Grano, Putin blocca l’accordo con l’Ucraina. Impennata dei prezzi: cosa succede ora

Gli effetti della guerra

di Redazione Economia31 ott 2022

Nuova impennata del prezzo del grano sui mercati internazionali dopo che la Russia ha sospeso l’accordo con l’Ucraina per il passaggio del grano di Kiev attraverso il Mar Nero in seguito agli attacchi subiti dalla sua flotta a Sebastopoli. I future sul grano tenero balzano del 5,6% a 8.762,5 dollari al bushel, dopo aver toccato un massimo del 7,7%, mentre quelli sul grano duro salgono del 4,8% a 9.645 dollari il bushel, dopo un picco del +6,2%, sui timori di un nuovo blocco all’export di grano ucraino, tra i principali produttori internazionali di frumento. Tra i beni alimentari si surriscaldano anche il mais (+2,3% a 696,7 dollari) e l’olio di palma (+2,8%).

Mosca: senza di noi nessun accordo

Le Nazioni Unite e la Turchia stanno cercando di salvare l’intesa ed evitare una crisi che rischia di innescare una carestia planetaria. Ma per ora centinaia di migliaia di tonnellate di grano pronte per la consegna in Africa e Medio Oriente sono a rischio. Inoltre, le esportazioni di mais ucraino verso l’Europa subiranno un calo.

Il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha dichiarato che senza la partecipazione della Russia un accordo per esportare il grano dai porti ucraini è «difficilmente fattibile». Lo riporta l’agenzia Interfax. «Nelle condizioni in cui la Russia parla dell’impossibilità di garantire la sicurezza della navigazione in queste aree, un accordo del genere è difficilmente fattibile, e assume un carattere diverso: molto più rischioso, pericoloso e non garantito», ha aggiunto il portavoce del Cremlino. A Peskov è stato anche chiesto di commentare l’intenzione espressa dalla Turchia di continuare l’«accordo sul grano». «I contatti continuano con la parte turca, così come con l’Onu attraverso i dipartimenti diplomatici e di altro tipo», ha risposto. Peskov accusa Kiev di aver fatto fallire l’accordo: «Le azioni dell’Ucraina sono l’escalation del conflitto, come vedete nei fatti. Sono precisamente queste azioni da parte ucraina che mettono in crisi questo accordo. Sono volte a minare l’atmosfera di fiducia e sicurezza garantita. Si conseguenza è necessario partire dal fatto che sono queste azioni della parte ucraina, ben note e recenti, che mettono sotto imaccia l’accordo«.

Confagricoltura: rischio crisi alimentare

«L’aumento era scontato. – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – L’intesa siglata a luglio con la mediazione dell’Onu e della Turchia ha dato ottimi risultati, con la partenza dai porti dell’Ucraina di 9 milioni di tonnellate di prodotti agricoli, soprattutto grano e mais». «Sono già stati attivati i contatti al massimo livello per trovare una soluzione. Intanto, è tornato a salire il rischio di una crisi alimentare globale». A livello europeo, secondo i dati diffusi a luglio dalla Commissione, la produzione di cereali si è attestata a circa 270 milioni di tonnellate, in riduzione di 7 punti percentuali sulla campagna 2021/2022, essenzialmente a causa della siccità. Per il grano tenero, i raccolti (127 milioni di tonnellate) consentono di coprire il fabbisogno interno degli Stati membri e di destinare all’esportazione nei Paesi terzi un quantitativo nell’ordine di 36 milioni di tonnellate. «In questo quadro – sottolinea il presidente di Confagricoltura – spicca la situazione critica relativa al mais. Sarà necessario importare circa 20 milioni di tonnellate, in concorrenza con la Cina, che è il primo importatore a livello mondiale».

Due navi salpate dall’Ucraina

Nonostante la sospensione da parte della Russia dell’accordo sul trasporto di derrate alimentari, due navi mercantili cariche di grano hanno lasciato i porti ucraini imboccando il corridoio marittimo umanitario diretto in Turchia. Lo riporta il sito specializzato Marine Traffic. Dodici navi mercantili lasceranno i porti ucraini nella giornata di lunedì 31 ottobre e altre quattro si dirigeranno verso di loro, una delle quali, battente bandiera turca, è già salpata, ha affermato il Centro di coordinamento congiunto (Joint Coordination Center, Jcc), responsabile della supervisione dell’accordo sulle esportazioni di grano ucraino attraverso il Mar Nero.

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, 2022-10-31 14:38:00, Il grano tenero balza fino al 7,7%, quello duro fino al 6,2%. Tra i beni alimentari si surriscaldano anche il mais (+2,3% a 696,7 dollari) e l’olio di palma (+2,8%)., Redazione Economia

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