Giacomo Agostini: «Bagnaia mi somiglia. Alla MotoGp serve un idolo, lui farà grande l’Italia»

di Daniele Sparisci, inviato a Valencia

Giacomo Agostini, 15 campionati mondiali vinti, esalta Pecco Bagnaia ma ha anche il cuore che batte per la Yamaha. «La gente vuole Supereroi: Alì, Maradona, Merckx…»

Ottant’anni di pura energia. «Ho preso il volo prima dell’alba da Bergamo, più tardi forse mi concederò una siesta». Eccolo l’ultimo italiano a vincere nella classe di vertice delle due ruote — allora era la 500 — su una moto italiana, Giacomo Agostini. Nelle libere Bagnaia è finito nono dietro a Quartararo, ma a Pecco manca un niente per il Mondiale.

Agostini, impossibile non partire da lei. Ricordi di quel 1972?
«Tanti. Però avevo vinto già tanto prima. Avevo portato in giro il mio nome e la tecnologia italiana. Ma non è mai diventata un’abitudine, ogni volta ripartivo da zero o quasi».

Come si diventa vincitore seriale?
«Mai mi sono detto: “Sono il più forte”. Sarebbe stato un grave errore. A ogni campionato saliva la tensione, studiavo gli avversari. Il primo titolo è duro, il secondo lo è ancora di più e il terzo…».

Correva con la Mv Agusta. Ha sentito che la Ktm ha comprato il 25% dell’azienda?
«Sì, e sono contento. Un marchio del genere deve avere un gruppo di persone specializzate dietro. La Mv è ancora conosciutissima, me ne accorgo quando vado alle rievocazioni storiche».

Veniamo a Bagnaia. Sta per imitare la sua impresa, è contento?
«Ho sempre avuto la Yamaha nel cuore, perché ci ho vinto gli ultimi titoli mondiali. Ma sono italiano e so che cosa vuole dire per il nostro Paese avere un pilota italiano che trionfa su moto italiana. Un binomio che rappresenta il meglio nel mondo, che rende orgogliosi tutti, anche me» .

Che cosa le piace di Quartararo?
«Fabio a inizio carriera era partito fortissimo, poi si è un po’ perso. Ha avuto la forza di tornare e diventare campione del mondo, non per caso. Anche quest’anno ha fatto delle grandi gare, poi è calato. E poi è sempre gentile e disponibile con tutti».

E di Bagnaia?
«Bravissimo soprattutto nella preparazione. Lui sfrutta le prove per capire, per studiare. In questo senso mi assomiglia: vuole prima avere tutto al 100% e poi dà il colpo. E per avere quel 100% va avanti passo dopo passo. Fa un piccolo test, si ferma, e poi prosegue. È un approccio vincente».

Infatti, ha vinto 7 gare.
«Da metà campionato in poi è stato fantastico. All’inizio forse ha accusato la pressione, tutti gli dicevano che era favorito. Ha sbagliato, ma gli errori fanno parte di questo sport. Se vuoi vincere devi andare al limite, e spesso il limite ti porta a cadere. Soprattutto con queste gomme che ti avvertono poco».

Ha rimontato 91 punti, stupito?
«È stato bravo. Anche Quartararo però, e fin che c’è vita c’è speranza. Quindi aspettiamo».

Dicono che l’anno prossimo l’uomo da battere sarà di nuovo Marquez, che ne pensa?
«Marc sta tornando. Ma, ne parlavo anche l’altro giorno con lui, il problema è che adesso se recuperi piano piano rischi di finire ventesimo, i distacchi sono ridotti. Sta usando queste ultime gare come allenamento per il 2023, ma basta rallentare un poco per essere ultimo. Altro che allenamento, Marc è costretto a tirare».

Fabio e Pecco bravi ragazzi, ma non hanno raggiunto i livelli di popolarità di Valentino, di Agostini. Alla MotoGp mancano personaggi?
«È interessante che possano vincere tutti, ma la massa vuole vedere il supereroe. Se vincono tutti la gente è portata a credere che sia facile vincere. Io mi svegliavo di notte per vedere Muhammad Ali, Maradona, Tomba. Abbiamo bisogno dei Merckx, dei Ronaldo, degli Hamilton, dei Verstappen. Campioni che non stancano mai anche quando vincono tutto. Serve un idolo, spero nell’anno prossimo».

In cosa?
«In Marquez, Bastianini, Bagnaia. Due o tre che lottano e poi uno che diventa l’idolo indiscusso. Uno di quelli di cui pensi: “Ma come fa questo?”». i

E Pecco secondo lei ha queste potenzialità?
«È un grande pilota, ma è molto tranquillo. Non è uno showman. Però neanche io lo ero, poi piano piano… Certo, non ho mai fatto gli spettacoli di Valentino dopo le vittorie, neanche Pecco credo che li farà mai. Ma se vincerà tanto spingerà comunque la gente in pista e davanti alla tv».

La coppia Bastianini-Bagnaia come la vede?
«Promette spettacolo».

Anni ’70 a tutto gas, in auto e moto. È mancato pochi giorni fa Mauro Forghieri. Lei lo aveva conosciuto, che tipo era?
«Carattere difficile, personalità incredibile. Era benvoluto da Enzo Ferrari e non aveva timore di decidere anche senza chiedere il permesso».

5 novembre 2022 (modifica il 5 novembre 2022 | 07:20)

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