Il viaggio di Draghi tra Israele e Turchia:  due tappe chiave per la missione a Kiev

di Marco Galluzzo, inviato a Tel Aviv

Le mosse nel Mediterraneo per sganciarsi dal gas di Putin. Le prospettive di pace discusse con Erdogan e i leader israeliani, che non hanno aderito alle sanzioni contro Mosca

TEL AVIV – Esiste un filo rosso fra il viaggio in Algeria di due mesi fa, quello che farà ad Ankara ad inizio di luglio e la visita che comincia oggi a Gerusalemme. Gli spostamenti di Mario Draghi in un triangolo che ha come baricentro il Mediterraneo sono tutti punteggiati dalla necessità di sganciarsi in modo definitivo, e il più velocemente possibile, dal gas russo. L’agenda della visita del premier, che vedrà sia le autorità israeliane che palestinesi, avrà al centro le relazioni bilaterali fra Italia e Israele, diversi punti di confronto sulla guerra in Ucraina, ma il dossier del gas non sarà secondario.

È infatti molto probabile, secondo fonti vicine al dossier, che il progetto da 6 miliardi per costruire il gasdotto sottomarino EastMed possa essere alla fine abbandonato. Interessa all’Italia come all’Ue, potrà pompare a regime 10 miliardi di metri cubi di gas dal secondo giacimento del Mediterraneo, il Leviathan, a 130 km dalla città di Haifa, ma non piace agli americani, è troppo costoso, e potrebbe avere alternative geopolitiche migliori: collegare il giacimento via terra sino ai gasdotti algerini, oppure dirottarlo sull’Europa attraverso la Turchia, opzione più difficile dal punto di vista politico, visto che il giacimento è al centro di conflitti e rivendicazioni contrapposte fra greci, ciprioti e turchi, ma di cui si discute.

Con il primo ministro israeliano Naftali Bennett, con il ministro degli Esteri Yair Lapid, con il presidente Isaac Herzog, il capo del governo italiano, a seconda dell’interlocutore, parlerà dunque di un dossier che è ormai in cima agli interessi strategici e più urgenti di ogni Paese europeo, ma parlerà anche di guerra, della crisi alimentare che minaccia in primo luogo il Mediterraneo, del rischio di un allargamento del conflitto fra Russia e Ucraina, sul quale a Gerusalemme esiste un’enorme preoccupazione. Un confronto utile anche in vista del viaggio a Kiev, insieme a Macron e Scholz, che Draghi dovrebbe compiere prima del G7 di fine mese.

Il ruolo di equidistanza di Israele fra gli interessi di Kiev e Mosca consentirà poi di approfondire il dossier dei possibili negoziati, della formazione di un pool di Stati, alla cui partecipazione si è candidata anche l’Italia, per costruire una rete internazionale di sicurezza che possa riavvicinare i due Paesi in guerra in modo graduale, iniziando dalla crisi alimentare per cercare di arrivare, quando possibile, a veri negoziati di pace. Una dinamica che si riproporrà nella visita che Draghi farà ad Erdogan e in cui c’è almeno un altro dato saliente: sia Israele che Turchia, di nuovo su relazioni diplomatiche positive, non hanno aderito alle sanzioni contro la Russia. Fra gli interessi strategici italiani, che Draghi porterà nel confronto con i suoi interlocutori, ci sono anche la postura della Nato nel Mediterraneo: per Roma la guerra in Ucraina, l’allargamento a Svezia e Finlandia, l’investimento sul fronte baltico e balcanico, rischiano di distrarre l’Alleanza dal fronte meridionale della Ue. Israele non fa parte della Nato ma ha con essa una relazione speciale, ed è un player fondamentale, oltre che un alleato, per la sicurezza e la stabilità del Mediterraneo. Infine ci sono le relazioni bilaterali.

Dopo i due governi Conte, che per distrazione o pigrizia decise di non coinvolgere Israele nelle sue visite internazionali, si ripristina una consuetudine di rapporti politici fra Roma e Gerusalemme che è strutturale. Draghi avrà un colloquio anche con il premier palestinese, Mohammad Shtayyeh, e firmerà accordi con il governo della Palestina, ma la visita si snoderà secondo un formato tradizionale: la visita al memoriale dell’Olocausto, le relazioni commerciali, incontri alla Knesset e con le prime cariche dello Stato di Israele.

12 giugno 2022 (modifica il 12 giugno 2022 | 21:40)

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, 2022-06-12 20:13:00, Le mosse nel Mediterraneo per sganciarsi dal gas di Putin. Le prospettive di pace discusse con Erdogan e i leader israeliani, che non hanno aderito alle sanzioni contro Mosca , Marco Galluzzo, inviato a Tel Aviv

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