Il ruolo del middle management e il suo impatto sulla qualità dellistruzione: il ponte tra Dirigenza e corpo docente

L’istruzione è un pilastro fondamentale per lo sviluppo sociale, culturale ed economico di una nazione. All’interno del complesso sistema educativo, il ruolo del middle management, ovvero il livello intermedio di gestione, all’interno delle scuole riveste un’importanza cruciale. Questo segmento di leadership svolge un ruolo fondamentale nel garantire un’efficace implementazione delle politiche educative, nel favorire l’innovazione pedagogica e nell’assicurare un ambiente di apprendimento produttivo e sostenibile. In questo saggio, esploreremo l’importanza del middle management all’interno delle scuole e il suo impatto sulla qualità dell’istruzione.

Il middle management agisce come il ponte tra la direzione dell’istituzione scolastica e il corpo docente

Per il rettore del Convitto Nazionale di Palermo “Giovanni Falcone”, la preside professoressa Cettina Giannino “il middle management agisce come il ponte tra la direzione dell’istituzione scolastica e il corpo docente. Questo livello di leadership è responsabile di tradurre le politiche educative e le strategie organizzative in azioni concrete sul campo. Coordinando le attività quotidiane, il middle management garantisce che le decisioni prese a livello dirigenziale vengano trasformate in pratica pedagogica efficace. Ad esempio, si occupa dell’allocazione delle risorse, della pianificazione delle lezioni e dell’organizzazione delle attività extracurriculari, contribuendo così a un ambiente educativo armonioso e ben organizzato”. Dunque, il middle management gioca un ruolo cruciale nell’introduzione e nell’adozione di nuove metodologie di insegnamento e tecnologie educative.

La scuola dell’Autonomia sta sempre più consolidando propri caratteri di complessità, moltiplicando le aree di gestione dei propri interessi, richiedendo l’esercizio di competenze con nature tra loro eterogenee. La gestione del curricolo, della progettualità, degli ambienti fisici, delle risorse, dei rapporti con l’utenza (famiglie, Enti locali, Amministrazione, fornitori, ecc…), dell’organizzazione dei servizi e delle attività, la cura dell’imprevisto e dell’occasionale, portano il Dirigente scolastico a doversi immaginare una visione generale da cui partire e, in coerenza della quale, mettere in atto le responsabilità del suo ruolo verso l’Istituzione che dirige.

La pianificazione organizzativa e la comunicazione istituzionale

La questione riguarda principalmente due aspetti generali. Le sottolinea il dirigente scolastico Renato Candia esperto di “Questioni organizzative e di comunicazione”. “La pianificazione organizzativa e la comunicazione istituzionale. Nel primo caso può essere utile pensare all’Autonomia nei termini in cui qualche tempo fa il linguista Andrea Moro trattava un approccio divulgativo al tema dell’ Intelligenza Artificiale, scomponendolo in fattori di comportamento e suggerendo di pensare a cosa possa essere per esempio l’altruismo artificiale, l’aggressività artificiale, la curiosità artificiale ecc. Allo stesso modo, proprio in una preliminare visione di partenza, può risultare efficace pensare, nel contesto di ogni singola Istituzione scolastica, cosa sia un’autonomia progettuale, un’autonomia dell’innovazione, un’autonomia del curricolo, un’autonomia della relazione (emotiva e giuridica assieme, o separatamente) ecc…, ovvero per limiti, perimetri e attori di aree, a loro volta regioni di una mappa esplicita dell’Istituzione, in qualche modo corrispondente alla visione di sistema del Dirigente, del Collegio e di tutto il personale operante.

Una prima condivisione di visione e di reciprocità del progetto formativo

Il Middle management, ovvero la costituzione reale, motivata e partecipata di un gruppo di lavoro intermedio tra Dirigente e personale scolastico (collaboratori, referenti, funzioni strumentali, coordinatori ed ora anche orientatori e tutor), consente una prima condivisione di visione e di reciprocità del progetto formativo che può essere promossa capillarmente verso l’eterogeneità del contesto interno (personale in servizio, stabile e in supplenza temporanea) ed esterno (utenza) e, allo stesso tempo, può favorire la ritualizzazione di comportamenti e atteggiamenti che raccontino e comunichino una visione della scuola in grado di conferire fiducia e orientamento ad una comunità partecipante e di contenere, in un quadro di consapevolezza e condivisione, ogni possibile motivo di contenzioso ribadisce il prof. Renato Candia a cui va il merito di avere enucleato alcuni dei temi del dibattito attuale.

Il livello di leadership

“Questo livello di leadership – continua il Rettore del Convitto prof.ssa Cettina Giannino “è più prossimo agli insegnanti e agli studenti e può cogliere meglio le sfide e le opportunità che si presentano in classe. Promuovendo l’innovazione, il middle management può aiutare a creare un ambiente di apprendimento stimolante, in cui le strategie tradizionali si integrano con nuovi approcci per soddisfare le esigenze in continua evoluzione degli studenti”. Ma quali altri ruoli ha nella scuola italiana e a cosa può servire o, meglio, quale utilità è possibile individuare? Continua la DS Cettina Giannino puntualizzando che “Un altro aspetto cruciale del ruolo del middle management è il supporto allo sviluppo professionale dei docenti. Organizzare workshop, sessioni di formazione e opportunità di apprendimento continuo è essenziale per mantenere un corpo docente altamente qualificato ed entusiasta. Il middle management può individuare le aree in cui i docenti potrebbero avere bisogno di sviluppo e fornire loro le risorse necessarie per migliorare costantemente le proprie competenze. Un ambiente di apprendimento positivo è essenziale per il successo degli studenti. Il middle management può svolgere un ruolo fondamentale nel creare un clima scolastico inclusivo, rispettoso e motivante. Collaborando con gli insegnanti, i genitori e gli studenti stessi, il middle management può aiutare a risolvere eventuali conflitti, promuovere la partecipazione degli studenti e mantenere un livello adeguato di disciplina, contribuendo così a un ambiente di apprendimento favorevole”.

