Si fa presto a parlare di inclusione, ma in alcune scuole in cui sono stati inseriti studenti ucraini fuggiti dalla guerra sembra che quell’obiettivo sia tuttora difficile da conseguire. Un’inclusione quasi ferma al palo, a quanto ci risulta, per via, in questi casi di alcuni insegnanti. A favorirla soltanto e a malapena i compagni di classe.
Spieghiamo meglio. Per gli studenti ucraini, anche per quelli con buoni livelli generali di competenza conseguiti in patria, il maggiore ostacolo è la lingua. Conoscono, oltre all’ucraino, l’inglese, ma non sanno bene l’italiano, sia quello parlato che, soprattutto, quello scritto. Faticano spesso, quindi, a capire e a seguire le lezioni, non sono in grado di superare verifiche, finiscono per rimanere esclusi e perdono motivazione allo studio proprio a causa della scarsa conoscenza dell’italiano.
L’inglese che hanno acquisito nelle loro scuole ucraine potrebbe essere veicolo di comunicazione, uno strumento funzionale all’inclusione, ma purtroppo la maggior parte dei loro insegnanti l’inglese non lo conosce.
Quella che rischia di diventare un’esclusione con prospettiva di prossima non ammissione alla classe successiva (minacciata da alcuni insegnanti, stando a quanto è stato raccontato a Tuttoscuola) è parzialmente attenuata dai compagni di classe che, proprio attraverso l’inglese, comunicano, traducono, incoraggiano.
Si tratta, comunque, di un quadro sconfortante che Tuttoscuola ha conosciuto direttamente da alcune scuole e che si augura costituiscano casi del tutto isolati.
Vorremmo essere confortati da segnalazioni di situazioni di segno opposto a cui volentieri daremmo spazio e risalto, affinché possano servire anche da esempio, per realizzare una vera inclusione per migliaia di studenti ucraini che sperano di trovare in Italia la speranza del futuro che la guerra ha loro tolto. Potete raccontare i vostri esempi di inclusione scrivendo a redazione@tuttoscuola.com.
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