Giulia Schiff e il matrimonio in Ucraina: Il fronte, i denti rotti e i rischi: il nostro amore sotto le bombe

di Andrea Pasqualetto

La foreign fighter italiana si sposata con un soldato israeliano della legione internazionale: Siamo felici quando riconquistiamo i paesi e salviamo la gente. Lui ferito, ora ci occupiamo di portare aiuti alle prime linee

Un anno di guerra, l’amore e ora il matrimonio, al fronte. Non si pu certo dire che la vita di Giulia Schiff sia tradizionale. Prima pilota militare, poi legionaria in Ucraina e ora sposa ventiquattrenne di un soldato israeliano che fino a qualche tempo fa combatteva con lei nel Donbass. Sono convolati nel giorno di San Valentino a Dnipro, Ucraina orientale, terra di frontiera e di battaglie.

Come si fa a sposarsi a Dnipro?
Nessuna cerimonia naturalmente. Nessun invitato, nessun parente. Abbiamo messo due firme davanti all’impiegata dell’ufficio dei matrimoni del Comune e siamo diventati marito e moglie a tutti gli effetti. Viaggio di nozze al fronte in Donbass, forse a Bakhmut, sempre per lavoro naturalmente.

Senza testimoni?
S, in guerra consentito. In tempi normali i matrimoni civili si celebrano con tutti i crismi, testimoni, fiori, violinisti, tappeto rosso… Il 7 maggio faremo anche noi tutto il resto, in Italia. Tra l’altro non abbiamo preso neppure gli anelli perch siamo al verde. Tutti i soldi che avevamo li abbiamo messi nella fondazione umanitaria che abbiamo creato, Cloudwolker.

Di cosa si occupa la fondazione?
un’organizzazione di beneficienza. Raccogliamo fondi, medicine, alimenti, equipaggiamento e beni di prima necessit e li portiamo con la nostra ambulanza al fronte, dai nostri colleghi militari ma anche ai civili e agli ospedali.

Mi parli di lui?
Si chiama Viktor Frydman, alto un metro e novanta, laureato in management ed era comandante di carrarmato dell’esercito israeliano e anche qui lo ha fatto. E’ un musicista, istruttore di un’arte marziale, stato vicecampione di pugilato della sua categoria in Ucraina. Conosce quattro lingue e tre alfabeti… quasi perfetto.

Quand’ scoccata la scintilla?
Il 7 maggio a nord di Karkhiv, mi sono unita al suo team dopo aver fatto l’isrtruttrice a Leopoli e aver ripulito la zona di Kiev e Irpin’, eravamo entrambi arruolati nella legione internazionale, ed stato praticamente amore a prima vista, o quasi. Lui mi ha regalato l’equipaggiamento che non avevo ed stato subito molto premuroso nei miei confronti. Ha visto una ragazzetta esile, ex pilota militare, ha detto ma cos’ ‘sta roba? E con la franchezza tipica della guerra mi ha detto mi piaci senza tanti preamboli. Qui non c’ tempo da perdere in corteggiamenti, perch pu succedere che vai in missione e non torni, capito?.

Figli?
Non sono in programma, al momento: non abbiamo nemmeno il tempo di respirare. L’obiettivo ora far crescere la Fondazione.

Il sogno?
Al momento vorremmo aprire un orfanotrofio nella nostra base e portare un ospedale su ruote in prima linea.

Prevedete che la guerra duri molto
Non lo sappiamo ma bisogna essere pessimisti per non farsi prendere alla sprovvista dalle situazioni peggiori.
Chiede al marito quanto durer.
Lui dice un anno. Dice che finir quando l’Ucraina si riprender tutte le sue terre e riporter i confini a quelli del 1991. I russi hanno fomentato i civili del Donbass tramite spie e mazzette e hanno creato questo movimento di infiltrati filorussi che cercavano di manipolare la popolazione. Va estirpato il male dal Donbass e dalla Crimea e soprattutto dobbiamo riprenderci a tutti i costi Mariupol, soprattutto dopo quello che hanno fatto ai ragazzi del battaglione Azov, uccidendo un sacco di ebrei. Bisogna mettere anche in sicurezza la centrale nucleare di Zaporizhzhia che stanno bombardando.

Non temi l’escalation nucleare?
Io, da ignorante, penso che Putin, nonostante la sua megalomania, non usi quell’arma perch gli si ritorcerebbe contro.

