L’ambasciatore tedesco in Italia: «Le Ong meritano riconoscenza e appoggio»

di Redazione OnlineViktor Ebling, ambasciatore della Germania a Roma, interviene sulla crisi diplomatica che vede opposte, sui migranti, Francia e Italia. E Parigi conferma che non accoglierà la quota di 3 mila migranti prevista dal meccanismo di solidarietà europeo Lo scontro diplomatico sui migranti, che vede al centro il governo italiano, non accenna a calare. E mentre la Germania esprime il proprio sostegno al lavoro delle Ong, e il governo francese indica Meloni come «la grande perdente» di questa situazione, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini annuncia una «stretta in vista: multe, sequestri e più controlli. Il governo è pronto al pugno duro sugli sbarch i».Le frasi della Germania sulle OngLe Ong «salvano vite» laddove «l’aiuto da parte degli Stati manca». E il loro impegno umanitario «merita la nostra riconoscenza e il nostro appoggio». A scriverlo su Twitter è l’ambasciatore tedesco in Italia, Viktor Ebling. Nel suo tweet, il diplomatico nota che «nel 2022 sono già oltre 1.300 le persone morte o disperse nel Mediterraneo. Un 12% dei sopravvissuti sono stati salvati dalle Ong». Le parole di Ebling arrivano poche ore dopo la pubblicazione di una nota congiunta da parte dei governi di Italia, Malta, Cipro e Grecia. Nella nota, i ministri dell’Interno denunciavano che, a causa della loro posizione, questi Paesi si trovino di fatto a «sostenere l’onere più gravoso della gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo, nel pieno rispetto di tutti gli obblighi internazionali e delle norme dell’Ue», e reiteravano «con forza la necessità di sviluppare una nuova politica europea in materia di migrazione e di asilo, realmente ispirata ai principi di solidarietà e responsabilità, e che sia equamente condivisa tra tutti gli Stati membri». La nota di Italia, Grecia, Cipro e Malta (ma senza Spagna)Nel documento, questi Paesi ribadivano però anche «la nostra posizione sul fatto che il modus operandi di queste navi private (quelle operate dalle Organizzazioni non governative, ndr) non è in linea con lo spirito della cornice giuridica internazionale sulle operazioni di search and rescue, che dovrebbe essere rispettata. Ogni Stato deve effettivamente esercitare la giurisdizione e il controllo sulle navi battenti la propria bandiera». La nota non è stata firmata dal governo della Spagna: «Madrid», ha detto una fonte del governo spagnolo all’agenzia Ansa, «non può sostenere proposte che premierebbero i Paesi che non rispettano i loro obblighi in termini di diritto marittimo internazionale e andrebbero a discapito di chi, come la Spagna, li rispetta e salva vite con risorse pubbliche». Lo scontro tra Francia e Italia: «Meloni è la grande perdente»L’intervento dei quattro governi dei Paesi dell’Europa del Sud è giunto mentre non si attenua la polemica tra Italia e Francia. Nei giorni scorsi, l’Italia ha impedito lo sbarco alla nave Ocean Viking, operata da Medici senza frontiere, con a bordo oltre 230 migranti, tra cui alcuni minori. Il governo di Parigi ha dato il via libera allo sbarco in un porto francese, ma ha sottolineato i «metodi inaccettabili» che hanno condotto a questo esito, e ha annunciato che non accoglierà la quota di oltre «3mila migranti sbarcati in Italia, di cui 500 entro la fine dell’anno», come era previsto dal meccanismo di solidarietà europea. Per Olivier Veran, portavoce del governo francese, «Giorgia Meloni è la grande perdente in questa situazione». Come scritto da Stefano Montefiori qui, «la riconciliazione non sarà facile, perché Francia e Italia restano salde sulle proprie posizioni. Ma se Roma sembra disposta a tentare un riavvicinamento, Parigi ritiene di avere subito un torto gravissimo e pensa ancora alle ritorsioni, più che a riallacciare il dialogo. Da giorni negli ambienti diplomatici si parla di un presidente francese profondamente in collera per essere stato messo di fronte al fatto compiuto. Che poi i suoi ministri mettano in scena lo sdegno anche a fini