Gps: la collocazione in coda agli elenchi aggiuntivi penalizza chi si abilita o specializza nellanno in cui non vengono aggiornate

Il comitato “Nessun precario resti escluso” ha avviato nell’estate del 2022, tramite vari comunicati e interlocuzioni con gli addetti ai lavori, la rivendicazione per la giusta collocazione meritocratica nella graduatoria di prima fascia su sostegno in base al punteggio dei titoli acquisiti e non in coda negli elenchi aggiuntivi, che penalizza i docenti precari che si abilitano o specializzano nell’anno in cui non c’è l’aggiornamento delle graduatorie GPS.

Tale vertenza è tornata di moda con l’approvazione del DL n. 73/2021 che ha dato la possibilità, in via straordinaria, di reclutare ai fini dell’immissione in ruolo da prima fascia GPS, dopo che fu stabilito, per il reclutamento da GAE, l’incostituzionalità dell’inserimento in coda negli elenchi aggiuntivi (cfr. sentenza n. 41/2011 della Corte Costituzionale).
I neo-specializzati su sostegno sono in numero elevato: i vincitori del concorso di accesso al TFA settimo ciclo sono circa 26 mila, a cui si aggiungono coloro che si sono iscritti in soprannumero. Considerati i numeri così elevati degli aspiranti docenti neo-specializzati, che sono penalizzati dal sistema di inserimento negli elenchi aggiuntivi, essi non meritano di essere trattati in questo modo da una politica che non usa la ragionevolezza, a causa anche di richieste sindacali che determinano ulteriori spaccature nella categoria, favorendo una parte minoritaria dei docenti interessati e a discapito degli altri. Infatti, il MIM ha messo attualmente da parte, su pressione dei sindacati, la procedura ordinaria da GM regionali su sostegno secondo la normativa vigente, di cui al DM n. 259 che è attuativo di quanto disposto al comma 980 art. 1 della Legge n. 178/2020, e ha riproposto la procedura di reclutamento da prima fascia GPS su sostegno (cfr. DL n. 44 art. 5 comma 5), prorogata anche per il prossimo anno scolastico, in via straordinaria ai fini dell’immissione in ruolo.

Il fatto è dir poco sconcertante, innanzitutto, perché le GPS sono graduatorie ideate per l’assegnazione degli incarichi di supplenza e non per le immissioni in ruolo. Inoltre, la procedura da GM regionali su sostegno, che è meritocratica a differenza dell’uso degli elenchi aggiuntivi alle GPS, consentirebbe di scegliere una regione più favorevole a coloro che sono rimasti bloccati nelle GPS del sud Italia, anche a causa di indicazioni errate da parte di alcuni sindacalisti sulla scelta della provincia di iscrizione delle GPS. Ma per quest’anno, a parte improbabili colpi di scena, la procedura da GM regionale su sostegno è stata accantonata in luogo della procedura di reclutamento da GPS prima fascia su sostegno che, rispetto alla procedura da GM regionali su sostegno, è penalizzante soprattutto per coloro che intendono cambiare provincia rispetto ai neo-specializzati non inseriti in alcuna GPS e liberi di scegliere la provincia di inserimento negli elenchi aggiuntivi alle GPS di prima fascia su sostegno.

Del tutto ininfluente sarà la cosiddetta “mini call veloce” (cfr. DL n. 44 art. 5 comma 12) perché, essendo l’ultima procedura, in ordine cronologico, che sarà eventualmente usata prima del conferimento degli incarichi di supplenza, non lascerà posti disponibili, a parte quelle pochissime zone e sedi scolastiche al nord Italia dove nessuno preferisce andare; per tale motivo, praticamente quest’anno viene impedito lo spostamento in altra provincia, con conseguenze molto gravi perché si passa dalla possibilità di reclutamento ai fini dell’immissione in ruolo nelle province del nord, alla mancata possibilità di ricevere persino incarichi di supplenza dagli elenchi aggiuntivi alle GPS di prima fascia su sostegno nel sud Italia. Ciò è una palese ingiustizia nei confronti dei neo-specializzati e specializzandi su sostegno inseriti nelle GPS al sud Italia, considerato che le graduatorie GPS sono state ideate per le supplenze e non si poteva sapere che tali graduatorie sarebbero state usate, con reiterate proroghe della procedura di reclutamento straordinaria, ai fini delle immissioni in ruolo, il che avrebbe potuto indirizzare la scelta verso un’altra provincia più favorevole al reclutamento. Essi, dopo aver investito tempo, risorse mentali e finanziarie, rischiano addirittura di non ottenere nemmeno un incarico di supplenza, nonostante il titolo di specializzazione italiano conseguito con impegno e superando diverse selezioni, sia per l’accesso al corso TFA che in itinere durante lo svolgimento dello stesso.

In conclusione, per quanto sopra esposto, il modo di agire dei politicanti e dei sindacalisti determinerà, probabilmente, una marea di ricorsi giudiziari contro il Ministero, essendo un modo di fare che va a danno del buon funzionamento della scuola, a danno dei diritti degli alunni bisognosi di sostegno e che continuerà a creare ulteriori spaccature all’interno della categoria dei docenti della scuola.

Comitato “Nessun precario resti escluso” 

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