Giorgia Meloni: «Se fossi fascista, lo direi». Le proposte della leader di FdI

di Paola Di CaroAncora non è stato presentato, ma il programma di Giorgia Meloni si delinea giorno dopo giorno attraverso le sue parole. La leader di FdI propone fideiussioni per le aziende degli extracomunitari, a garanzia delle tasse. All’inglese «Spectator» dice: io sto con i conservatori, se fossi inglese sarei una tory Ancora non è stato presentato, ma il programma di Giorgia Meloni per il voto si delinea giorno dopo giorno attraverso le sue parole. Lei, sempre più candidata alla premiership anche a sentire gli alleati che attribuiscono percentuali molto alte a FdI, oltre a dirsi nuovamente — in un’intervista al settimanale inglese The Spectator — leader di un partito «conservatore» («Se fossi inglese sarei una tory. Ma sono italiana»), scandisce: «Quando sono qualcosa, io lo dichiaro. Io non mi nascondo. Se fossi fascista, direi che sono fascista. Non ho mai parlato di fascismo, invece, perché non sono fascista». Ma queste sono parole riservate più agli ambienti internazionali che ancora la guardano con molto sospetto. I voti vanno prima presi in casa, e dunque ecco che, a una settimana dall’apertura ufficiale della campagna elettorale (terrà il suo primo comizio ad Ancona il 23, poi toccherà tutti i territori d’Italia) si rivolge agli elettori. Lo fa – ieri parlando a Radio 24 – senza rinnegare le parole d’ordine che hanno caratterizzato il suo partito, sia sui temi macro-economici che su quelli più di immediata percezione degli elettori. Fra i primi, annuncia che la sua politica non sarà certo improntata al liberismo tout-court, anzi: «Il golden power va esteso, fu fatto durante la pandemia, su proposta di FdI, dal governo Conte. Io sono per la difesa delle nostre produzione strategiche, dei nostri marchi e delle nostre infrastrutture strategiche. Ci sono strutture strategiche che non si possono mettere in mano ai privati, tanto meno se stranieri». Tra queste, c’è sicuramente quella della rete, e parlando di Tim spiega che la rete appunto deve «essere di proprietà pubblica non verticalmente integrata quindi il punto è scorporare la proprietà della rete, che secondo me non può essere privata come non lo è da nessuna parte». Poi c’è una proposta molto concreta, che già crea polemica e viene attaccata da sinistra: «Deve finire – dice – l’odioso fenomeno dell’abusivismo e della concorrenza sleale nel commercio, nel turismo, nei servizi, nella manifattura, ecc. Non permetteremo più il gioco dell’apri e chiudi fatto da soprattutto dagli extracomunitari, quello di aziende che non pagano un euro di tasse, agiscono nell’illegalità e poi chiudono i battenti prima che lo Stato si accorga di loro, per riaprire magari con altro nome. Chi vuole lavorare da noi è il benvenuto, ma chi arriva da fuori dell’Ue, prima di aprire la serranda, dovrà presentare una fidejussione a garanzia del pagamento delle tasse». Si passa infine alla conferma che verranno alzate le «pensioni minime e sociali», i fondi vanno trovati in un paese che «spende 110 miliardi l’anno in bonus inutili e che spende fino a 780 euro di reddito di cittadinanza per perfettamente abili al lavoro e dà 270 euro ai pensionati». E dunque torna al sussidio: «Mi vanto che FdI sia stato l’ unico partito a non votarlo. Uno stato giusto non mette tutte le persone sullo stesso piano. Distingue chi non può da chi non vuole lavorare». Diverso l’approccio sul salario minimo: «Non è una soluzione, ma uno specchietto per le allodole. I salari vanno aumentati ma la gran parte dei lavoratori ha un contratto nazionale, e quasi tutti i contratti nazionali prevedono una paga minima. Bisogna intervenire invece sul cuneo fiscale, tagliare le tasse sul lavoro». 19 agosto 2022 (modifica il 19 agosto 2022 | 11:34) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-08-19 09:36:00, Ancora non è stato presentato, ma il programma di Giorgia Meloni si delinea giorno dopo giorno attraverso le sue parole. La leader di FdI propone fideiussioni per le aziende degli extracomunitari, a garanzia delle tasse. All’inglese «Spectator» dice: io sto con i conservatori, se fossi inglese sarei una tory, Paola Di Caro

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