interni, almeno in parte, non cambia la sostanza. La Francia sente di avere patito un’umiliazione dall’Italia, e la ministra degli Affari esteri Catherine Colonna, già ambasciatrice a Roma dal 2014 al 2017, lo ribadisce in un’intervista al Parisien: «Se l’Italia persiste con questo atteggiamento ci saranno conseguenze», è il titolo. Colonna ha ricevuto i giornalisti del Parisien nel suo ufficio al Quai d’Orsay giovedì pomeriggio e le sue frasi vengono pubblicate sul quotidiano in edicola oggi, dopo le limature e i controlli apportati dai consiglieri, come è consueto in questi casi. Si può dire quindi che l’intervista rappresenti la posizione attuale di Parigi, ed è un nuovo attacco al governo italiano, con toni quasi minacciosi. Per la ministra Colonna la crisi dell’Ocean Viking con l’Italia «rappresenta una fortissima delusione quanto al fondo della questione. L’Italia non rispetta né il diritto internazionale né il diritto del mare. La regola è quella del porto sicuro più vicino: la nave era vicina alle coste italiane. Visto il rifiuto ostinato e la mancanza di umanità dell’Italia, abbiamo accolto la nave in via eccezionale». In realtà la regola non è così automatica, e l’insieme di convenzioni e accordi internazionali non è di interpretazione univoca. Ma in ogni caso quel che lamenta la Francia è la rottura di quel rapporto di fiducia reciproca che aveva portato all’accordo stipulato a giugno su una ripartizione volontaria dei migranti. «La decisione dell’Italia (di rifiutare lo sbarco alla Ocean Viking, ndr) è scioccante perché i meccanismi europei di aiuti e di ripartizione dello sforzo di solidarietà funzionano. Il comunicato con il quale Giorgia Meloni considera, parlando a nome nostro, che spetta alla Francia accoglierli, entra in totale contraddizione con quello che ci siamo detti. Questi metodi non sono accettabili». Profondamente diversa è la posizione del governo italiano, che Fiorenza Sarzanini spiega qui: «”L’Italia non è il primo porto sicuro per chi arriva dall’Africa, soprattutto non è l’unico. Nessuno può pensare che il nostro Paese sia subalterno ad altri. Questo non è tollerabile”. La linea che filtra da Palazzo Chigi alla vigilia del vertice europeo dei ministri degli Esteri tiene alta la tensione sul dossier migranti. Tanto che a Bali, dove martedì comincia il G20, non è al momento previsto alcun bilaterale tra la premier Giorgia Meloni e il presidente Emmanuel Macron. L’atteggiamento nei confronti delle Ong non cambia, ma adesso la priorità è trasferire la questione a Bruxelles chiedendo che sia l’Unione Europea a farsi carico di «far rispettare gli accordi che già ci sono, sono stati sottoscritti da tutti, però sembrano valere soltanto per noi». Queste intese, secondo il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, «hanno ampiamente dimostrato di non funzionare perché non vengono rispettate, senza che questo provochi danni a chi le ignora». Le dichiarazioni dei giorni scorsi di Germania e Lussemburgo che confermavano la volontà di partecipare alla distribuzione dei migranti erano infatti un segnale positivo ma ritenuto non sufficiente. Perché pongono comunque come condizione preliminare l’obbligo per l’Italia ad occuparsi della prima assistenza dei migranti dopo lo sbarco. E soprattutto perché non fissano nuove regole rispetto all’attività delle Organizzazioni non governative. Al G7 sulla sicurezza che si svolgerà in Germania mercoledì il governo italiano ha un obiettivo chiaro: “Un meccanismo di condivisione degli oneri che sia efficace, equo e permanente”». 13 novembre 2022 (modifica il 13 novembre 2022 | 14:57) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-11-13 12:23:00, Viktor Ebling, ambasciatore della Germania a Roma, interviene sulla crisi diplomatica che vede opposte, sui migranti, Francia e Italia, e che ieri si è estesa a Malta, Cipro e Grecia che, in una nota, hanno accusato le Ong di operazioni non in linea con lo spirito della cornice giuridica internazionale», Redazione Online

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