Non sempre l’iscrizione al fondo casalinghe conviene. Vediamo cosa fare in presenza di contributi obbligatori.
In alcuni casi ci si trova a non raggiungere i 20 anni di contributi e si cerca la soluzione per avere diritto ad una, seppur minima, pensione al compimento dei 67 anni. Un’alternativa per chi svolge lavoro di cura e di assistenza della casa c’è il fondo casalinghe che a fronte del versamento di contributi eroga una pensione. Ma non sempre appare essere la scelta maggiormente conveniente.
Rispondiamo a una nostra lettrice che ci scrive:
Buongiorno, ho 53 anni e ho versato contributi lavorativi dipendente dal 1988 al 2006. Sono disoccupata per dimissioni di salute di mia figlia, dal 2003 sono iscritta al centro per l’impiego. Vorrei sapere se ho diritto a iscrivermi al Fondo casalinghe, se si, i contributi versati si possono accumulare? Se no, si possono richiedere i contributi versati, purtroppo non ho diritto né al RDC né al Reddito d’inclusione. Grazie
Può senz’altro iscriversi al Fondo casalinghe e versare i contributi da qui fino al compimento dei 65 anni per ricevere una pensione calcolata su 12 anni di contributi. Attenzione, però, la pensione sarà calcolata sull’importo realmente versato e se si decide di pagare il minimo previsto spetterà un assegno dall’importo quasi ridicolo.
I contributi da lavoro versati dal 1988 al 2006 non possono, però essere cumulati con gli eventuali contributi che verserà nel fondo casalinghe e gli stessi non verranno neanche restituiti dall’INPS. A mio avviso, avendo 18 anni circa di contributi versati le converrebbe più versare all’INPS i due anni di contributi che le mancano per raggiungere i 20 anni di contributi necessari per la pensione di vecchiaia al compimento dei 67 anni. In questo modo si garantirà almeno una pensione minima (524 euro mensili) cosa che versando contributi nel fondo casalinghe per 12 anni sicuramente non riuscirebbe a fare.
Nel suo caso, quindi, iscriversi al fondo casalinghe non è conveniente visto che in questo modo non utilizzerebbe i contributi da lavoro che ha versato e questi, di conseguenza, andrebbero perduti. Tra l’altro per garantirsi una pensione nel fondo dovrebbe versare molto di più di quello che le costerebbe, invece, versare i contributi volontari per raggiungere i 20 anni di contributi. Ed anche la resa a livello di assegno sarebbe diversa.
La pensione del fondo casalinghe, infatti, è interamente calcolata con il sistema contributivo mentre quella che le spetterebbe dall’INPS, avendo contributi prima del 1996, sarebbe calcolata in parte con il sistema retributivo, solitamente più conveniente.
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