Gli studenti usano ChatGPT. Il 45% afferma che li aiuta nelle attività scolastiche, ma si teme influenza negativa nel rapporto con i docenti

In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale si sta rapidamente integrando nelle nostre vite, il modo in cui gli studenti percepiscono e interagiscono con queste tecnologie diventa sempre più rilevante.

Un recente sondaggio condotto sull’Istituto Freud di Milano, con un campione di 1.100 studenti, ha rivelato dati significativi riguardo al loro rapporto con ChatGPT.

È emerso che il 44% degli studenti conosce ChatGPT, ma solo il 42% lo utilizza con frequenza. Il dato potrebbe riflettere una cautela nell’adottare nuove tecnologie o una mancanza di consapevolezza sulle potenziali applicazioni di queste piattaforme. Nonostante ciò, il 45% ritiene che ChatGPT possa sveltire e aiutare nelle attività scolastiche, indicando una percezione positiva del suo impatto sulla produttività.

Una preoccupazione chiave tra gli studenti è l’impatto che ChatGPT potrebbe avere sul rapporto tra docente e alunno, con il 43% che teme una potenziale distanza nella relazione educativa. Il dato evidenzia l’importanza dell’elemento umano nell’istruzione, nonostante l’ascesa delle tecnologie AI.

Daniele Nappo, direttore dell’Istituto Freud, osserva che i giovani non sono intimoriti dall’IA nella vita quotidiana e anzi, sono affascinati dalle sue potenzialità. Tuttavia, il 27% preferisce non utilizzarla, mentre il 34% è incuriosito dalle sue applicazioni pur non avendola mai usata per compiti scolastici.

Nel contesto lavorativo, il 51% ritiene che l’IA sia molto utile per automatizzare procedure nelle grandi aziende, mentre il 40% vede potenziali nuove prospettive di business e innovazione. Tuttavia, il 47% esprime preoccupazioni che l’IA possa sostituire la forza lavoro umana e diminuire il valore personale.

Il sondaggio offre uno spaccato significativo sulle percezioni degli studenti riguardo all’IA e a ChatGPT in particolare. Mentre riconoscono i benefici potenziali, esprimono anche preoccupazioni legittime riguardo al suo impatto sull’educazione e sul mercato del lavoro.

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