Le inchieste di «Report» e gli interrogativi su un grande balzo

di Aldo Grasso

La puntata approfondisce la figura dell’ex promessa di Mtv, ora «eminenza grigia» di Vivendi

Incuriosito dallo straordinario ruolo che gli viene attribuito (eminenza grigia di Vivendi e del suo presidente Arnaud De Puyfontaine), ho seguito la puntata di «Report» di Giorgio Mottola su Andrea Pezzi (Rai3). Lo stile della trasmissione di Sigfrido Ranucci è sempre il solito: molta carne al fuoco, molte interviste con personaggi oscurati, molti inseguimenti per strada, molti punti di domanda.

La giovane promessa di Mtv aveva tentato la carriera tv anche in Rai, quando in Viale Mazzini ricopriva ruoli importanti Deborah Bergamini (ex consulente per la comunicazione di Berlusconi). Nel 2005 Pezzi conduce Tornasole, un programma culturale molto velleitario. L’anno successivo ospita Antonio Meneghetti, il guru dell’ontopsicologia, un guazzabuglio fideistico di rara amenità: «Individua e descrive i comportamenti del monitor di deflessione e isola l’identità e le caratteristiche dell’unità di azione che specifica l’uomo conforme al progetto di natura: l’In Sé ontico». Pezzi è un seguace di Meneghetti, sostiene persino di seguire i suoi corsi a San Pietroburgo (in che lingua si tenevano, in russo?). Allora scrissi che era stata trasmessa «una delle più strampalate, balzane, sconclusionate interviste che la Rai abbia mai mandato in onda».

Poi Pezzi si palesa come grande esperto di comunicazione con il progetto «OVO», una sorta di enciclopedia illustrata che già sul nascere appariva vecchia, nemmeno fondata sull’ipertesto (pare che per Mediaset sia stato un bagno di sangue economico). Da seguace dell’ontopsicologia a consigliere, mediatore, incantatore di serpenti finanziari, imprenditore del digital advertising: un grande balzo non c’è che dire. Ovviamente ogni sua iniziativa è ammantata di neoumanesimo, qualunque cosa voglia dire. Sostiene che il suo compito, strapagato, è di fare «il traduttore culturale tra l’approccio cartesiano dei francesi e quello troppo machiavellico degli italiani». Mah!

8 novembre 2022 (modifica il 8 novembre 2022 | 20:44)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-11-08 20:22:00,

di Aldo Grasso

La puntata approfondisce la figura dell’ex promessa di Mtv, ora «eminenza grigia» di Vivendi

Incuriosito dallo straordinario ruolo che gli viene attribuito (eminenza grigia di Vivendi e del suo presidente Arnaud De Puyfontaine), ho seguito la puntata di «Report» di Giorgio Mottola su Andrea Pezzi (Rai3). Lo stile della trasmissione di Sigfrido Ranucci è sempre il solito: molta carne al fuoco, molte interviste con personaggi oscurati, molti inseguimenti per strada, molti punti di domanda.

La giovane promessa di Mtv aveva tentato la carriera tv anche in Rai, quando in Viale Mazzini ricopriva ruoli importanti Deborah Bergamini (ex consulente per la comunicazione di Berlusconi). Nel 2005 Pezzi conduce Tornasole, un programma culturale molto velleitario. L’anno successivo ospita Antonio Meneghetti, il guru dell’ontopsicologia, un guazzabuglio fideistico di rara amenità: «Individua e descrive i comportamenti del monitor di deflessione e isola l’identità e le caratteristiche dell’unità di azione che specifica l’uomo conforme al progetto di natura: l’In Sé ontico». Pezzi è un seguace di Meneghetti, sostiene persino di seguire i suoi corsi a San Pietroburgo (in che lingua si tenevano, in russo?). Allora scrissi che era stata trasmessa «una delle più strampalate, balzane, sconclusionate interviste che la Rai abbia mai mandato in onda».

Poi Pezzi si palesa come grande esperto di comunicazione con il progetto «OVO», una sorta di enciclopedia illustrata che già sul nascere appariva vecchia, nemmeno fondata sull’ipertesto (pare che per Mediaset sia stato un bagno di sangue economico). Da seguace dell’ontopsicologia a consigliere, mediatore, incantatore di serpenti finanziari, imprenditore del digital advertising: un grande balzo non c’è che dire. Ovviamente ogni sua iniziativa è ammantata di neoumanesimo, qualunque cosa voglia dire. Sostiene che il suo compito, strapagato, è di fare «il traduttore culturale tra l’approccio cartesiano dei francesi e quello troppo machiavellico degli italiani». Mah!

8 novembre 2022 (modifica il 8 novembre 2022 | 20:44)

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