Gibboni, un divo del violino:  «Grazie a una borsa di studio» Buone Notizie oggi in edicola

di Anna Gandolfi

Il giovane violinista è una star internazionale e ha cominciato grazie a una borsa di studio di Crt Torino. I racconti dei tanti giovani che ce l’hanno fatta perché qualcuno ha creduto in loro e ha finanziato i loro studi

Cinquanta secondi. «Sarei lieto se li potesse dedicare all’ascolto di un brano virtuosistico che, generalmente, viene eseguito in oltre un minuto dai più noti professionisti». Stefano Giacomelli è il direttore dell’Accademia Perosi di Biella, eccellenza nell’alta formazione dei musicisti: scrive l’email e allega un file. L’audio è di qualche giorno prima, colto durante le audizioni delle classi di violino. Se oltre al sonoro ci fosse un video, mostrerebbe le facce esterrefatte dei componenti della commissione. Davanti a loro un ragazzino di 15 anni si cimenta con Il volo del calabrone, dalla Fiaba dello Zar Saltan. Esegue bene la prova. Benissimo.

La lettera e la carriera

La lettera di Giacomelli è diretta al segretario generale della Fondazione Crt di Torino, Massimo Lapucci. La proposta è sostenere economicamente il giovane prodigio: «Il nostro studente è Giuseppe Gibboni. Se anche la Fondazione volesse contribuire al successo di questo talento, nelle forme che riterrà più opportune, sarebbe un’opportunità per lui ma anche per tutti noi». È il 5 ottobre 2016. A novembre la Fondazione comunica lo stanziamento: borsa di studio per l’intero percorso. A Campagna, in provincia di Salerno, Giuseppe annuncia alla famiglia: «Il Natale è arrivato in anticipo». Oggi quell’adolescente è una stella e ha vinto il Premio Paganini, riportandolo in Italia dopo 24 anni. Un traguardo che segnerà anche i suoi cachet: «Sosterrò gli altri. Voglio cercare di restituire l’aiuto ricevuto: se non si fosse mossa la fondazione forse non sarei qui». Giuseppe è il portabandiera delle star diventate tali (anche) perché qualcuno ha creduto in loro: istituzioni, imprese, privati. Capita nella musica, nelle arti figurative, nella danza. Un processo prezioso, eppure mai scontato, specie in fase di crisi economica.

Una famiglia di musicisti

Giuseppe Gibboni – che proprio questa sera, 19 luglio, suona a Milano nell’ambito della Milanesiana – ha iniziato a studiare musica a tre anni: «Le mie sorelle suonavano il violino ma per me era stato scelto il violoncello. Dicevo: ok, ma da grande farò il violinista». Non ci ha messo molto a imporsi. «Papà Daniele è insegnante di violino, in famiglia – ride – abbiamo la dote della fantasia. Solo mia madre Gerardina si distingue: insegna pianoforte». L’ascesa è a tappe serrate: i premi, il diploma al Mozarteum di Salisburgo, il riconoscimento di «giovane promessa della musica» da parte della Camera dei deputati, l’album (porta il suo nome) inciso con la Warner Classics. «La mia famiglia – prosegue – ha fatto molti sacrifici per farmi studiare, l’aiuto aggiuntivo è stato importante: ci sono le trasferte, spesso bisogna lasciare la propria casa e trasferirsi. Non tutti possono permetterselo». La Fondazione Crt, con il progetto Talenti Musicali, ha offerto circa 250 borse di studio e perfezionamento a ragazzi che hanno poi costruito carriere luminose. Come Gibboni, o come Marta Tortia (classe 1988, torinese, violinista), che il pubblico ha visto, e sentito, anche al cinema: è la controfigura di Miriam Leone e nel film «Corro da te» esegue brani di Mendelssohn. Anche Umberto Clerici, sempre torinese, nato nel 1981, è partito da qui per diventare direttore principale designato della Queensland Symphony Orchestra (inizierà nel 2023).

L’Accademia Teatro alla Scala di Milano

Storie che, dice Massimo Lapucci, «confermano l’importanza della combinazione di due elementi per il successo, in aggiunta alle doti innate: la capacità di riconoscere subito il talento e il coraggio di sostenerlo con atti e strumenti concreti – anche finanziari – nel percorso formativo». La Fondazione Crt, con l’Accademia Perosi, promuove un’intera «Orchestra dei talenti musicali». «Sono seimila i giovani entrati a far parte finora della nostra community dedicata. Che si tratti di tech, innovazione o ricerca, cultura o arte, investire su di loro è strategico: significa investire su un futuro migliore per tutti». E mettere un freno alla fuga dei cervelli. L’Accademia Teatro alla Scala di Milano si muove sulla stessa linea: per «fare sognare» ragazzi promettenti studia le ricette più disparate. Il polo didattico forma tutte le figure che operano nello spettacolo dal vivo: per essere alla portata dei migliori allievi riduce i costi di frequenza, offre borse di studio, esonera dal pagamento della retta. A oltre 160 di loro vengono distribuiti nel complesso circa 700 mila euro l’anno: fondi che arrivano da grandi mecenati, istituzioni e aziende. Da due mesi è attivo anche il fundraising «Dona ora» che permette a chiunque, con un clic, di donare cifre anche piccolissime e di «adottare» studenti. Formule che, ad esempio, hanno agevolato anche la trasferta dalla Sardegna di Clarissa Cabrini, 12 anni: nel 2020 ha conquistato il vertice nella graduatoria di ingresso all’Accademia, sbaragliando altri 428 candidati, e pochi giorni fa è arrivata a esibirsi nella prima nazionale di AfteRite, creazione del britannico Wayne McGregor. Commentando l’avventura di Clarissa, la vicesindaca di Iglesias, Claudia Sanna, aveva parlato di «una bella storia, che dà speranza al nostro Sulcis economicamente così depresso». Ricorda Luisa Vinci, dg dell’istituzione scaligera: «L’Accademia Teatro alla Scala è una scuola di merito, non di censo. Molti sognano di diventare artisti affermati e tutti devono avere la possibilità di coltivare il proprio desiderio, tutti, nessuno escluso».

La filantropia può avere molti volti. Luigi Christopher Veggetti Kanku oggi è un artista affermato, in questi mesi è impegnato in un tour espositivo che si concluderà nel 2023 al Mofa, il Museum of Fine art della Florida University. Nato nel 1979 a Kinshasa, Repubblica Democratica del Congo, e cresciuto a Barlassina, in Brianza, dove è stato adottato, da giovanissimo esponeva in viale Europa a Milano. «Un collezionista, Aurelio Stragapede, aveva comprato alcune opere e mi ha contattato: apro una galleria, se ti piace collaboriamo. Ho avuto un mio spazio, è stato un bel salto. E lì ho capito che potevo farcela».

18 luglio 2022 (modifica il 18 luglio 2022 | 19:52)

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, 2022-07-18 22:57:00, Il giovane violinista è una star internazionale e ha cominciato grazie a una borsa di studio di Crt Torino. I racconti dei tanti giovani che ce l’hanno fatta perché qualcuno ha creduto in loro e ha finanziato i loro studi, Anna Gandolfi

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