Hillary Clinton: «Putin è un bullo. Meloni? Una donna è una rottura col passato, poi andrà giudicata dai fatti»

di Greta Privitera, nostra inviata a Venezia

L’ex segretario di Stato su donne, America e futuro: «Ci sono molte leader che mi piacciono. La democrazia è in pericolo. Ma Trump è in un sacco di guai»

A metà del colloquio dice: «Gorbaciov l’ho incontrato diverse volte. Ho sempre pensato che meritasse un posto nella Storia. Ha visto nel suo percorso politico una possibilità di riformare la Russia. Ha immaginato che il suo Paese potesse far parte di un mondo più grande e avvicinarsi all’Europa: era l’opposto di Putin». L’opposto di Putin, che, secondo Hillary Clinton, è invece: «Un bullo, un assassino, un egocentrico pericoloso».

Così, senza mezze misure, né compromessi tra il pensiero autentico e le parole con la stampa, l’ex segretario di Stato dell’amministrazione Obama ci racconta le sue verità. Stando alle cose che si leggono su di lei, la si immagina: preparatissima, confermato; di opinioni forti, confermato; molto istituzionale, quasi fredda, smentito.

«Si sieda, vuole qualcosa da bere? Ha visto la Biennale? Sono ancora incantata da tanta bellezza. Bravissima Cecilia (Alemani, curatrice), ha fatto un lavoro meraviglioso», ci dice.

Mrs. Clinton è un fiume in piena. La incontriamo a Venezia, alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, poco prima della conferenza stampa per i DVF Awards, i premi per le donne della designer Diane von Fürstenberg, in cui lei rappresenta la sua associazione no profit Vital Voices Global Partnership, fondata nel 1997. Siamo in Laguna, ma senza saperlo abbiamo varcato la soglia di Hillaryland, come dice Huma Abedin, suo braccio destro, sempre accanto a lei. «Una terra magnifica. Per farne parte devi avere forte passione e una profonda predisposizione al “servizio pubblico”», dice Abedin.

Nelle leadership femminili Hillary crede moltissimo. E nelle giovani politiche del mondo vede il futuro, ed è su di loro che investe le sue energie: «Ci sono una sfilza di leader donne che mi piacciono. Penso a Jacinda Ardern, prima ministra della Nuova Zelanda. Il modo con cui ha gestito la pandemia e il massacro nella moschea nel 2019 è stato davvero unico». Subito dopo nomina Sanna Marin, l’adora. Certo, detesta gli attacchi delle ultime settimane arrivati dopo i video in cui Marin balla con gli amici, ma la sua ammirazione deriva dalle scelte politiche che ha fatto, non dalle critiche che ha ricevuto: «È stata molto coraggiosa ad aver guidato la Finlandia nella Nato. Sulle danze, siamo al classico doppio standard che si applica con le donne, giudicate sempre duramente. Ma ho l’impressione che il mondo si stia abituando ad averci nei parlamenti e nei partiti».

Non potevamo non chiederle che cosa pensa della possibile vittoria di Giorgia Meloni, giovane e donna. «L’elezione della prima premier in un Paese rappresenta sempre una rottura col passato, ed è sicuramente una buona cosa. Però poi, come per ogni leader, donna o uomo, deve essere giudicata per quello che fa. Non sono mai stata d’accordo con Margaret Thatcher, ma ho ammirato la sua determinazione. Chiaramente poi si votano le idee». Clinton è sicura che le donne a destra siano molto più supportate dal partito rispetto che a sinistra. «Vengono protette dal patriarcato perché spesso sono le prime a supportare i pilastri fondamentali del potere maschile e del privilegio. Oggi, in America, le leader di destra sono contro l’aborto, molto in favore delle armi». Mentre i suoi le fanno segno che forse è tardi, lei dice: «Go ahead». Andiamo avanti, allora. «Mrs. Clinton, stiamo rischiando la fine della democrazia?». Lei, con sorriso annesso: «Eccome». Secondo la ex First Lady, i cittadini che vivono nelle democrazie, come gli italiani e gli americani, hanno un compito importantissimo: «Devono rendersi conto che ci sono forze molto potenti che cercano di dominare non solo la politica, ma anche la cultura. Il tipo di politico che di solito va d’accordo con queste forze è il demagogo». Per ora, non nomina mai Trump. «Il demagogo è colui che sa attirare l’attenzione con insulti e frasi scioccanti: gli elettori pensano che sia un uomo più autentico ma si tratta di pura performance».

