe in un governo di centrodestra?
«No. Sarebbe un governo di destra. Di centro in quello schieramento non c’è più niente. Giorgia Meloni si è alleata con due partiti che hanno messo da parte qualsiasi volontà di riforme. Sono liberali della domenica: adesso contrastano anche il rigassificatore a Piombino, la privatizzazione di Ita, l’introduzione di concorrenzialità per le spiagge. Anche in chi è rimasto in FI c’è preoccupazione per la deriva che ha preso».

2 settembre 2022 (modifica il 2 settembre 2022 | 22:26)

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, 2022-09-02 20:53:00, La ministra ex FI passata con Calenda: «Il nostro progetto è politico, non elettorale. Il Paese ha bisogno di un partito della concretezza e del buon senso. Il centrodestra ormai è solo destra», Adriana Logroscino

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