I viaggi sulla Luna, (solo) una liberazione dalla prigione terrestre?

di Maurizio Ferraris *

I miliardari della nuova economia sono interessati a offrire ad altri miliardari una via di fuga verso la luna, non pi il paese degli innamorati o dei filosofi, ma un paradossale porto sicuro in cui rifugiarsi dopo la distruzione dell’ambiente. Ma davvero cos?

Pubblichiamo di seguito la versione italiana del saggio pubblicato sul Neue Zrcher Zeitung di luned 9 gennaio 2023

Ho assistito allo sbarco sulla luna dal televisore del bar di una nave che si chiamava come lo Stato cui apparteneva, e che non esiste pi: Jugoslavia. Stavo andando al mare in Croazia con i miei genitori. Per me, tredicenne e cresciuto nel mito delle imprese spaziali e della luna come prima tappa della nuova frontiera, era la cosa pi normale del mondo, ossia, se avessi saputo qualcosa di filosofia, l’esito di uno sviluppo storico che necessariamente portava laggi o meglio lass. Questo pu apparire oggi assurdo, e cos pare anche a me, ma a quel tempo tutte le ragazze e i ragazzi della mia et crescevano con l’idea che ci sarebbe stato qualcosa di straordinariamente nuovo, la conquista dell’universo, in cui il primo passo era quello che stavo guardando in televisione.

Pochi anni prima, quando eravamo bambini, ci avevano raccontato le imprese spaziali prima della cagnolina Laika, poi di Gagarin, ed erano russi tutti e due. Crescendo avevamo assistito alla rincorsa degli americani che trovava il suo compimento proprio in quella conquista che stavo guardando dalla televisione di un paese non allineato. Fra tantissime cose, non sapevo che proprio su quella nave tre anni prima Martin Heidegger era arrivato in Grecia con la moglie cercando di dare consistenza a fantasmi molto diversi e pi antichi, la Grecia come origine del pensiero. Ci non gli imped, insieme a tanti intellettuali della sua generazione, di vedere qualcosa di inedito, epocale e profanatorio nel trionfo della tecnica garantito dalla conquista dello spazio.

In effetti, dal punto di vista filosofico si trattava di una rivoluzione pi che copernicana. Tradizionalmente, i filosofi avevano contemplato la luna dalla terra, magari a costo di cadere in un pozzo durante le loro osservazioni. Adesso tutto cambiava, ed era la terra vista dalla luna. Sempre tre anni prima dello sbarco sulla luna, nella famosa intervista allo Spiegel, Heidegger aveva commentato le foto della terra vista dalla luna sostenendo che Non abbiamo alcun bisogno della bomba atomica; lo sradicamento degli esseri umani sta gi avvenendo. Prima ancora, il semplice fatto che un umano fosse in orbita non aveva mancato di turbare Hannah Arendt, che iniziava The Human Condition con queste parole: Nel 1957 un oggetto fabbricato dall’uomo fu lanciato nell’universo, e per qualche settimana gir intorno alla terra seguendo le stesse legge di gravitazione che determinano il movimento dei corpi celesti – del sole, della luna e delle stelle. E aggiungeva: la reazione immediata, espressa sotto l’impulso del momento, fu di sollievo per ‘ il primo passo verso la liberazione degli uomini dalla prigione terrestre’. E questa strana affermazione, lungi dall’essere la trovata accidentale di qualche reporter americano, involontariamente riecheggiava la straordinaria epigrafe che, pi di vent’anni prima, era stata scolpita sul monumento funebre di un grande scienziato russo: ‘L’umanit non rimarr per sempre legata alla terra’.

Malgrado queste premesse, pochi anni dopo la luna ritorn ad attrarre soltanto le maree, e le guerre stellari divennero da una parte un film, dall’altra l’argomento con cui Ronald Reagan cerc, con successo, di convincere Mikhail Gorbaciov della necessit di arrendersi. Chiusasi anche quell’epoca, dopo il 1989 si imposero tante altre cose che nulla avevano a che fare con la luna. Al massimo, un sociologo che decreta che la storia finita non con l’allunaggio ma con la caduta di un muro a Berlino; e poi, visto che la storia non era finita, si aggiungono nuovi eventi per niente stellari: un aereo che sfonda un grattacielo, un terrorista che si fa esplodere in un supermercato.

