Snals Puglia – Si è risolto in un nulla di fatto l’incontro di ieri pomeriggio tra il Prefetto di Bari, Antonia Bellomo, e i sindacati pugliesi della scuola per provare a sciogliere il nodo sulla carenza di personale ATA negli Istituti. FLC CGIL, CISL scuola, UIL scuola, SNALS Confsal e GILDA Unams, a margine del sit-in unitario organizzato in piazza Prefettura con i delegati sindacali territoriali e i lavoratori, hanno chiesto al rappresentante dello Stato di accogliere la loro istanza e farsene portavoce rispetto al Governo.
A pochi giorni dalle elezioni, però, quando la macchina amministrativa deve fare i conti con la ridefinizione degli assetti politici, tutto ciò risulta impossibile (se non a livello interlocutorio).
Eppure in Puglia urge una soluzione: nelle scuole della regione mancano circa 2.000 unità di personale ATA aggiuntive per poter garantire l’ordinaria amministrazione. Preoccupa soprattutto la carenza di collaboratori scolastici, che devono garantire l’essenziale servizio di sorveglianza anche per chi sta per iniziare il tempo pieno e per quegli Istituti dove è previsto il servizio mensa. Le segreterie, poi, sono al collasso, dovendo gestire anche le incombenze legate al PNRR.
Rapportando i dati forniti dall’Ufficio Scolastico Regionale (USR) sulle assegnazioni per l’anno appena iniziato alle reali richieste delle scuole, si evince che il grado di soddisfazione della domanda di assistenti tecnici è ben al di sotto del 90% in quasi tutte le province pugliesi. Questo significa che l’efficienza e funzionalità dei laboratori, e la didattica ad esso
legata, è gravemente compromessa.
Le difficoltà per le scuole della regione si sono accentuate quest’anno per la mancata riconferma dell’organico aggiuntivo Covid, decisa in sede di bilancio dal governo Draghi. Il problema, però, è più vecchio.
“Nel triennio 2008-2011 furono tagliati 45.000 posti tra amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici. – ricorda il segretario di Snals Puglia, Vito Masciale – In Puglia le scuole persero 4.000 lavoratori ATA. È più o meno il numero di contratti a tempo determinato che lo scorso anno sono stati attivati nella nostra regione per l’organico aggiuntivo Covid. Per questo, la mancata conferma di quei posti ha messo seriamente in crisi la gestione quotidiana delle scuole. L’incontro di oggi con il Prefetto, pur non avendo sortito risultati concreti nell’immediato, è stato importante per aver dato ai sindacati la possibilità di ribadire l’obiettivo principale: recuperare i tagli del 2008-2011. Per il momento, occorre tamponare con 2.000 unità aggiuntive. SNALS continuerà ad essere al fianco dei lavoratori in questa vertenza”.
Per far fronte al problema, l’Ufficio Scolastico Regionale (USR Puglia) aveva concesso in prima istanza una trance di 740 posti in deroga ATA e, dopo la pressione delle sigle sindacali, autorizzato ulteriori 94 posti in deroga. Le istanze del territorio, però, non sono state del tutto soddisfatte.
Prossimo passaggio per i sindacati sarà la richiesta di un tavolo di confronto con l’assessore al Lavoro, Formazione e Diritto allo studio della Regione Puglia, Sebastiano Leo. La speranza è che si possano mettere in campo risorse economiche attraverso una formula tipo quella dei progetti regionali Das (Diritti a scuola).
Per l’innovativa misura, finalizzata a incrementare la qualità del sistema scuola in Puglia e a creare nuovi posti di lavoro per docenti e ATA, sono stati messi a disposizione del sistema scolastico regionale, sin dal suo avvio nel 2009, importanti risorse finanziarie e umane aggiuntive.
, 2022-10-01 08:41:00, Snals Puglia – Si è risolto in un nulla di fatto l’incontro di ieri pomeriggio tra il Prefetto di Bari, Antonia Bellomo, e i sindacati pugliesi della scuola per provare a sciogliere il nodo sulla carenza di personale ATA negli Istituti. FLC CGIL, CISL scuola, UIL scuola, SNALS Confsal e GILDA Unams, a margine del sit-in unitario organizzato in piazza Prefettura con i delegati sindacali territoriali e i lavoratori, hanno chiesto al rappresentante dello Stato di accogliere la loro istanza e farsene portavoce rispetto al Governo.
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