Lo scorso 21 novembre tutte le scuole italiane hanno osservato un momento di ricordo in onore della povera Giulia Cecchettin, la ragazza 22enne per il cui omicidio è stato accusato il suo ex fidanzato, Filippo Turetta. Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha previsto un minuto di silenzio, che in molti istituti si è tradotto in minuto di “rumore”.
In ogni caso, in ogni scuola la ragazza è stata celebrata in qualche modo. Tranne in una scuola media milanese. Secondo quanto riporta MilanoToday un docente si sarebbe rifiutato di osservare il minuto di silenzio nonostante le direttive ministeriali e nonostante alcuni degli studenti presenti glielo avessero esplicitamente chiesto.
Lo sfogo della madre
L’insegnante avrebbe ignorato del tutto le richieste dei suoi alunni, stando a quanto appreso dalla mamma di uno dei ragazzini che ha provato a ricordare al professore l’iniziativa. “Dopo aver ricevuto la comunicazione dal dirigente e in ragione del fatto che sono madre di tre maschi, fin dal lunedì ho anticipato ai miei figli l’iniziativa. Cercando di spiegare loro le circostanze, l’importanza di questo momento storico e perché quel gesto avrebbe avuto un alto valore simbolico”, si è sfogata la madre.
“La sera ne avevamo parlato e mio figlio aspettava quel momento, tanto che insieme ad altri compagni ha ricordato al professore di alternativa l’iniziativa ma l’insegnante ha ignorato le richieste dei ragazzi e delle ragazze, che ci sono rimasti male. La questione è importante perché così alle nuove generazioni arriva un messaggio sbagliato. In famiglia possiamo parlarne perché sì, è un lavoro che parte da casa. Questo lavoro però deve essere coadiuvato anche dagli insegnanti e dalla scuola”, ha aggiunto.
“Personalmente lo trovo poco rispettoso e, alla luce degli ultimi accadimenti, anche poco educativo. Non voglio entrare nel merito del come mai non si sia potuto trovare un solo minuto da dedicare, ma vorrei far presente che i ragazzi di oggi saranno gli uomini di domani e la scuola ha un ruolo fondamentale nel sensibilizzare verso certi argomenti che, se vogliamo, sono importanti tanto quanto le materie che vengono studiate”, ha concluso la donna.
La ricostruzione del dirigente scolastico
Il dirigente ha ricostruito l’accaduto: “Ho accertato che si è trattato di un semplice malinteso. Il docente di attività alternativa aveva in quell’ora due gruppi di due diverse classi, alcuni ragazzi gli avevano comunicato di aver osservato il minuto di silenzio alla fine della terza ora (ma presumibilmente qualcuno ha capito male, confondendo la preparazione al minuto, prevista nell’ora precedente, col silenzio previsto per l’inizio della quarta ora), alla sollecitazione di un paio di ragazzi ha quindi risposto che il minuto era già stato fatto. Non intendo certo minimizzare la gravità della leggerezza, né addentrarmi in questa sede sui precedenti di questi ragazzi col docente, ma non vedo gli estremi per un provvedimento disciplinare”.
Meglio fare rumore?
La sorella di Giulia, Elena, ha chiesto di “fare rumore” per la giovane, di “bruciare tutto”. “Non fate un minuto di silenzio per Giulia, ma bruciate tutto e dico questo in senso ideale per far sì che il caso di Giulia sia finalmente l’ultimo, ora serve una sorta di rivoluzione culturale”, ha detto, come riporta Fanpage.it. La stessa cantante Madame aveva invitato genitori e docenti a parlare di questi temi.
In una lettera riportata da Ansa una vittima di violenza è sulla stessa linea: “Sono una vittima di violenza di genere, una di quelle che si è salvata, per ora. Ho letto del minuto di silenzio indetto oggi in ogni scuola di ordine e grado per Giulia e tutte le vittime di violenza di genere. Non sono d’accordo e mia figlia non parteciperà”.
“Basta silenzio, basta mettere in discussione quello che diciamo perché magari, mentre lo raccontiamo, non piangiamo, non urliamo o indossiamo la gonna e basta con ‘tranquilla, è un così bravo ragazzo, magari era nervoso e tu hai risposto male’. Basta! Bisogna parlare, dirlo, urlarlo se serve, educare e fare!”, ha scritto.
Come riporta RomaToday, dal Kant al Mamiani, dal Giulio Cesare al Manara e il Tasso, sono diversi gli studenti romani che hanno preferito il rumore. “Il femminicidio di Giulia ci sconvolge, ci fa contorcere lo stomaco – si legge nel comunicato condiviso sui social – ma non ci sorprende. Abbiamo sperato di poterla rivedere esporre i suoi disegni, ma dentro di noi sapevamo come sarebbe andata a finire. E’ inspiegabile il vuoto che sentiamo dentro di noi in questo momento, ma sappiamo benissimo invece cosa ha portato alla morte di un’altra sorella”.
Come riporta RaiNews gli studenti del liceo Vittorio Emanuele di Palermo hanno dedicato un minuto di rumore a Giulia Cecchettin davanti l’ingresso dell’istituto. Al liceo Righi di Roma è stato fatto un lungo minuto di applausi.
A Milano situazione simile. Dal classico Manzoni, al Carducci, dall’Agnesi al Tenca, dal Cremona-Zappa al Boccioni, gli allievi di diversi istituti milanesi hanno aderito alla protesta, come riporta La Repubblica. “La famiglia di Giulia si è chiaramente espressa contro questa iniziativa, proponendo invece un minuto di rumore. Noi aderiamo all’iniziativa dei familiari – spiegano dal collettivo Mille papaveri rossi del liceo classico Carducci – Non vogliamo una scuola che stia in silenzio e che non si occupi di educare all’affettività, alla sessualità e al consenso”.
Lunedì, come riporta La Repubblica, centinaia di studenti, a Padova, si sono radunati nel cortile dell’università, che lei stessa frequentava, per ricordare Giulia facendo rumore: “Oggi qui non faremo un minuto di silenzio ma un minuto di rumore”. Gli studenti hanno così risposto facendo rumore con chiavi, borracce, applausi, fischi, urla. “106 donne prima di lei solo nel 2023 in Italia sono state ammazzate”, è stato ricordato. “Per tutte queste donne non possiamo rimanere in silenzio e i minuti di commiato non ci bastano. Vogliamo una vita di rumore, vogliamo alzare la voce ogni volta che assistiamo a comportamenti sessisti e misogini, vogliamo che le istituzioni siano pronte a rispondere e a supportarci ogni volta che chiediamo aiuto”, è stato detto al microfono.
L’associazione Non una di meno, attiva nell’ambito della violenza di genere, ha scritto su Instagram: “Invitiamo tuttə a boicottare il minuto di silenzio imposto alle 11:00 dal Ministero dell’Istruzione Valditara. Facciamo rumore, creiamo spazi di parola e confronto, organizziamo letture e momenti di condivisione, apprendiamo striscioni fuori da scuole e università! Ma non restiamo in silenzio! Per Giulia. Per tuttə!”.
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