Pi silenziosamente, iniziava la nuova speranza del web, e la nuova paura della crisi ecologica. interessante notare una certa forma di cecit che costituisce un ingrediente indispensabile della storia. Gli elicotteri di Apocalypse now a tutto pensavano tranne che al fatto che il Napalm buttato dai bombardieri per rendere pi efficace la Cavalcata delle valchirie erano una devastazione dell’ambiente. Giusto per intenderci, non lo pensavano nemmeno i militari dell’armata di Ho Chi Minh. Non ci pensava nessuno, e sicuramente l’ultimo dei pensieri di chi bombard Dresda o Hiroshima era che questo atto avrebbe avuto delle conseguenze sotto il profilo ecologico.

Adesso tutto diverso. Miliardari della nuova economia resa possibile dal web (che nel frattempo ha cessato di essere una speranza per diventare anche lui una paura) sono interessati a offrire ad altri miliardari una via di fuga verso la luna, che non pi il paese degli innamorati o dei filosofi, ma un paradossale porto sicuro in cui rifugiarsi dopo la distruzione dell’ambiente terrestre. Fermo restando che il turismo ha i suoi diritti, se questa proposta vuole essere qualcosa di pi che l’offerta di una vacanza non convenzionale, non affatto una buona idea. Se si mira alla esclusivit dei viaggi lunari, non ci vuole molto a capire che seguiranno lo stesso destino dei viaggi tropicali: un pacchetto che si offre a quantit sempre pi grandi di persone, e come tale, ossia come status symbol, appare sempre meno prestigioso e sempre pi pericoloso, i voli consistendo in modo crescente in uno slalom tra rottami intergalattici. Altro invece il discorso per cui questi voli costituirebbero un passo pi in l verso la liberazione degli uomini dalla prigione terrestre.

Gi, ma perch evadere? Posto che l’evasione fiscale sia realizzabile in climi molto pi temperati della luna, ci si domanda che cosa possa spingere una persona sana di mente e preoccupata del fatto che a casa sua le temperature aumentano, a tentare una evasione ambientale e a partire deliberatamente (e pagando somme anche pi alte che quelle richieste da un’idea pi superstiziosa della mummificazione, ossia la crioconservazione) verso una terra desolata nella quale non nemmeno possibile muoversi senza una bombola di ossigeno, e le temperature oscillano tra il freddo siderale e il caldo ultratropicale. Se mai l’espressione dalla padella nella brace ha avuto senso, questo vale soprattutto per l’idea di chi sperasse di trovare nella luna una alternativa alla crisi ambientale della terra.

E visto che andare a star peggio sulla luna non sembra un rimedio accettabile rispetto al passarsela male sulla terra, ci si domanda quali possono essere i motivi di una scelta tanto irrazionale. Il primo abbastanza ovvio, ed l’istinto di fuga, la speranza di potersi salvare, con una scialuppa provvidenziale, dagli ultimi giorni dell’umanit. Ma, precisamente, non dimentichiamoci che questi ultimi giorni sono molto di l da venire, mentre l’ambiente della scialuppa non sarebbe il transito verso un’isola accogliente, bens la deportazione in un luogo infinitamente peggiore di quello che si lasciato.

Il secondo motivo forse meno ovvio ma a mio avviso ha un alto grado di probabilit. Se c’ qualcosa di davvero esclusivo, che non ci metter mai nella condizione di litigare con dei vicini rumorosi e forse anche bisognosi, questo proprio la luna. possibile che anche Marte possa aspirare a un simile status, e certamente il nono pianeta di cui si comincia parlare, lontanissimo, oltre a Plutone, sembra un indirizzo preferibile a Mayfair. Questo, nel momento in cui i bunker antiatomici in giardino sembrano passati di moda e non costituiscono pi un elemento di distinzione sociale, potrebbe costituire il fascino principale di una residenza protetta, una specie di Metropolis di Superman, su qualche pianeta pi o meno esclusivo, ferma restando la possibilit di un isolamento assoluto su un asteroide di propriet.

Al riparo dai virus, dai vicini e, se no vax, anche dai vaccini, i miliardari lunari passeranno anni felici guardando l’implodere della terra sotto il peso del riscaldamento globale. E quando capiranno che il posto in cui si sono cacciati infinitamente peggiore di quello che hanno lasciato, e che per quanto il riscaldamento globale galoppi ci vorranno centinaia di migliaia di anni per realizzare sulla terra condizioni altrettanto inospitali che sulla luna, per non parlare di altri posti ancor pi fuori mano, tutto quello che gli rester come consolazione che in orbita il tempo passa pi lentamente, assicurando qualche giorno in pi di una vita disperatamente noiosa.

* Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione, Universit di Torino. Direttore Scienza Nuova

9 gennaio 2023 (modifica il 9 gennaio 2023 | 18:27)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Exit mobile version