Imparare la libertà. Romani e Crescentini: Cosa abbiamo capito vivendo dentro un carcere minorile

di Elvira Serra

Le due attrici hanno lavorato settimane all’interno di un istituto correzionale ricostruito integralmente presso la base della Marina Militare del Molo San Vincenzo, a Napoli. Valentina e Carolina: Interpretare la vita l dentro ti rivela quanto difficile salvarsi

Questa doppia intervista di Elvira Serra alle attrici protagoniste della terza stagione della serie tv Mare fuori stata pubblicata su 7 in edicola il 20 gennaio. La proponiamo online per i lettori di Corriere.it insieme all’intervista che Elisabetta Soglio ha fatto a don Gino Rigoldi, dal ‘72 cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano

Hanno sedici anni di differenza e alcuni tratti in comune. Anzitutto gli occhi celesti, bellissimi. Poi un luogo del cuore: il Gianicolo. Una famiglia che per entrambe non ha nulla a che fare con il cinema. E quella personale determinazione che le ha portate a credere in s stesse, quando ancora non ci credeva nessun altro, e a pagarsi da sole i primi corsi di recitazione. Una, la pi grande, per alimentare il fuoco sacro ha fatto la barista; l’altra, la cameriera in un ristorante. E forse per questo diventa anche un gioco di specchi l’incontro romano con Carolina Crescentini, 42 anni, e Valentina Romani, 26, protagoniste di Mare Fuori , la fortunata serie tv che torner su Rai 2 in prima serata il 15 febbraio con la terza stagione. Carolina interpreta Paola Vinci, la direttrice dell’Istituto di Pena Minorile (Ipm) di Napoli, liberamente ispirato al carcere di Nisida. Valentina Naditza, una giovanissima rom che sceglie di farsi rinchiudere nell’Ipm pur di sfuggire al matrimonio combinato dai suoi genitori.

Come vi siete preparate per il ruolo?
Crescentini: Su YouTube sono andata a cercarmi le interviste ai giovani detenuti di Nisida e alle direttrici delle carceri. In passato, per I bastardi di Pizzofalcone (dove ha il ruolo della pm Laura Piras, ndr ) avevo incontrato la direttrice di Poggioreale. Mi disse una cosa che mi colp molto: dal carcere entrano ed escono le stesse persone.
Romani: Io ho preferito non ispirarmi a nessun film per non farmi contaminare: volevo trovare dentro di me la voce di Naditza. E non sono nemmeno andata a visitare Nisida con gli altri attori perch sapevo che il mio personaggio in carcere si sente al sicuro, protetta: temevo che la mia impressione potesse inquinare la mia interpretazione.

CAROLINA CRESCENTINI: LE CARCERI NON SONO ORGANIZZATE BENISSIMO, SERVIREBBERO PI EDUCATORI, NON PUOI PENSARE DI BUTTARCI DENTRO I DELINQUENTI E GETTARE VIA LA CHIAVE. MANCA IL PERSONALE. LA BUROCRAZIA RENDE COMPLICATE COSE BASILARI COME ORDINARE LA CARTA IGIENICA

La scena pi difficile?
Romani: Una delle pi difficili stata nella prima stagione, quando ho trovato in bagno Serena (India Santella, ndr ) con la ferita da autolesionismo. stato impegnativo prepararmi, anche perch queste cose esistono e succedono per davvero e bisogna stare molto attenti quando si raccontano. Un’altra scena tosta stata in cortile, quando Nad rivede Filippo e scopre che non morto lui, ma Ciro: stato complicato girarla dal punto di vista emotivo, ma anche tecnico, poich eravamo in tanti.
Crescentini: Interpreto una donna zoppa, e ho dovuto mettere un tutore per capire come camminare. Mio marito (il cantautore Francesco Motta, ndr ) quando giravo per casa con il bastone era spaventatissimo! Poi c’ stata una scena in cui dovevo salire le scale con le stampelle, ad agosto, grondavo di sudore: arrivata in cima dovevo continuare a recitare le mie scene, stato faticoso. Un momento emotivamente duro, invece, quando il padre di Naditza, l’attore Ivan Franek, spacca tutto nel mio studio: ecco, l anche se sai che stai recitando non resti indifferente.

