di Aldo Grasso
La politica viene in soccorso del piccolo schermo, con una campagna elettorale che caratterizzerà agosto e settembre
La tv riparte della crisi di governo. Da un giorno all’altro la platea cresce di quasi 150 mila spettatori (dati complessivi dell’intero giorno), e il pubblico premia la copertura informativa e gli approfondimenti delle reti generaliste.
È quanto è accaduto nel «giorno più lungo», come l’ha definito il direttore di Tg La7 Enrico Mentana, ovvero mercoledì 20 luglio, con la «maratona» del presidente del Consiglio Mario Draghi iniziata, al mattino, al Senato. In un’estate scarica di sport, la politica viene così in soccorso del piccolo schermo, con una campagna elettorale che caratterizzerà agosto e settembre. Come si diceva, ad avvantaggiarsene sono soprattutto le reti generaliste (in termini di ascolti) che hanno palinsesti dedicati all’approfondimento, come Retequattro e La7.
Nella serata delle dimissioni annunciate da Draghi, il programma più seguito nella fascia del prime time è In onda: 1.470.000 spettatori medi per la tradizionale mezz’ora di access prime time (9,1% di share), cui segue la «puntata lunga», vista da 1.194.000 spettatori medi (8% di share). In seconda posizione arriva lo speciale Tg1-Crisi, che occupa però l’intera prima serata (un po’ meno di due ore), totalizzando un ascolto medio di 1.356.000 spettatori, 9,5% di share. In questo caso, ovviamente, la media di Rai1 — rete poco abituata all’approfondimento in prime time — resta distante dal risultato ottenuto dalla Maggioni, sebbene il Tg1 porti in dote 3.269.000 spettatori medi, col 22,7% di share.
Ottimi risultati anche per la copertura informativa di Rete4, con Controcorrente Prima Serata (787.000 spettatori medi, 6,6%, mercoledì sera), Controcorrente (in particolare giovedì: 1.121.000 spettatori, 7,2%) e Zona Bianca (1.120.000 spettatori, 9,6% di share).
In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca su dati Auditel
23 luglio 2022 (modifica il 23 luglio 2022 | 21:12)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
, 2022-07-23 20:53:00,
di Aldo Grasso
La politica viene in soccorso del piccolo schermo, con una campagna elettorale che caratterizzerà agosto e settembre
La tv riparte della crisi di governo. Da un giorno all’altro la platea cresce di quasi 150 mila spettatori (dati complessivi dell’intero giorno), e il pubblico premia la copertura informativa e gli approfondimenti delle reti generaliste.
È quanto è accaduto nel «giorno più lungo», come l’ha definito il direttore di Tg La7 Enrico Mentana, ovvero mercoledì 20 luglio, con la «maratona» del presidente del Consiglio Mario Draghi iniziata, al mattino, al Senato. In un’estate scarica di sport, la politica viene così in soccorso del piccolo schermo, con una campagna elettorale che caratterizzerà agosto e settembre. Come si diceva, ad avvantaggiarsene sono soprattutto le reti generaliste (in termini di ascolti) che hanno palinsesti dedicati all’approfondimento, come Retequattro e La7.
Nella serata delle dimissioni annunciate da Draghi, il programma più seguito nella fascia del prime time è In onda: 1.470.000 spettatori medi per la tradizionale mezz’ora di access prime time (9,1% di share), cui segue la «puntata lunga», vista da 1.194.000 spettatori medi (8% di share). In seconda posizione arriva lo speciale Tg1-Crisi, che occupa però l’intera prima serata (un po’ meno di due ore), totalizzando un ascolto medio di 1.356.000 spettatori, 9,5% di share. In questo caso, ovviamente, la media di Rai1 — rete poco abituata all’approfondimento in prime time — resta distante dal risultato ottenuto dalla Maggioni, sebbene il Tg1 porti in dote 3.269.000 spettatori medi, col 22,7% di share.
Ottimi risultati anche per la copertura informativa di Rete4, con Controcorrente Prima Serata (787.000 spettatori medi, 6,6%, mercoledì sera), Controcorrente (in particolare giovedì: 1.121.000 spettatori, 7,2%) e Zona Bianca (1.120.000 spettatori, 9,6% di share).
In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca su dati Auditel
23 luglio 2022 (modifica il 23 luglio 2022 | 21:12)
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