Il chirurgo che ha operato Fedez: «L’intervento complesso al pancreas,  i linfonodi, la prognosi»

di Vera Martinella

Al Corriere Massimo Falconi, a capo dell’equipe che ha operato il cantante, racconta l’intervento in cui sono stati asportati duodeno, cistifellea, testa del pancreas e un pezzo di intestino e i particolari del periodo di recupero

A fine marzo era stato sei ore in sala operatoria per farsi asportare un tumore neuroendocrino del pancreas e nei suoi post successivi Fedez aveva raccontato sia la buona riuscita dell’intervento sia il rientro casa, ringraziando tutto lo staff dell’ospedale San Raffaele che lo aveva curato.

Ora, durante la presentazione del concerto Love Mi (evento gratuito che si terrà il 28 giugno in piazza Duomo a Milano) è tornato a parlare della malattia: «Mi ritengo fortunato, perché è arrivato l’esame istologico e non ha preso i linfonodi, per cui non ho dovuto fare la chemio. Al 90% va tutto bene, devo solo recuperare, perché mi sono stati rimossi duodeno, cistifellea, pancreas e un pezzo di intestino. È un tumore molto raro, che colpisce forse una persona su un milione. È il tumore di Steve Jobs, per intenderci». Notizie che rassicurano i fan e tutti quelli che si sono sentiti vicini al rapper, che ha non ha voluto nascondere la sua rara malattia, mostrando anche nelle prime foto con gli occhi arrossati dal pianto quel senso di sconforto e di paura iniziali che lo accomunano tutti i pazienti quando ricevono una diagnosi di tumore.

Ma cosa significa, di preciso quello che indica il referto istologico e che i linfonodi non sono stati intaccati?
«Mi permetto di non entrare nelle vicende personali di Federico, ma di cogliere lo spunto per chiarire gli aspetti medici legati alla interpretazione di un esame istologico di un pezzo operatorio in cui sia presente un tumore — risponde Massimo Falconi, direttore del Centro del Pancreas dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, a capo dell’equipe che ha operato il cantante —. Tutte le malattie neoplastiche a potenziale aggressivo possono “rilasciare” cellule neoplastiche lungo due vie: quella linfatica e quella ematica migrando nei linfonodi e/o a distanza. L’assenza di coinvolgimento linfonodale rappresenta quindi una malattia meno aggressiva o colta più precocemente».

In conferenza stampa per Love Mi Fedez ha anche parlato della classificazione della sua malattia, dicendo che «Il mio era G1, il che vuol dire “tanto culo”…»: cosa significa, tradotto in un linguaggio medico?
«Alcune neoplasie, come i tumori neuroendocrini e quelle del seno, si avvalgono di un parametro prognostico aggiuntivo che può aiutarci ad interpretare l’aggressività della malattia. Attraverso una metodica particolare viene ricercata una proteina nel tessuto tumorale che si chiama Ki67 che ci dice quale sia l’indice proliferativo delle cellule neoplastiche. Si esprime in percentuale da 1 a 100 e G1 significa che la proliferazione è inferiore al 3% delle cellule neoplastiche, quindi, molto bassa», spiega Falconi.

Come lui stesso ha dichiarato, l’operazione è stata importante: l’asportazione di duodeno, cistifellea, pancreas e un pezzo di intestino è una prassi? E si può avere una vita normale?
«In effetti non tutto il pancreas è stato asportato, ma solo la parte relativa alla testa. Pur avendo eliminato diversi organi e viscere, viene ricostruita la continuità fra i vari tubi dell’apparato digerente. E certo che si può vivere bene come Federico dimostra da splendido testimonial. È uno degli interventi più complessi, per questo servono centri e chirurghi di grande esperienza».

Al 90% va tutto bene: quali sono le aspettative per i pazienti con questa diagnosi? Quale l’iter di controlli o terapie che ci si deve aspettare?
«Ancora una volta non entro nel merito specifico del singolo paziente. L’aspettativa di vita dipende da numerosi fattori. In generale i tumori neuroendocrini possono avere una ottima prognosi che non raramente corrisponde alla guarigione».

24 maggio 2022 (modifica il 24 maggio 2022 | 13:37)

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, 2022-05-24 11:38:00, Al Corriere Massimo Falconi, a capo dell’equipe che ha operato il cantante, racconta l’intervento in cui sono stati asportati duodeno, cistifellea, testa del pancreas e un pezzo di intestino e i particolari del periodo di recupero, Vera Martinella

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