VALENTINA ROMANI: TROVO CI SIA UNA GRANDISSIMA VOGLIA DI RISCATTO DA PARTE DEI DETENUTI, CHE PER DEVONO ESSERE AIUTATI. IO ANCORA NON ME LA SENTO DI FARE UN’ESPERIENZA DI VOLONTARIATO DENTRO UN CARCERE, PERCH HO BISOGNO DI ESSERE PREPARATA

Invece il momento pi divertente?
Crescentini: Ho avuto tante crisi di riso con Vincenzo Ferrera, che fa l’educatore in carcere. Ci sentiamo ancora una volta alla settimana.
Romani: stato divertentissimo girare la scena del matrimonio saltato, quando Nad scappa in macchina con Filippo e Carmine. Guidavo io e l’auto mi si spenta sei volte: sono abituata al cambio automatico, mentre quella era con le marce. Ma stato bello vederci dal di fuori, respirare la conquista della libert.

Che effetto vi ha fatto l’evasione dall’Istituto Beccaria di Milano il giorno di Natale?
Romani: un gesto che lascia molti pensieri, ma l’ho trovato anche coraggioso: quei ragazzi sono fuggiti senza aver paura di annullare tutto il percorso fatto fino a quel momento pur di godersi un po’ di libert.
Crescentini: Le carceri non sono organizzate benissimo, servirebbero pi educatori, non puoi pensare di buttarci dentro i delinquenti e gettare via la chiave. Manca il personale. La burocrazia rende complicate cose basilari come ordinare la carta igienica. Tempo fa sono stata a Regina Coeli per una gara di oratoria tra laureandi in legge e detenuti, avevano 20 minuti a testa prima di scambiarsi i ruoli su temi come l’uso delle armi: dovevano esporre una tesi a favore e una tesi contro. I detenuti hanno asfaltato gli altri.
Romani: Trovo che ci sia una grandissima voglia di riscatto da parte dei detenuti, che per devono essere aiutati. Io ancora non me la sento di fare un’esperienza di volontariato dentro un carcere, perch ho bisogno di essere preparata, non posso improvvisarmi.
Crescentini: Non posso dimenticare una premiazione ai Nastri d’Argento, dove ero candidata, e vinse tutto il cast di Cesare deve morire , il film dei fratelli Taviani girato con i detenuti di Rebibbia. Ricordo un omone che disse: “Non avrei mai pensato di passare dalle pagine di cronaca nera a quelle di cultura e spettacoli”. Era felice. Oppure un’altra volta, durante una trasmissione nella quale ero ospite assieme a un pizzaiolo che faceva dei corsi nel carcere minorile di Nisida: venne fatto un collegamento con un ex detenuto che aveva aperto due pizzerie a New York e aveva imparato il mestiere grazie a lui. stato commovente, perch questi sono luoghi dimenticati, ma l puoi davvero cambiare la vita di qualcuno.

CAROLINA: A NAPOLI C’ERANO EX DETENUTI CHE MI SI AVVICINAVANO PER STRADA E MI RACCONTAVANO IL LORO PERCORSO DI RISCATTO, COME SE FOSSI DAVVERO UNA DIRETTRICE DI CARCERE. VALENTINA: VORREI IMPARARE AD AVERE IL CORAGGIO DI NADITZA

Siete entrambe romane. Com’ stato l’impatto con il napoletano?
Romani: Sono romana di Roma Nord. La lingua per me ha rappresentato il primo scoglio, perch Nad parla napoletano e ho avuto paura di una responsabilit cos grande. Sono stati fondamentali i ragazzi napoletani sul set.
Crescentini: Io sono romana di Monteverde. Certe volte i ragazzi mi rispondevano in dialetto strettissimo e io non li capivo!.

Cosa vi ha lasciato dentro il vostro personaggio?
Romani: La parola chiave di Nad libert. La sua storia un ossimoro, perch vuole rinunciare alla libert assoluta del campo rom e rinchiudersi in carcere per inseguirne una pi grande, quella del cuore. Trovo che sia un messaggio potente, un insegnamento grande. In generale fare Mare fuori come fare un viaggio dall’altra parte del mondo, ti tocca profondamente. Vorrei imparare ad avere il coraggio di Nad.
Crescentini: Quando abbiamo cominciato a girare, molti ragazzi non erano attori. C’ stato uno scambio bello, mi arrivato amore in purezza. Ora li vedi che fanno i fighi, ma sono dei cuccioli! stato molto emozionante tutto il percorso, anche quello di Paola, il mio personaggio, che all’inizio tutta regolamenti da rispettare e poi si ammorbidisce, si addolcisce.

