Il divario tra quello che i genitori dicono ai propri figli e il messaggio reale che trasmettono con il comportamento quotidiano. Tra il dire e il fare

I valori della nostra gioventù sembrano, quelli sui quali, ciascuno di noi, aveva costruito i suoi progetti di vita e di comunità, e i messaggi che stiamo inconsapevolmente, senza intenzionalità, in pratica e talvolta, inviando da adulti paiono essere diventati un vero e proprio problema. Secondo un sondaggio dell’università di Harward, la grande maggioranza dei giovani facenti parte di una variegata composizione di razze, di culture e di classi sembra dare valore, un maggiore valore e una maggiore attenzione agli aspetti del successo personale, come ad esempio, prima fra tutti, quello della realizzazione lavorativa e della felicità, rispetto a quello che, invece, era per le generazioni precedenti la preoccupazione per gli altri.

Dove nasce il divario e la nota positiva delle generazioni dei piccolissimi

Secondo questo sondaggio che ha interessato alcuni studenti medi, medi superiori e universitari, “alla radice di questo problema potrebbe esserci un divario tra ciò che i genitori dicono essere le loro massime priorità e i messaggi reali che trasmettono nel loro comportamento quotidiano”. Si legge nella relazione conclusiva della “Making Caring Common”, un progetto della Harvard Graduate School of Education, dal titolo “I bambini che intendiamo crescere: I messaggi reali che gli adulti inviano sui valori”, che “quando i bambini non danno la priorità alla cura e all’equità in relazione alle loro preoccupazioni personali – e quando considerano i loro coetanei ancora meno propensi a dare la priorità a questi valori – c’è un limite inferiore per molte forme di comportamento dannoso, tra cui crudeltà, mancanza di rispetto, disonestà e imbroglio”. Una nota

I piccolissimi hanno ancora ideali

La buona notizia è questo non riguarda i piccolissimi per i quali, invece, la cura dell’ambiente, dei luoghi frentano, delle relazioni umane e l’equità contano ancora molto. La soluzione esiste e può essere raggiunta con immediatezza. Dobbiamo tutti lavorare insieme per garantire una dimensione sociale e dinamiche relazionali adeguate alla società nella quale viviamo e che deve costruire un futuro migliore per tutti.

Le domande e le risposte chiave

La domanda che ciascun insegnante si deve porre e con lui ciascuno deve convivere è questa: “Come possiamo colmare il divario tra ciò che dicono gli adulti e ciò a cui sembrano effettivamente dare la priorità?” La grande sfida non quella di convincere genitori e insegnanti che l’intervento deve essere urgente e necessario perché questo lo sanno già. La sfida per gli adulti di “farè una sola ed è assolutamente prioritaria. È necessario e indifferibile ispirare gli alunni, motivando e principalmente creando quelle condizioni per far sì che i giovani, giorno dopo giorno, anche nei momenti in cui questi valori si scontreranno (talvolta interagendo con “fortitudo” e determinazione) con la ricerca della propria felicità o con quei fattori necessaria (per taluni) per raggiungere il successo o conseguire posizioni di successo; e nello scontro, tali valori continueranno a vivere e ad essere percepiti come fattori indispensabili e decisivi della loro vita. La grande maggioranza dei giovani di un ampio spettro di razze, culture e classi ha riferito di dare valore agli aspetti del successo personale – realizzazione e felicità – piuttosto che prendersi cura degli altri.

Fattori emersi nella ricerca dalla “Making Caring Common” della Harvard Graduate School of Education

In sintesi, ecco cosa è emerso dalla ricerca, in primis il divario “retorica / realtà” tra ciò che i genitori e altri adulti dicono. Li sintetizziamo riprendendo i principali item che possono trovare, certamente, riscontro anche sulla realtà nella quale vivono i nostri giovani italiani:

Quando si tratta delle priorità di educazione dei figli dei loro genitori e insegnanti, la maggior parte dei giovani afferma che gli adulti sono più preoccupati per i risultati che per la formazione della persona.

Il divario “retorica / realtà” tra ciò che i genitori e altri adulti dicono sono le loro massime priorità e, congiuntamente, la principale preoccupazione che sentono i bambini.

Una maggioranza ancora più ampia di giovani ha riferito che i loro coetanei apprezzano il successo e la felicità piuttosto che prendersi cura degli altri.

La maggior parte dei giovani dà poco peso all’equità rispetto ad altri valori.

Sebbene la cura e l’equità siano subordinate al successo e alla felicità, sono comunque importanti per i giovani, i loro genitori e i loro insegnanti.

Il potere e la frequenza dei messaggi quotidiani dei genitori sui risultati e sulla felicità stanno soffocando i loro messaggi sulla preoccupazione per gli altri.

Le percezioni negative degli adolescenti sulle regole dei pari e degli adulti quasi certamente contribuisco ad abbassare i propri standard etici, spingendo gli stessi a imbrogliare e mettere in moto, parallelamente, una spirale discendente.

Quasi i quattro quinti dei giovani riferiscono che i loro genitori sono più preoccupati per il successo o la felicità che per prendersi cura degli altri. Una percentuale analoga di giovanissimi e giovani percepisce che gli insegnanti danno la priorità ai risultati degli studenti rispetto alla loro crescita umana e sociale (anche civica).

Gli studenti sono tre volte più propensi ad essere d’accordo con questa affermazione: “I miei genitori sono più orgogliosi se ottengo buoni voti nelle mie classi piuttosto che se sono un membro premuroso della comunità, della classe e della scuola”.

Nella scelta tra sei valori, circa due terzi dei giovani mettono la gentilezza tra i primi tre.

I giovani concordano sul fatto che i loro genitori comunicano esplicitamente che è importante essere gentili con le altre persone.

L’equità pare essere dipendente da altri valori per molti giovani.

Due terzi, circa, degli insegnanti ha classificato il benessere sociale e civico come una priorità più alta rispetto al rendimento per i propri studenti;

Quasi due terzi dei giovani hanno riferito che sia i loro genitori che i loro coetanei metterebbero il successo al di sopra dell’interesse per gli altri.

Il 70% dei giovani ha classificato il rispetto al di sopra della felicità.

I giovani apprezzano ancora in una certa misura l’equità.

, L’articolo originale è stato pubblicato da, https://www.orizzontescuola.it/il-divario-tra-quello-che-i-genitori-dicono-ai-propri-figli-e-il-messaggio-reale-che-trasmettono-con-il-comportamento-quotidiano-tra-il-dire-e-il-fare/, Genitori, https://www.orizzontescuola.it/feed/, Nobile Filippo,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Exit mobile version