Il paradossale libro del generale, il giovanilismo woke e lautoritarismo politicamente corretto. Lettera

Inviata da Nicola Tenerelli – Dopo poche ore dalla pubblicazione, il corposo pamphlet intitolato Il mondo al contrario è diventato un caso politico. Lo scritto sarebbe passato nell’indifferenza – è un’autoproduzione – se non fosse per il nome dell’autore, Roberto Vannacci, ex capo dei paracadutisti della Folgore e oggi alla guida dell’Istituto Geografico Militare.

Dal libro è stata estrapolata una frase rivolta agli omosessuali – “normali non lo siete, fatevene una ragione” – che è diventata l’oggetto dell’accusa che unanimemente si è mossa contro il generale.

Con maggior fragore degli altri, si è mosso tempestiva l’attacco del ministro della difesa Crosetto che ha twittato il 17 agosto: «Non utilizzate le farneticazioni personali di un Generale in servizio per polemizzare con la Difesa e le Forze Armate. Il Gen.
Vannacci ha espresso opinioni che screditano l’Esercito, la Difesa e la Costituzione.

Per questo sarà avviato dalla Difesa l’esame disciplinare previsto»; implicita, l’accusa al militare di non essere una tabula rasa, pronta a farsi incidere dal governo di turno, quindi reo di una specie di golpe ideologico!

In passato anche la classe docente ha subito tentativi di censura: addirittura, nel 2011 il forzista Fabio Garagnani, propose una aggiunta al testo unico sulla scuola, il divieto per gli insegnanti di “fare propaganda politica e ideologica, pena la sospensione da 1 a 3 mesi”. 1

Nel 2019, Matteo Salvini si rese protagonista di una polemica con la professoressa Maria Rosa Dell’Aria che aveva consentito ai suoi studenti di opporsi esplicitamente alla politica dei respingimenti dell’allora ministro degli interni. 2 Alla docente venne
solo in seguito riconosciuta l’illegittimità della sospensione comminatagli dal suo zelante dirigente, senza che le venisse riconosciuto un risarcimento per essere stata allontanata dalle classi.

L’ingerenza della politica partitica nelle cose della scuola rimane un punto aperto, anche se la legge Fioramonti sull’educazione civica ha restituito piena libertà alla classe docente di formare politicamente i giovani su tutti gli argomenti cogenti della società.

Posto il merito di chi ha letto le 373 pagine sotto l’ombrellone ferragostano, poche ore dopo la pubblicazione, il problema appare di natura sostanziale: può il generale Vannacci subire un provvedimento disciplinare per quello che ha scritto il cittadino Roberto?

La querelle potrebbe essere liquidata immediatamente riportando il motto della Hall “non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa dirlo” che è il fondamento della cultura liberale occidentale nonché dell’art. 21 della Costituzione – invocato per altri personaggi che hanno tentato di svilire la Liberazione o revisionare via Rasella -.

Il Mondo al contrario di Vannacci rappresenta l’occasione affinché i docenti e i politici comprendano un fenomeno: la condanna unanime del generale scaturisce dalla cultura woke che sta permeando il vecchio continente, anche il ministro! – storpiatura del detto stay awoke (tieniti sveglio) nata negli States in ambienti antirepubblicani -.

L’attenzione moraleggiante ai fenomeni di razzismo e discriminazione, rinforzatosi soprattutto a seguito dei movimenti me too e black lives matter si sta estendendo, fino a colpire le statue di Colombo e la storia dell’arte considerata oscena 3 , a censurare la letteratura e finanche la bibbia 4 . Tali riproposizioni culturali che a volte vengono liquidate con un sorriso – in Italia tutto sembra limitato al body-shaming e alla “e inclusiva” (Ə: scevà oppure schwa) – negli USA sono l’espressione di nuovi meccanismi politico-identitari che mettono a rischio la libertà di espressione e la democrazia:

«[Tra gli studenti] il 61 per cento (quasi raddoppiato in sei anni) chiede che le università “in casi dubbi”, ossia quando palesemente non vi è alcun discorso discriminatorio, debbano comunque “garantire che tutti gli studenti si sentano protetti
da ogni forma di discriminazione, piuttosto che la libertà di parola”, che viene invece difesa da appena il 17 per cento (quasi dimezzato dal 2016)». 5

La libertà di parola ed espressione, fulcro coscienziale dell’occidente sin dall’illuminismo, a parere degli stessi giovani, dovrebbe recedere di fronte al politically correct.

Il tweet che si leva istituzionalmente contro il generale è l’espressione di un processo culturale che sta producendo, soprattutto su alcune tematiche, una educazione valoriale surrettizia che potrebbe veicolare ulteriori autoritarismi.
Corre quindi l’obbligo di difendere Roberto, paradossale monito per la democrazia e la cultura di questo paese nonché per la nostra libertà di parola.

Note:

1 Marta Ferrucci, Scuola: arriva il divieto per gli insegnanti di fare propaganda politica e ideologica. Chi sgarra sarà sospeso, magazine Studenti.it del 12 maggio 2011.
2 I giovanissimi allievi della prof.ssa Dell’Aria avevano accostato il decreto Salvini alle leggi razziali. Cfr.: Tullio Filippone, Prof sospesa per le critiche a Salvini: sanzione annullata e stipendio restituito, quotidiano la Repubblica del 14 dicembre 2020.

3 Stefano Miliani, “Grave la censura del David nella scuola media USA, ma avviene già nei social media”. Parla la storica dell’arte Cristina Acidini, Tiscali Cultura del 26 marzo 2023.

4 In nome del politicamente corretto la «censura dei libri sta diventando un problema negli Stati Uniti. Secondo PEN America, la principale organizzazione Usa per la promozione della letteratura e la difesa della libertà di espressione, sono stati ben 1.586 i libri vietati in 86 distretti scolastici in 26 stati dal 31 luglio 2021 al 31 marzo 2022»; Redazionale, USA distretto scolastico dello Utah vieta la Bibbia, volgare e cruenta, Sky TG 24 del 23 giugno 2023.
5 Iacopo Rossi Lucattini, L’ideologia woke avanza tra gli studenti, i risultati allarmanti di una ricerca, rivista Atlantico del 2 luglio 2022.

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