Incendio a Catanzaro, chi è la famiglia coinvolta: una vita nella solitudine e nel degrado. Si indaga per omicidio e disastro colposo

Nel rogo sono morti tre fratelli, il resto della famiglia è ustionato gravemente. Qualcuno avanza l’ipotesi che l’incendio nell’abitazione potrebbe non essere stato accidentale

DAL NOSTRO INVIATO
CATANZARO – Vivevano nella solitudine e nel degrado più totale i Corasaniti, padre, madre e cinque figli, di cui uno autistico, coinvolti nell’incendio del loro appartamento di Catanzaro avvenuto nella notte e nel quale hanno perso la vita tre fratelli (madre, padre e altri due figli di 12 e 16 anni si sono salvati ma sono rimasti ustionati gravemente).

Gli inquirenti hanno escluso che le fiamme possano essere state innescate da una fuga di gas e la Procura ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per omicidio e disastro colposo.

L’appartamento che ha preso fuoco si trova in uno stabile nel quartiere Pistoia, una specie di casba fatta di palazzi popolari di sei piani, tutti uguali, dove la vita scorre monotona, ogni giorno, tra bande di rom che gestiscono lo spaccio della droga. Qui il mondo sembra essersi fermato e il degrado è ovunque.

Nessuno tra i coinquilini ammette di conoscere la famiglia Corasaniti. Il solo a parlare è Pino Romeo, responsabile dell’associazione Un raggio di Sole. «Le loro difficoltà economiche erano note a tutti. Ogni mese facevamo visita a questa famiglia portandogli cibo e vestiario», dice Romeo. «Ci siamo fatti carico, senza nessun compenso, di portare a scuola Saverio, il figlio autistico della coppia, non senza problemi. Le prime volte è stato veramente difficile. La sua malattia lo rendeva spesso isterico e violento e ci voleva tutta la nostra professionalità per stargli accanto e tranquillizzarlo».

La tragedia di Catanzaro bisogna leggerla anche attraverso gli occhi di chi questa famiglia l’ha conosciuta e se n’è occupato in prima persona. Antonio Marziale – da poco nominato dal presidente Occhiuto garante per i diritti dell’infanzia – si era preso cura in passato dei Corasaniti. Nella triste storia di questo nucleo familiare disagiato, con un padre venditore ambulante e madre casalinga, con cinque figli da sfamare, senza sussidi, costretti a vivere spesso di offerte c’è chi, per ottenere il loro alloggio popolare, non ha esitato, cinque anni fa, attraverso minacce e furti e la distruzione dello stesso appartamento, a mandare fuori di casa i Corasaniti, costretti a cercarsi un nuovo alloggio.

All’epoca Vitaliano Corasaniti e la moglie, oltre che denunciare il sopruso subito, si sono rivolti ai servizi sociali del Comune. La risposta delle istituzioni è stata: «Non possiamo aiutarvi». «Quando all’epoca sono intervenuto – spiega Marziale – mi è stata prospettata l’ipotesi di trasferire in una struttura di Montalto Uffugo (a circa 80 chilometri di distanza, in provincia di Cosenza) madre e bambini, mentre il padre sarebbe rimasto a Catanzaro. Un’assurdità».

Dopo quell’episodio Vitaliano Corasaniti è diventato una sorta di paladino della legalità. Sempre in prima fila nelle manifestazioni pubbliche dove c’era da protestare per i diritti. Spesso anche in solitudine, senza mai, però, avere una risposta che potesse alleviare il suo disagio e quella della famiglia. Ecco perché qualcuno avanza oggi l’ipotesi che l’incendio potrebbe non essere stato un fatto accidentale.

I Vigili dicono che il fuoco ha aggredito rapidamente ogni sostanza combustibile, tanto che tutto nelle sei stanze e due bagni, è andato completamente distrutto. Questo pomeriggio arriveranno da Roma per i rilievi gli specialisti del Nia (il Nucleo investigativo antincendio).

22 ottobre 2022 (modifica il 22 ottobre 2022 | 14:56)

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, 2022-10-22 13:22:00, Nel rogo sono morti tre fratelli, il resto della famiglia è ustionato gravemente. Qualcuno avanza l’ipotesi che l’incendio nell’abitazione potrebbe non essere stato accidentale, Carlo Macrì

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