l’editoriale Mezzogiorno, 2 luglio 2022 – 09:53 Contratti di sviluppo di Emanuele Imperiali Sono almeno due le novità che colpiscono nel recente Contratto istituzionale di sviluppo Brindisi-Lecce-Costa Adriatica firmato dalla ministra Mara Carfagna insieme alle autonomie locali pugliesi. La prima riguarda il metodo, mettere insieme e creare una sinergia tra ben 24 enti territoriali coinvolti nei progetti, di cui 22 Comuni, compresi i capoluoghi Brindisi e Lecce, un’Unione di Comuni e la Provincia di Lecce, non è cosa da tutti i giorni un Paese estremamente divisivo e parcellizzato come l’Italia, specie nel Mezzogiorno. La prima selezione effettuata a tempi di record seguendo criteri di cantierabilità, complementarietà e strategicità, dall’Agenzia per la Coesione territoriale e da Invitalia ha consentito di inserire nel Cis 84 interventi, tra i quali 37 progetti ad alta priorità dal valore di quasi 184 milioni, che saranno immediatamente finanziati. E poi le scelte di merito, largamente condivisibili: le iniziative riguardano soprattutto cultura, ambiente e turismo. Alcuni di questi progetti acquistano un particolare rilievo, come la realizzazione di un Polo dell’innovazione del mare nell’ex Collegio Tommaseo di Brindisi, al quale sono destinati 30 milioni, l’hub dell’intermodalità a Lecce che riceve 29 milioni, il percorso ciclopedonale che sorgerà tra Otranto e Santa Maria di Leuca, finanziato con 22 milioni, le opere di difesa dall’erosione del litorale brindisino, che contano su 16 milioni. I Contratti istituzionali di sviluppo sono uno strumento della politica meridionalistica poco noti ma che stanno avendo ottimi risultati. Ad oggi ne sono stati istituiti nove per la valorizzazione di specifici territori: Matera, Taranto, Foggia, Molise, Ventotene, i Comuni del cratere sismico del 2016, quello della Terra dei Fuochi firmato a Caivano per l’area Vesuvio-Pompei-Napoli e per il territorio della Regione Calabria. Mentre è stato avviato il percorso del Cis La Grande Salerno. Quelli rivolti a realizzazioni infrastrutturali sono invece quattro: tre riguardano opere ferroviarie (Messina-Catania-Palermo, Napoli-Bari-Lecce-Taranto, Salerno-Reggio Calabria) e uno l’adeguamento dell’itinerario della strada statale Sassari-Olbia. Altri tre Contratti sono riservati alla rigenerazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale che si trova nei centri storici delle città di Cosenza, Napoli e Palermo. Le risorse per finanziarli sono attinte dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020 e anche questo è un aspetto interessante che merita di essere segnalato: perché dimostra che non tutto deve essere fatto con i soldi del Piano europeo di ripresa e resilienza, ma che, proprio da un’intelligente sinergia tra finanziamenti concessi a vario titolo al Sud, è possibile programmare e realizzare opere di rilievo per i territori. Non solo, perché in questo modo si evita il rischio di perdere parte dei fondi comunitari per la politica di coesione che sono ormai in scadenza che. se non spesi nei termini previsti, devono essere restituiti a Bruxelles. Questo Cis della cultura, del turismo e del mare, secondo il ministro Mara Carfagna, servirà a migliorare l’attrattività e quindi le potenzialità di sviluppo inespresse di un territorio che molti in questi anni hanno imparato a conoscere, ma che può diventare ancora più frequentato e apprezzato. Esempi di un Sud che intende agire, muoversi all’unisono tra Istituzioni centrali e locali, puntare su una crescita non effimera dei territori. 2 luglio 2022 | 09:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-07-02 07:54:00, Contratti di sviluppo,