Giannelli (ANP): Il precariato nella scuola? Si sconfigge solo in un modo, cioè assumendo tramite chiamata diretta

La precarietà nel settore scolastico italiano è un nodo che sembra non volersi sciogliere, nonostante i vari tentativi di riforma. Secondo Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, la radice del problema risiede nelle modalità assunzionali correnti che, da cinquant’anni a questa parte, non hanno saputo garantire stabilità e continuità nel reclutamento del personale docente.

Le parole di Giannelli, rilasciate in un’intervista all’Adnkronos, mettono in luce una situazione stagnante: “Niente di nuovo sotto il sole”. La centralizzazione dei concorsi pubblici a livello regionale, anche se fosse ridimensionata a livello provinciale, continua a rappresentare un ingorgo burocratico che rallenta e complica il processo assunzionale. Con soli “100 punti assunzionali”, si tratta di un sistema che non riesce a gestire l’alta domanda di posti di lavoro, oscillante tra “30.000 e 40.000 unità” annue.

Giannelli suggerisce una soluzione radicalmente differente, già adottata in molti Paesi esteri: l’assunzione diretta da parte delle scuole. Questo modello decentralizzato moltiplicherebbe i centri assunzionali fino a “8.000”, permettendo un flusso più snello e continuo di inserimento del personale docente. Ogni istituto avrebbe la responsabilità di selezionare e assumere i propri docenti, con una media di “4/5 persone” all’anno.

Di fronte a chi teme il rischio di clientelismo, Giannelli si mostra deciso: sottolinea come sia quasi impossibile per una scuola assumere docenti incapaci senza che la comunità scolastica se ne accorga. Gli alunni e i genitori, infatti, sarebbero i primi a notare e segnalare l’inefficienza, mettendo in serio rischio la posizione del dirigente responsabile.

Per allinearci alle prassi internazionali e risolvere il problema della precarietà, serve un coraggioso intervento legislativo. Sebbene l’impegno del ministro Valditara sia stato apprezzato, il sistema corrente non risponde in modo efficace alle esigenze del settore.