CRESCENTINI: LA NOTORIETA’ ? PREMETTO CHE SONO GRATA AL MIO PUBBLICO, SENZA DI LORO NON CI SAREI… PER NON MI PIACE QUANDO VENGO TRATTATA COME UN PUPAZZO

Vantaggi e svantaggi della notoriet.
Crescentini: La premessa che sono molto grata al mio pubblico. Senza di loro non ci sarei io. Per non mi piace quando vengo trattata come un pupazzo. Mi capitato di piangere al telefono dopo aver ricevuto una brutta notizia e di essere tormentata da alcuni fan che volevano un selfie. Per contro, senti proprio l’affetto della gente. A Napoli le signore mi invitavano a casa loro a bere un caff. E io ci salivo! Oppure ci sono ex detenuti che mi si avvicinavano per strada e mi raccontavano il loro percorso di riscatto, come se fossi davvero una direttrice di carcere.
Romani: Qualcuno ha detto che il successo appartiene gi al passato, dunque non da prendere troppo sul serio. Bisogna stare la gioco. E’ come se le persone si fidassero di te anche senza conoscerti, e questo un vantaggio. Lo svantaggio quando non rispettano certi momenti intimi tuoi, per esempio quando stai mangiando.

VALENTINA: A 14 ANNI ANDAVO A UNA SCUOLA DI RECITAZIONE. QUANDO INVITARONO CAROLINA, PENSAI: “MAMMA CHE BELLA…”

Siete personaggi, ma anche persone. Vi capitato di conoscere i vostri miti grazie al lavoro che fate?
Crescentini: A me successo con David Lynch a una Festa del Cinema di Roma. Io sono una che ha la parlantina, ma arrivata davanti a lui non ho spiccicato parola. Ero bloccata.
Romani: Ho lavorato con Nanni Moretti per Il sol dell’avvenire , che deve ancora uscire. Mi aveva vista nella miniserie Alfredino – Una storia italiana . Quando l’ho incontrato la prima volta per me stato un momento catartico: ero di fronte a un grande maestro del cinema, sono emozionata ancora adesso a ripensarci. Per posso aggiungere un altro aneddoto?.

Certo.
Romani: Avevo quattordici anni e frequentavo la scuola di recitazione Jenny Tamburi. Carolina Crescentini venuta a incontrarci e io ho pensato: mamma che bella!.
Crescentini: Ma veramente?.
Romani: S, giuro. Mi ha colpito la semplicit con cui si presentata, come se fosse passata a salutarci un’amica. Neppure io, come lei, vengo da una famiglia legata al mondo cinema, e l’idea che si potesse restare semplici facendo questo mestiere mi piaciuta molto. Ritrovarmi a lavorare con lei stato emozionante: un’attrice sempre in ascolto, con lei sai di avere le spalle coperte. Spero un giorno di riuscirci anch’io.
Crescentini: Ma lo fai gi. Io tante volte mi sono persa negli occhi di Valentina. Diciamo che sul set c’era un bene tra Paola e Naditza un po’ pi grande di quello scritto nella sceneggiatura.

Il film pi bello?
Crescentini: Un tempo avrei risposto Mulholland Drive , oggi dico Magnolia . Romani: A me rimasto dentro The Truman Show .

L’attrice pi brava?
Crescentini: Beh, in Italia Monica Vitti: la sintesi di una donna che ha la stessa forza e credibilit sia nei ruoli drammatici che in quelli comici, e non mai spalla di nessuno. Tra le straniere, Julianne Moore, per la stessa capacit di cambiare registro ed essere sempre credibile.
Romani: Scelgo Meryl Streep, icona di eleganza e femminilit: una grande attrice.

So che il Gianicolo un vostro luogo del cuore.
Crescentini: Ci sono cresciuta, ci andavo a scrivere. Hai tutta Roma sotto di te e un silenzio incredibile, interrotto solo dallo sparo del cannone a mezzogiorno.
Romani: Io ci andavo quando bigiavo a scuola. L come se tutto si fermasse, anche la citt che non si ferma mai.

Entrambe amate scrivere.
Crescentini: Non scrivo mai di me, ma prendo continuamente appunti di quello che vedo. Il treno un luogo di ispirazione formidabile.
Romani: Per me scrivere una grande liberazione e un atto di ricerca di me stessa. Adesso, lo dico con grande pudore, sto provando a scrivere poesie. Mi fa sentire bene.

21 gennaio 2023 (modifica il 21 gennaio 2023 | 18:38)

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