Il bipolarismo culturale intossica la scuola. Lettera

Inviata da Enrico Maranza – Una guerra intestina cinquantennale si combatte nelle scuole: per fronteggiare l’adeguamento dell’istituzione all’imprevedibile, estrema dinamicità del mondo contemporaneo sono state erette barricate, sono state calpestate le regole e, purtroppo lo status quo è stato conservato. [Si veda in rete: “Il Miur naviga a vista”].

Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 31 luglio è l’ultima battaglia: ha come oggetto la formazione dei nuovi insegnanti, da conseguire in ambito universitario.

Si tratta di una strategia che confligge con Decreto Legge 1/2020 che ha disposto la separazione del Ministero dell’Istruzione da quello dell’Università e della Ricerca, differenziandone le attribuzioni.
Evidente appare l’errore: gli accademici non possiedono la necessaria, essenziale esperienza per disegnare la scuola del futuro. Il loro contributo copre solo parzialmente le esigenze della professionalità scolastica, che si sostanzia, primariamente, di progettualità.

Un primo raffinamento della questione è in rete: “Formazione docenti: l’illogicità del decreto legge 104/13”.

La soluzione del problema richiede interventi strutturali che vincolino la scuola al modello organizzativo introdotto della legge 416/1974, per conquistare maturità e autodeterminazione.

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