Immissioni in ruolo, molti posti potrebbero andare perduti: in Lombardia solo 4 vincitori per la A047 e 41 posti vuoti

Ogni anno la storia è sempre la stessa: c’è grande attesa sul contingente autorizzato dal MEF per le assunzioni ma poi subito dopo si torna alla realtà: in molte zone del Paese e per alcune classi di concorso mancano gli aspiranti docenti in graduatoria da assumere. Risultato? Rischio di perdere molti posti.

Quest’anno il Ministero dell’Economia e Finanze ha autorizzato 94.130 assunzioni a ruolo. Al momento abbiamo il contingente complessivo regionale, con un quadro che vede più posti in Lombardia, ad esempio.

Le immissioni in ruolo, come spiegato nel nostro speciale, ai sensi dell’articolo 399, comma 1, del D.lgs. 297/94, avvengono attingendo per il 50% da graduatorie ad esaurimento (GaE) e per il 50% da graduatorie di merito (GM) concorsuali.

Nel caso in cui:

  • la graduatoria di un concorso (per titoli ed esami) sia esaurita e rimangano posti ad esso assegnati, questi si aggiungono a quelli attribuiti alla corrispondente GaE; tali posti sono reintegrati in occasione della procedura concorsuale successiva (articolo 399, comma 2, D.lgs. 297/94, per tutti i gradi di istruzione);
  • la graduatoria ad esaurimento sia esaurita o non sufficientemente capiente, per i posti ad essa assegnati si procede a nomina dalle graduatorie concorsuali (art. 17/1 del D.lgs. 59/2017 per la scuola secondaria e art. 4, comma 1-ter, del DL 12 n. 87/2018, convertito in legge n. 96/2018 per la scuola dell’infanzia e primaria).

Precisiamo che il 50% dei posti destinati alle graduatorie di merito concorsuali, in seguito alle diverse procedure svoltesi nel tempo, sono a loro volta suddivisi, con percentuali differenti, tra le varie GM interessate.

In attesa di conoscere la suddivisione dei posti per provincia e classe di concorso, torna in mente lo spettro dei posti perduti, un appuntamento ormai abituale.

Il rischio che del totale di posti autorizzati possa andare perduto è dunque reale: lo scorso anno dei 112 mila posti su cui c’era stato il via libera dal MEF alla fine se ne realizzarono poco più della metà circa.

Quest’anno la storia non dovrebbe essere molto diversa. Lo conferma anche il sindacato Anief: “Se si fossero calcolati anche tutti i posti in deroga del sostegno e le cattedre di fatto, sarebbero state quasi 200mila le immissioni in ruolo da attuare – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – ma non solo: se ci ritroviamo in questa situazione di largo utilizzo di contratti a termine la colpa è dell’amministrazione che continua a negare la reintroduzione delle graduatorie permanenti, le quali, attraverso l’esame dei titoli e dei servizi svolti, avrebbero portato in cattedra, di ruolo, tutti i precari con oltre 36 mesi di servizio, quindi cancellando la supplentite e dando seguito alle indicazioni dell’Unione europea per evitare la reiterazione delle supplenze sine die. Negare il doppio canale di reclutamento, assumendo anche da Gps seconda fascia, rappresenta un atto autolesionista che porterà di nuovo a numeri di supplenti record. Alla fine – conclude Pacifico – anche nel 2022 si ripeterà la storia degli ultimi anni, con almeno la metà dei posti destinati dal Mef ai ruoli è andato invece a ingrassare il numero dei contratti a tempo determinato”.

Per dare l’idea del problema a cui si potrebbe andare incontro, dal prospetto elaborato da Orizzonte Scuola, possiamo evidenziare che in Lombardia, ad esempio, è stata pubblicata la graduatoria di matematica applicata, ovvero la classe di concorso valida per insegnare nei istituti tecnici e professionali, la A047: su 45 posti a concorso ci sono stati appena 4 vincitori, dunque restano 41 posti vuoti.

In Piemonte, sempre la stessa classe di concorso, 25 posti a bando e 1 solo vincitore.

Sempre in Piemonte è già scoppiato il caos: l’USR ha pubblicato l’elenco delle classi di concorso per cui, a causa di GM che saranno pubblicate dopo il 31 agosto o prive di aspiranti che abbiano superato le prove, in Piemonte non sarà attivata la procedura informatizzata di immissione in ruolo per l’a.s. 2022/2023.

La situazione è varia in base alla regione e alla classe di concorso ma il problema resta concreto. Come se non bastasse, abbiamo ancora diverse regioni che devono pubblicare le graduatorie concorsuali e non è detto che facciano per tempo.

Anche nel Lazio ci sono problemi legati alle graduatorie concorsuali: “il contingente per le immissioni in ruolo è di 9.549 posti, ricorda la Gilda degli Insegnanti, da dividere tra graduatorie di merito dei concorsi e graduatorie ad esaurimento. Ma, paradossalmente, gli insegnanti che hanno superato i concorsi banditi nel 2019-2020 potrebbero non essere nominati in ruolo quest’anno”.

Questo succede -spiega su LatinaToday Patrizia Giovannini, coordinatrice Gilda, a causa della cattiva conduzione e organizzazione dei concorsi, un black out di cui il Ministero dell’Istruzione sembra non essersi accorto nonostante le perplessità manifestate più volte come sindacato e i problemi segnalati in più sedi: le commissioni esaminatrici, per esempio, non sono state retribuite adeguatamente né è stato previsto un esonero per i docenti commissari che permettesse loro di lavorare serenamente. Il carico di lavoro è stato oneroso e non riconosciuto, al punto tale che diversi componenti e intere commissioni si sono dimessi lasciando insolute le graduatorie che servivano per le immissioni in ruolo del contingente 2020”.

Un brutto colpo per centinaia di professori di francese, di inglese, di materie musicali e altre discipline insegnate alle scuole medie e superiori. Ad oggi – aggiunge la responsabile della Gilda – la situazione vede assunti tutti coloro che sono rientrati nelle graduatorie pubblicate entro dicembre 2021, per tutti gli altri le cui graduatorie sono state pubblicate successivamente, ovvero da gennaio ad oggi, non ci sono posti accantonati, dunque rischiano di non essere assunti in ruolo”.

, 2022-07-17 13:04:00, Ogni anno la storia è sempre la stessa: c’è grande attesa sul contingente autorizzato dal MEF per le assunzioni ma poi subito dopo si torna alla realtà: in molte zone del Paese e per alcune classi di concorso mancano gli aspiranti docenti in graduatoria da assumere. Risultato? Rischio di perdere molti posti.
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