di Maria Teresa Meli
La ministra (ex Forza Italia, ora Azione con Carlo Calenda): «Io sono rimasta dov’ero, al centro. È Forza Italia che si è spostata a destra, facendo cadere il governo»
Mariastella Gelmini, Calenda e Letta hanno siglato un accordo elettorale, secondo lei chi ha strappato di più da questa intesa?
«Non è importante chi ha strappato di più: abbiamo scelto per l’Italia e per gli italiani. Siamo rimasti coerenti con il manifesto di Azione, contro chi ha mandato a casa il governo Draghi. Calenda ha avuto su punti programmatici qualificanti, come le infrastrutture, le rassicurazioni che chiedeva».
Lei si sente a disagio a candidarsi in una coalizione con Pd, Verdi e Sinistra italiana?
«No, io sono rimasta dove ero. Al centro. È Forza Italia che si è spostata a destra, facendo cadere il governo. Forza Italia governa in Europa con i socialisti e ha governato l’Italia con il Pd di Bersani; la Lega ha governato con il Movimento 5 Stelle e fatto il reddito di cittadinanza. Io sarò candidata di Azione nelle liste proporzionali: e Azione è il soggetto politico che più convintamente sostiene la necessità di proseguire con il metodo e l’agenda di Mario Draghi. È nato un nuovo bipolarismo nel Paese: fra chi sceglie Giorgia Meloni, il sovranismo e Orbán e chi l’europeismo e la prosecuzione di un’esperienza come quella di Mario Draghi».
Ha parlato con Calenda dell’alleanza con il Pd?
«Sì, ci siamo confrontati a lungo su questa scelta».
Dica la verità, vi siete dovuti in qualche modo piegare a questo accordo per timore che vi avrebbero accusato di far vincere la destra?
«È stata una decisione ponderata: di fronte alla inevitabile polarizzazione della campagna elettorale, la corsa in solitaria al centro presentava certamente dei vantaggi, ma rischiavano di essere solo vantaggi per Azione e non per il Paese».
Lei crede a chi dice che Emma Bonino ha imposto a Calenda questa linea?
«Ma no, Azione e +Europa sono due movimenti politici distinti. E Calenda, per come lo conosco, decide di testa sua».
Ha visto il documento che mette nero su bianco il patto tra il Pd e Azione, che ne pensa?
«È un documento che riporta al centro l’agenda Draghi, conferma l’ancoraggio europeista e atlantista, il sostegno all’Ucraina, l’esigenza imprescindibile di realizzare le infrastrutture per la nostra indipendenza energetica, la riduzione del cuneo fiscale e la revisione del reddito di cittadinanza. E disegna un’alleanza con due aree distinte, quella liberal popolare guidata da Calenda e quella di sinistra guidata da Letta».
Lei avrebbe preferito candidarsi in un collegio uninominale?
«No, al contrario. Per quanto mi riguarda è una richiesta che fin dall’inizio di questa discussione ho posto a Carlo Calenda, nel caso in cui si fosse concretizzata l’ipotesi di accordo con il Pd. L’accordo elettorale non cancella le differenze con la sinistra. Candidandomi nel proporzionale io porterò avanti il programma di Azione e continuerò a battermi per la riduzione delle tasse e del cuneo fiscale, per le infrastrutture, per le imprese e le partite Iva e per la libertà di scelta educativa».
Pensa che i suoi elettori la seguiranno dopo questo accordo?
«La campagna elettorale inizia adesso e anche se la destra appare più unita le contraddizioni sono evidenti. Hanno litigato sulla leadership, in Europa hanno collocazioni diverse e Fratelli d’Italia è l’unico partito a non aver votato il Pnrr e ad aver contrastato tutti i provvedimenti del governo Draghi. Lega e Forza Italia invece erano in maggioranza e hanno condiviso tutte le scelte dell’esecutivo, salvo poi voltare le spalle agli italiani. Dovremo spiegare i rischi di consegnare il Paese a una destra antieuropea e ambigua perfino sull’aggressione russa all’Ucraina».
Lei ha lasciato Forza Italia dopo anni e anni di militanza, il cambiamento di FI che ora appare più filo leghista è avvenuto all’improvviso o c’è stato un progressivo smottamento su quelle posizioni?
«Forza Italia è oramai da tempo a traino della Lega. Con la sfiducia a Draghi ha definitivamente abdicato in favore di Salvini. Potevo far finta di non vedere e accettare un seggio blindato: ma sono una donna libera e ho scelto di contribuire a costruire un nuovo movimento riformista, europeista e liberale».
2 agosto 2022 (modifica il 2 agosto 2022 | 23:49)
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, 2022-08-03 05:18:00, La ministra (ex Forza Italia, ora Azione con Carlo Calenda): «Io sono rimasta dov’ero, al centro. È Forza Italia che si è spostata a destra, facendo cadere il governo», Maria Teresa Meli