di Marta Serafini
L’intervista della nostra inviata a una sopravvissuta al sisma: La mia famiglia per fortuna sta bene. Ma ho perso degli amici, sono giorni che non li sento
DALLA NOSTRA INVIATA IN TURCHIA
Strada tra Antakya e Adana — Ozlem, una ragazza – tra donne l’et non si chiede – si fermata di colpo lungo la strada poco fuori Antakya. Hai bisogno di un passaggio?. Ozlem alla guida di una Punto scassata. Sui sedili, tutto intorno sacchetti e borse pieni di oggetti. La casa di Ozlem non pi agibile. Antakya distrutta, e si dorme solo all’aperto per davvero (come abbiamo scritto oggi qui).
Nessun posto sicuro. Nonostante Ozlem stesse scappando da quel groviglio di macerie, sangue e paura, ci ha dato un passaggio e per sei ore siamo state insieme. Abbiamo parlato di molte cose. Compreso di pappagalli, visto che ne aveva uno bianco e giallo chiuso in una gabbietta accatastata sulle valigie. Il pappagallo si chiama Sismay, o una cosa del genere che ricorda molto la parola sisma. Un sorriso triste passa tra gli occhi mentre racconta Ozlem. Dicono che gli animali e i pappagalli in particolare riescono a sentire prima i terremoti, ma evidentemente lui non di quel genere.
Ozlem ha perso tanto. La mia famiglia per fortuna sta bene. Ma ho perso degli amici, sono giorni che non li sento. Sembra passato un secolo dalla notte tra domenica e luned. Ozlem ha perso anche i suoi due gatti. Sono scappati, chiss dove sono finiti. Loro s che il terremoto devono averlo sentito. Ozlem non aveva un posto per la notte. Le abbiamo chiesto di stare con noi. Vado da un amico, stata la riposta. Niente servito a farle cambiare idea. Poi ieri sera un ultimo messaggio prima di dormire. Tutto ok, sono al sicuro, un’amica mi ha trovato un posto caldo. Domani vedremo.
9 febbraio 2023 (modifica il 9 febbraio 2023 | 09:40)
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