Secondo Clinton, la democrazia ha avversari interni ed esterni. «Per esempio, fuori abbiamo la Russia che interferisce nelle elezioni, sceglie i candidati, i partiti, usa gli attacchi cibernetici, ruba documenti per cercare di far eleggere nel mondo le persone che potrebbero essere a favore di Putin». Nessuno sconto per il leader del Cremlino che definisce killer, come ha fatto Joe Biden nel 2021. «Quell’uomo vuole ricostruire l’impero russo con lui al centro, come fosse Pietro il Grande. Gorbaciov era diversissimo, sia Ronald Reagan che il primo Bush dicevano che con lui si poteva dialogare».

Racconta di essere davvero orgogliosa di come i Paesi occidentali si siano uniti contro l’invasione dell’Ucraina. «Il governo ucraino e il suo popolo sono incredibili. Non so come finirà la guerra perché sceglieranno loro se e quando negoziare con Putin, ma sento che non è una cosa che avverrà a breve».

Appoggia la schiena alla sedia, si distende, rallenta la velocità delle parole, come quando ci si vuole far capire bene: «Molte persone che votano questi demagoghi pensano che il peggio succederà agli altri, ma poi vedono le cose avvicinarsi sempre di più e fa paura». Ci dice di guardare con attenzione non solo all’Ucraina, ma anche a quello che sta succedendo in America con il rovesciamento della legge sull’aborto. «Indovinate un po’?», continua, «l’incesto esiste. Le bambine di 10 anni (batte un forte pugno sul tavolo), di 11 (secondo pugno), 12 anni (terzo pugno) vengono molestate e rimangono incinte. Sì, esiste che uno sconosciuto violenti una ragazza che conosci, sì, ci sono complicazione durante la gravidanza che fanno rischiare la vita. Le persone che hanno lottato perché la Roe v. Wade fosse cambiata oggi sono prese a schiaffi dalla realtà. Però, c’è una cosa positiva in tutto questo: i candidati democratici pro choice negli Stati ora stanno vincendo (per le elezioni del midterm, ndr). E allora, ogni tanto possiamo dire che serve qualche schiaffo dalla realtà per cambiare le cose».

Anche se da qui vediamo Trump che, nonostante le inchieste, i guai a Mar-a-Lago, ci dice che nel 2024 tornerà più forte che mai. Nel 2016 nessuno credeva che potesse vincere, siamo sicuri che le cose cambino davvero? «Primo: non so nemmeno se riesce a candidarsi, è in un sacco di guai. Secondo: molti repubblicani sono pronti a sfidarlo. Terzo: io non sono sicura che gli americani vogliano tornare indietro a Trump. L’ho battuto per 3 milioni di voti, in qualsiasi altro Paese sarei stata io la presidente».

La chiamano, deve fare le foto del premio, la conferenza stampa, si deve preparare. L’ultima domanda, Mrs. Clinton. Nella serie tv che conduce con l’adorata figlia Chelsea, Gutsy (coraggiose), in uscita il 9 settembre su Apple Tv e che prende spunto dal loro libro, dice che la decisione di stare in un matrimonio dopo un tradimento non è per tutti. Le chiediamo: ce l’ha un consiglio per sopravvivere felicemente alle crisi di coppia? «L’altro giorno ho sentito questa frase, non so di chi sia: il matrimonio è come un romanzo, non un racconto breve. Ho pensato che riassumesse bene quello che penso. Stare insieme è una delle cose più gutsy che si possono fare».

2 settembre 2022 (modifica il 2 settembre 2022 | 00:02)

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, 2022-09-02 05:43:00, L’ex segretario di Stato su donne, America e futuro: «Ci sono molte leader che mi piacciono. La democrazia è in pericolo. Ma Trump è in un sacco di guai», Greta Privitera, nostra inviata a Venezia

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