Il mio Enea nel New England: Don Winslow racconta il suo nuovo romanzo, «Città in fiamme»

di DON WINSLOW

Esce per HarperCollins in contemporanea con gli Stati Uniti il primo volume di una trilogia. Lo scrittore: «Nei classici ho trovato me stesso, e gli ingredienti del poliziesco»

L’Eneide è un romanzo poliziesco? Ovviamente no. La grande opera di Virgilio è il poema epico del mito della fondazione di Roma. Ma per me è diventato anche qualcos’altro.

È la storia di un uomo che combatte una guerra per lealtà verso la sua famiglia e i suoi amici, che perde quella guerra e deve fuggire dal suo paese e trovare un posto dove lui e la sua gente possano rimanere. E nel farlo, costruisce un impero.

Per quanto possa sembrare pretenzioso, mi ci riconosco (non è anche questo che fanno i classici, permetterci di identificarci nei grandi temi universali?). Vengo da una piccola città di mare (si noti che la maggior parte dell’Iliade e gran parte dell’Eneide si svolgono sulle rive del mare) che non fu sconfitta in una guerra, ma da una battaglia economica, quando le sue fabbriche furono trasferite al sud e la pesca si esaurì.

La città fu sconfitta. Non c’era niente là per me, perciò a diciassette anni me ne andai e, come Enea, girai il mondo alla ricerca di un posto in cui stabilirmi. Il Midwest americano, l’Africa, l’Europa, la Cina… come Enea andai dove mi portavano i venti. Avevo una giovane famiglia da mantenere e cercavo di guadagnarmi da vivere dove e come potevo. Mia moglie, mio figlio e io vivemmo per tre anni in albergo quando facevo l’investigatore in California, negli alloggi universitari quando curavo regie teatrali di Shakespeare a Oxford, nelle tende in Kenya quando inseguivo leopardi ed elefanti con le telecamere.

Avete capito, potevo immedesimarmi negli anni errabondi di Enea. Durante tutto quel periodo scrivevo, e alla fine riuscii a guadagnarmi da vivere come scrittore. Non voglio certo dire che ho costruito un impero, ma ho avuto un certo successo e siamo andati a stare in un vecchio ranch nel sud della California. Mi sono sistemato, ho trovato un luogo in cui rimanere.

Questo è anche il background del protagonista di Città in fiamme: Danny Ryan, un lavoratore portuale che entra a far parte di una banda criminale irlandese nel mio nativo New England. Lo avevo in mente, lo conoscevo, lo capivo molto prima di iniziare a scrivere il libro. Ma le cose sono più complesse.

Quando leggevo i classici — l’Iliade, l’Odissea, le tragedie greche e, soprattutto, l’Eneide vedevo i parallelismi tra quelle grandi opere e gli eventi del mondo reale del crimine in cui ero cresciuto. Incominciamo con l’Iliade, una guerra tra fazioni rivali scatenata dalla gelosia per una donna. Qualcosa di simile successe realmente nel New England quando ero bambino. Ma proprio come nella vita reale, la causa di fondo della guerra di Troia era, come sempre, la ricchezza, il territorio e il potere. Questo è il mondo di cui scrivo in Città in fiamme.

Città in fiamme è solo il primo volume di una trilogia che segue Danny — il mio Enea — attraverso l’Iliade e l’Eneide. L’ho reso la figura centrale di questi libri perché potevo condurlo oltre la caduta di Troia, attraverso anni di avventure peripatetiche, fino alla creazione del suo impero. Le storie di Virgilio rivivono nella vera storia del crimine in America.

Spesso dimentichiamo, ad esempio, che l’Iliade non racconta la storia della caduta di Troia. Questo è compito di Enea quando racconta la triste vicenda all’amata Didone, la «tragica regina di Cartagine» – «Dolore, indicibile dolore, mi chiedi di rinnovare». Quella frase, forse più di ogni altra, mi ha ispirato a scrivere questa trilogia dal punto di vista di Danny, attraverso gli occhi di un uomo che aveva vissuto perdite terribili — l’uccisione di amici, la morte di una moglie amata — e doveva ricostruire la sua vita mentre fuggiva dalla mafia, dalla polizia e dall’Fbi. Un uomo che doveva prendersi cura di un figlio neonato e di un padre anziano, oltre che di quanto rimaneva della banda irlandese sopravvissuta alla catastrofe.

Enea era un uomo ligio al dovere, come Danny. Si assume le sue responsabilità mentre i venti di Eolo lo portano da una sponda straniera all’altra: verso l’amore e la perdita, la povertà e la ricchezza, verso oasi di pace e infine, nonostante gli sforzi per lasciarsi il passato alle spalle, di nuovo alla guerra.

I grandi temi dei classici — onore e disonore, lealtà e tradimento, amore e passione, potere e sottomissione, vendetta e misericordia, fato e volontà umana — sono tutti intensamente presenti nella moderna narrativa poliziesca. Si devono fare scelte dolorose, a volte impossibili, e rimane sempre la grande domanda: se intraprendiamo un percorso di violenza e morte — per un qualsiasi motivo — potremo mai tornare indietro? Potremo mai trovare e seguire un sentiero diverso, o il nostro precedente tracciato potrà perseguitarci, raggiungerci e farci soccombere?

L’Eneide è un romanzo poliziesco? No, e di sicuro il suo autore non intendeva che lo fosse. Ma io sostengo che possa essere letta come una saga poliziesca. Un gruppo di amici si divide per una donna. Per rappresaglia, una parte di loro invade il territorio dell’altra. Ne segue una sanguinosa situazione di stallo, con tentativi di pace sabotati. Infine, una parte trionfa e l’altra, chi sopravvive, deve fuggire.

Questa è l’Iliade, la premessa che dà avvio all’Eneide, e poi cosa succede? Enea cerca di trovare un posto in cui stabilirsi, ma gli abitanti del luogo non glielo permettono. Si innamora di una bella donna, ma né la sua gente né quella di lei sono d’accordo e la cosa finisce tragicamente. Alla fine trova una patria invadendo e conquistando terre altrui. Uccide i suoi nemici. Il cerchio si chiude ed Enea finisce per essere quello che all’inizio aveva combattuto.

Questi sono gli elementi di una classica saga poliziesca, nella vita reale, nella narrativa e nel cinema. Questo è quel che ho voluto fare in Città in fiamme e nei due sequel: accostare i grandi temi dei classici al romanzo poliziesco contemporaneo. L’Eneide è un romanzo poliziesco? Non lo so. Ma Città in fiamme sì.

(Traduzione di Maria Sepa)

Il libro e gli incontri con l’autore

Il libro di Don Winslow, «Città in fiamme», tradotto da Alfredo Colitto, è in libreria per HarperCollins (pp. 400, euro 22). Il romanzo, pubblicato in contemporanea con gli Stati Uniti, è il primo di una trilogia: seguiranno «Città di sogni» e «Città in cenere». Il 5 maggio alle 18.30 Don Winslow, in collegamento dagli Stati Uniti, dialogherà con Andrea Vianello su Feltrinelli Live. Il 20 maggio alle 19.15 lo scrittore si collegherà dagli Usa 19.15 con il Salone del Libro di Torino, Sala Azzurra

26 aprile 2022 (modifica il 26 aprile 2022 | 21:35)

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