La violenza contro gli insegnanti è un fenomeno a cui i mass media stanno dando sempre più attenzione: dal genitore che si precipita in classe durante le ore di lezione per aggredire il docente, fino all’accoltellamento di un insegnante da parte del proprio alunno nel milanese, la cronaca ci racconta una situazione di emergenza che stanno vivendo i nostri docenti. Nonostante gli eventi riportati dai media, non conosciamo ancora le reali dimensioni del fenomeno nel nostro paese.
A tale riguardo, Claudio Longobardi, del Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Torino, sta coordinando un progetto di ricerca che mira a conoscere la prevalenza delle forme di vittimizzazione ai danni degli insegnanti nella scuola italiana ed i fattori di rischio associati. Dice il Prof. Longobardi di “aver iniziato a lavorare sul tema della violenza contro gli insegnanti da qualche anno, collaborando con importanti istituzioni universitarie negli Stati Uniti.”
Aggiunge inoltre che “all’estero il tema è già esplorato, in paesi come USA, Spagna, Turchia, Finlandia, Taiwan e Lussemburgo, mentre mi sono accorto che in Italia non abbiamo dati provenienti dal mondo accademico sulla prevalenza delle forme di violenza che i nostri docenti subiscono a scuola. E questo è un limite, perché tramite i dati possiamo cogliere l’entità del fenomeno e strutturare più adeguate strategie di intervento”. Da qui l’impegno “del nostro gruppo di ricerca a condurre una prima indagine nazionale sul tema della violenza contro gli insegnanti, augurandoci che questi dati possano essere utili alle politiche future”.
Matteo Fabris: “Abbiamo presentato i dati raccolti nella prima fase di indagine”
La ricerca è ancora in corso, ma i primi dati di questa indagine sono stati presentati lo scorso autunno alla nona edizione de International Conferences of Community Psychology, che si è tenuta a Napoli alla presenza di ricercatori e ricercatrici di ogni parte del mondo. Spiega Matteo Fabris (psicologo e membro del gruppo di ricerca), che ha relazionato alla conferenza: “Abbiamo presentato i dati raccolti nella prima fase di indagine, a cui hanno partecipato 1.106 insegnanti di ogni ordine e grado (il 99% del campione insegna in una scuola pubblica).” Il Dott. Fabris evidenzia che “ben il 40% degli insegnanti riporta di avere subito almeno una forma di vittimizzazione. Per il 27,4% dei docenti che hanno subito violenza i principali autori sono i genitori degli alunni, con intimidazioni (8,4%) e minacce verbali (7.4%) come forme più adottate. A seguire gli alunni, in particolare di genere maschile, sono gli autori di vittimizzazioni per il 24% dei docenti interpellati. In questo caso, insulti e commenti indecenti (13,1%) e minacce verbali (10,22%) sono le forme di violenza maggiormente agite ai danni degli insegnanti, ma non mancano aggressioni fisiche (7,6%), la stragrande maggioranza delle quali, fortunatamente, non esitano in necessità di intervento medico.” E aggiunge: “occorre ricordare che non mancano inoltre forme di violenza, in particolare di natura verbale, da parte di colleghi (12,2%) e dirigenti scolastici (9.2%). Dai dati emerge che questi casi la maggioranza degli autori di violenza siano di genere femminile”.
Francesca Giovanna Maria Gastaldi: a “maggior rischio sembra siano essere gli insegnanti più giovani e con minor esperienza”
Francesca Giovanna Maria Gastaldi (ricercatrice al Dipartimento di Scienze della Formazione Primaria e co-autrice dello studio) sottolinea come a “maggior rischio sembra siano essere gli insegnanti più giovani e con minor esperienza, ma stiamo analizzando altri fattori di rischio, che presenteremo al termine della ricerca, e che ci aiuteranno a direzionare gli interventi a supporto dei docenti”. La ricercatrice, provenendo da anni di insegnamento alla scuola primaria, comprende molto bene l’importanza della prevenzione e del supporto ai docenti che vivono tali forme di vittimizzazione nell’ambiente scolastico e ammonisce sul fatto che “molti docenti, in Italia e all’estero, a seguito di forme di vittimizzazione sono pronti a lasciare il proprio posto di lavoro. Potete immaginare quanto questo sia un danno per il sistema scolastico”.
Matteo Fabris: “la vittimizzazione, in ogni sua forma, può andare ad incidere sul benessere psicofisico dei docenti”
Le fa eco Matteo Fabris, che specifica: “la vittimizzazione, in ogni sua forma, può andare ad incidere sul benessere psicofisico dei docenti e questo, inevitabilmente, può riflettersi sulla qualità della didattica e sulla relazione insegnante-allievo che, come abbiamo evidenziato in numerose ricerche, offre un contributo fondamentale al benessere emotivo degli allievi ed alla loro riuscita accademica”. Conclude dicendo “ci auguriamo che questi dati siano utili alle politiche scolastiche per comprendere il fenomeno e contrastarlo”.
Prof. Longobardi: “nonostante i dati indichino che la prevalenza di forme di violenza contro gli insegnanti nel nostro Paese sia inferiore rispetto a quella rilevata in altre nazioni”
Infine, Longobardi ricorda che “questi sono soltanto dati parziali, e la ricerca è ancora in corso. Ringraziamo quanti vorranno aiutarci compilando il questionario anonimo, poiché ci permetteranno di avere una immagine sempre più dettagliata della situazione italiana”. Conclude chiarendo che “nonostante i dati indichino che la prevalenza di forme di violenza contro gli insegnanti nel nostro Paese sia inferiore rispetto a quella rilevata in altre nazioni, questo non ci dovrebbe scoraggiare a occuparci del fenomeno e tentare di strutturare interventi di prevenzione e contrasto. Saremo a disposizione di qualunque istituzione voglia collaborare con noi in questa direzione. A tutti gli insegnanti, di ogni ordine e grado, che volessero partecipare alla ricerca, è possibile accedere tramite il seguente -944323531
LINK alla compilazione (anonima) del questionario. Vi saremo grati per il vostro contributo. https://forms.gle/8CbVyciCPavzhVh7A
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