Cosa significa essere al fronte?
Significa avere le palle e credere davvero nei valori che ci muovono. Fare il soldato non una bella cosa in s ma se lo fai per difendere un popolo e per la tutela dei diritti umani, puoi esserne orgoglioso.

Cosa fai esattamente?
Io, nell’ultimo team, dopo che Viktor stato ferito, motivo per il quale ha dovuto chiudere il contratto e rientrare, mi sono unita alle forze speciali della legione. Fino a qualche tempo fa facevo ricognizione e attacco. Si va oltre la prima linea fino a quando non trovi il nemico.

E quando lo trovi?
Lo spingi, avanzi e… lasciamo perdere.

Dove vivrete?
In Ucraina.

La scena pi brutta che hai visto?
Il bombardamento di una zona dove c’erano dei bambini che non siamo riusciti a salvare. Ricordo poi la scena di una madre che non ha voluto venire con noi per mettersi in salvo assieme a i suoi bambini. Avevamo appena cacciato i russi dal suo villaggio. Aveva paura perch si stava facendo buio. Noi siamo dovuti rientrare perch non avevamo i visori notturni. Hanno poi raso al suolo il villaggio, hanno fatto un convoglio per evacuare i superstiti e i russi hanno sparato al convoglio e c’era anche lei.

Il pericolo pi grande?
Missione di intelligence con Viktor: dovevamo infiltrarci in un villaggio occupato nel cuore della notte. I russi avevano il “cielo” e hanno aspettato che fossimo scoperti per iniziare a bombardare dall’alto e con mine, colpi di mortaio. La notte era illuminata a giorno. Io ero rimasta indietro perch il mio zaino si era aperto. Poi mi sono messa a correre e ho trovato dei soldati sotto choc. Li ho presi con me perdendo tempo. Non vedevo pi i colleghi ma solo le luci delle esplosioni. Sapevo che l avanti c’era Viktor. Anche lui non mi vedeva pi ed corso indietro in mezzo al campo sotto le bombe. Ma trovava anche lui i ragazzi feriti e li portava al riparto. L’ha fatto per tre volte. Finalmente poi ha trovato me e l stato un momento da cuore in mano, un grande sollievo. Io tra l’altro mi ero rotta i denti cadendo tra una bomba e l’altra.

Non hai paura di morire?
Certo ma la paura pu essere anche lo spirito di sopravvivenza che ti tiene reattivo e ti permette di ragionare rapidamente per salvarti. Il controllo della paura professionalit.

Hai detto che Viktor ha problemi di salute: cosa gli successo?
Lui era un leader ed era sempre il primo del team, anche insieme a georgiani, bielorussi, s anche bielorussi. Ha subito una decina di volte delle onde d’urto sbattendo la testa. L’ultima, in una missione in cui doveva portare in salvo dei soldati perch il capo missione ha avuto un malore, era sotto attacco di carrarmati e droni iraniani. I russi hanno bombardato la casa dove si era rifugiato togliendosi il casco. E quello stato fatale. Ora soffre di microtraumi nel cervello che gli creano delle emicranie fortissime debilitanti. Quando ha questi attacchi non riesce nemmeno a reggersi in piedi. Non pu pi stare al fronte.

Non ti manca l’Italia?
S ma qui trovo affetto, stima, inclusione e un grande calore umano. Gli ucraini di essere europei.

Avrai incontrato pure qualcuno che si sente russo, nell’area di confine
Io sono stata nei villaggi occupati e non ne ho conosciuti.

Hai avuto dei problemi in Italia per il fatto di essere andata a combattere in Ucraina?
Zero. Anzi, le forze dell’ordine mi hanno dimostrato grande stima. Nelle caserme dei carabinieri mi hanno fatto i complimenti. Il comandante dei carabinieri del mio paese mi ha fatto la cesta di Natale.

Non pensi che vivere costantemente sotto le bombe possa avere ripercussioni sul tuo equilibrio?
C’ chi la vive male, anche Vikter ha gli incubi di notte. Ma noi vediamo anche l’amore, la speranza e la gioia delle riconquiste, delle famiglie liberate. Noi salviamo persone. La viviamo con rabbia ma con speranza.

16 febbraio 2023 (modifica il 16 febbraio 2023 | 19:05)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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