La capacità di tradurre le politiche educative in azioni concrete

In conclusione, il middle management svolge una serie di funzioni cruciali all’interno dell’istituzione scolastica. “La sua capacità di tradurre le politiche educative in azioni concrete, promuovere l’innovazione pedagogica, supportare lo sviluppo professionale dei docenti e creare un ambiente di apprendimento positivo ne fanno un attore indispensabile per il successo e la crescita degli studenti. L’investimento nella formazione e nello sviluppo del middle management è un investimento diretto nella qualità dell’istruzione e nel futuro della società” ha concluso la DS Cettina prof.ssa Giannino che ha partecipato, con gli altri DS italiani alla formulazione di argomenti di riflessone condivisi.

Le possibilità di progressione di carriera e di retribuzione legate al merito

Per il preside Vincenzo Caico “Il tema del middle management è una delle questioni aperte più urgenti che riguardano il mondo della scuola, anche perché ha un risvolto importante che riguarda le possibilità di progressione di carriera e di retribuzione legate al merito, e non soltanto all’anzianità di servizio, degli insegnanti. A mio avviso bisogna istituire la figura di docente senior, una qualifica da acquisire a seguito della partecipazione a un concorso pubblico per titoli ed esami e mantenere nel tempo, anche attraverso un’attività di aggiornamento formazione costante, anche in caso di mobilità verso altra scuola. L’organico dell’autonomia delle singole scuole dovrebbe quindi prevedere un certo numero di docenti senior e a questi posti dovrebbero poter accedere solo i docenti in possesso della qualifica”.

Le fasce retributive che tendono ad appiattire più che a incentivare e valorizzare tali strategiche figure

Per il dirigente scolastico Gianluca Moretti “Sull’importanza del middle management pare superfluo spendere troppe parole: le scuole non potrebbero in alcun modo procedere in assenza di queste fondamentali risorse professionali, a cui nessun dirigente, per efficace che sia, potrebbe mai rinunciare per gestire la complessità dei nostri istituti. La nota dolente risiede nelle attuali fasce retributive che tendono ad appiattire più che a incentivare e valorizzare tali strategiche figure. A mio parere sarebbe necessario prevedere livelli intermedi di inquadramento, oggi assolutamente inesistenti perché le risorse disponibili nelle contrattazioni integrative risultano del tutto inadeguate a tale necessità di concreta incentivazione del lavoro. Allo stato attuale il collaboratore del DS opera per passione, soddisfazione personale e senso d’appartenenza alla propria scuola, ma di certo non può definirsi valorizzato. Tale situazione, a lungo andare, rischia però di allontanare i migliori profili esistenti nelle scuole dai ruoli che richiedono professionalità, esperienza, impegno lavorativo eccedente rispetto a quanto contrattualmente previsto e assunzione di rilevanti responsabilità”.

Le funzioni non delegabili del dirigente scolastico

La scuola è divenuta negli anni sempre più un organo/una organizzazione complesso/complessa e come tale difficile da gestire. L’istituto della delega di funzioni, mai realmente pieno e sufficiente nel caso di delega del Dirigente Scolastico, appare oggi inefficace e non realmente adeguato ad assolvere compiutamente alla necessità per cui è nato. “E’ opportuno, tra l’altro, ricordare che, da contratto area V Dirigenti Scolastici, vi sono delle funzioni che non possono essere delegate quale, ad esempio, l’apposizione della firma nei mandati di pagamento e la redazione di una serie di atti, non solo contabili” ha affermato l’Avv. Lucia Zavettieri dell’Istituto Comprensivo “Galilei – Pascoli” Reggio Calabria.

Può lo staff previsto dalla l. 107/2015 ed una segreteria ben salda, assieme al Dirigente Scolastico che rimane, in ogni modo, responsabile di tutti gli atti ed i fatti (giuridici) della Istituzione scolastica, riuscire a gestire una organizzazione che diventa sempre più complessa?

“La risposta è sicuramente: no. Lo staff del Dirigente è composto prevalentemente da docenti che svolgono anche la loro funzione in classe e che sono oberati dagli impegni prettamente “didattici”, le segreterie sono spesso composte da un numero esiguo di personale che non riesce a seguire (per una questione di tempo, nei casi più fortunati di soggetti già formati) la mole di lavoro che c’è” afferma con sicurezza e puntualità giuridica il DS Avv. Lucia Zavettieri.

Come sopperire a tutto questo?

Si può sopperire a ciò – afferma l’Avv. Lucia Zavettieri – con la creazione di uno staff che supporti il Dirigente e la segreteria a tempo pieno e con uno stipendio adeguato al tempo ed ai compiti espletati. Le forme di selezione potrebbero essere le più varie e si potrebbe pensare anche a docenti che volontariamente inviino la propria candidatura, a collaborazione plurime di assistenti amministrativi e Dsga, allo scorrimento di graduatorie, ad avvisi e bandi dedicati. Visti i delicati temi di cui la scuola si occupa tutti i giorni, legati non solo alla didattica ma anche ai contenziosi scolastici propriamente detti, all’edilizia scolastica, alla carriera del personale, ai rapporti con gli enti esterni, con le famiglie, non è più possibile che il Dirigente, la segreteria e qualche docente si occupino in maniera totalizzante di questa mole sterminata di lavoro, sarebbe opportuno che alcune competenze ritornassero agli enti preposti e che l’idea di un middle management strutturato divenisse legge, conferma con grande acutezza l’Avv. Lucia Zavettieri.

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