Il traffico illegale di cani che non conosce crisi: l’Europa «domanda» 8 milioni di cuccioli ogni anno

Maltesi, yorkshire, pinscher, chihuahua, french bulldog: il loro numero delle case degli italiani, e in generale un po’ in tutta Europa, è notevolmente aumentato durante la pandemia. Molto spesso la richiesta di tali razze supera l’offerta, ed è così che si alimenta un mercato parallelo di cui poco si conosce, ma che genera enormi affari e arricchisce trafficanti senza scrupoli. È questo uno degli aspetti raccontati nell’inedito docufilm Pedigree dream, curato dal regista finlandese Jon Erik West. Un’inchiesta che racconta il fenomeno del traffico degli amici a quattro zampe negli ultimi anni passando al setaccio 12 Paesi europei (Italia compresa) attraverso la voce diretta di attivisti, investigatori, giuristi, allevatori e veterinari, trasportatori e trafficanti. Questi ultimi anche a volto scoperto: in tutto oltre 50 testimonianze che aprono una finestra su un mondo inesplorato, e le cui dimensioni apparivano difficili da immaginare prima d’ora.

Si stima che la domanda annuale di cuccioli in Europa sia di circa 8 milioni di unità, raggiungendo un volume economico enorme: «La federazione europea dei veterinari — ha spiegato West durante la presentazione romana dell’inchiesta avvenuta presso la fondazione Cave Canem — ha quantificato in 1,5 miliardi di euro l’anno il valore del commercio illegale di cuccioli, una cifra cui l’Italia contribuisce in maniera forte rispetto agli altri Paesi». La conferma del coinvolgimento italiano arriva da una delle voci raccolte dal team d’inchiesta, quella dell’ufficiale dei carabinieri Massimiliano Conti, comandante del raggruppamento Cites: «Nell’ultimo decennio — ricorda — sono stati operati circa 6mila sequestri di cuccioli per un valore di commerciale di 5 milioni di euro, con la conseguente denuncia di circa 400 persone». Questo, ovviamente, è un risultato parziale, poiché molto sfugge ancora all’opera repressiva delle forze dell’ordine. Il dato «sommerso», per quanto ipotetico, è di gran lunga superiore: Coldiretti, ad esempio, stimava in 300 milioni di euro il giro del mercato nero raggiunto nel 2021, quando la pandemia ha portato nelle case italiane oltre 3 milioni di nuovi cuccioli.

Come mai questo triste primato italiano?
«La vicinanza con l’est Europa — ha spiegato West — facilita sicuramente gli scambi. Ma c’è anche un tema di carattere legislativo a contribuire: nel Regno unito, ad esempio, è vietato importare cuccioli al di sotto di sei mesi di età. E questo è un forte deterrente al mercato nero». Le immagini dell’inchiesta scorrono impietose: cuccioli di pochi giorni stipati nei furgoni, deformati e traumatizzati per il resto della vita. Merce di scambio di un sottobosco criminale ignorato, talvolta, anche dai più sinceri amanti degli animali. Una mania, quella dei batuffoli di pelo accolti nelle cucce domestiche per la gioia di tanti bimbi, che porta a conseguenze impensabili, anche sotto il profilo genetico, poiché la salute dei cani da allevamento è sempre più «problematica». Alcuni Stati ne stanno prendendo atto e vi pongono drasticamente rimedio: è il caso della Norvegia che ha recentemente vietato l’allevamento di due razze canine dal muso schiacciato, il Cavalier King Charles spaniel e il Bulldog inglese, prendendo atto della sofferenza causata all’animale da questa peculiare selezione genetica.

«Pedigree dream», che debutterà ufficialmente a settembre in Gran Bretagna, è stato sostenuto, tra gli altri, dalla fondazione Cave Canem di Roma, ente no profit tutto al femminile, nato dalla volontà di Adriana Possenti (fondatrice e presidente) e Federica Faiella (vicepresidente) , due donne sin da subito al timone della neonata onlus. Una realtà che opera sul doppio binario della difesa dei diritti e del benessere animale e quello dell’inclusione sociale. I cani, dunque, come “strumento” di riscatto, e a loro volta riportati ad una dimensione «domestica» anche laddove erano stati bollati come difficili, magari con un background di maltrattamento e abbandono culminata dentro le gabbie di un canile. Il mutuo aiuto persona- animale è il principio ispiratore di molti progetti di inclusione sociale della fondazione. Tra questi «Cambio rotta», un percorso di giustizia riparativa, rivolto a giovani autori di reato quando ancora minorenni, che scontano il proprio periodo di messa alla prova svolgendo attività socialmente utili e formative a favore dei cani senza famiglia costretti a vivere in canile. «Superata la messa alla prova — spiega la responsabile Faiella — coloro i quali si sono distinti per l’impegno e per le capacità nell’aiutare i cani ospitati nel canile usufruiscono di un training intensivo e beneficiano di borse di studio per acquisire la qualifica di educatore cinofilo, riconosciuta a livello regionale. Ai migliori viene offerto, successivamente, un incarico professionale: l’obiettivo è ridurre il rischio di recidiva e offrire loro una nuova prospettiva di vita: dei 31 partecipanti, 8 giovani hanno avuto una borsa di studio e 4 hanno ottenuto un incarico professionale».

Anche il progetto «Fuori dalle gabbie» si ispira allo stesso principio, volendo dare una seconda possibilità ad animali e detenuti. Per quanto riguarda la rinascita dei quattro zampe cosiddetti «irrecuperabili», invece, Cave Canem ha all’attivo il progetto «Nessuno escluso», realizzato presso il canile di Valle Grande di Roma, ma anche altre strutture: il canile intercomunale di Modena, il canile Punto & Virgola di Magreta (Modena), il canile comunale di Spoleto, il canile comunale di Napoli e quello di Foggia. «Negli anni — spiega la fondazione — abbiamo dimostrato che la maggior parte dei cani che vengono definiti tali e condannati a essere classificati in queste categorie sono invece potenzialmente recuperabili e molto spesso idonei all’adozione». E così tra il 2020 e il 2021, degli 856 cani ospitati a Valle Grande, ben 687 sono stati adottati ( compresi quelli valutati con il ‘bollino rosso’ ad indicarne la difficile gestibilità) con un risparmio per le casse pubbliche di 1.191.086 euro.

, 2022-07-16 12:23:00, La moda del «cucciolo di razza» alimenta un traffico milionario. L’impegno della fondazione Cave Canem per salvare cani e gatti anche grazie a giovani detenuti,

Pietro Guerra

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