I bambini italiani sanno leggere meglio dei francesi e dei tedeschi. Ecco perché

di Gianna Fregonara e Orsola Riva

Lo svantaggio delle regioni meridionali inizia gi qui per poi peggiorare sempre di pi fino a determinare il tonfo dei quindicenni italiani nei test Ocse Pisa

La scuola elementare italiana non solo funziona bene ma una delle migliori d’Europa: il 97 per cento degli alunni arrivati in quarta ha imparato a leggere e ormai legge per imparare. Ma la scuola elementare italiana funziona ancora molto meglio nelle regioni del Nord e del Centro che al Sud e nelle Isole. Anzi, negli ultimi vent’anni, lo svantaggio peggiorato. In una scala che va dai 587 punti dei primi della classe, gli studenti di Singapore a 384, che il risultato medio dei bambini in Sudafrica, l’Italia 14esima su 43 Paesi con un punteggio di 537 punti, ben al di sopra della media europea, davanti anche a Francia e Germania, sullo stesso piano di Danimarca e Norvegia. Solo Svezia, Polonia, Finlandia e Inghilterra fanno meglio. Ci sarebbe da essere contenti considerando che la rilevazione del Progress in International Reading Literacy Study (Pirls) stata condotta nel 2021, in piena pandemia, e che gli studenti italiani che hanno fatto il test sono in media pi piccoli di molti loro colleghi degli altri Paesi – 9 anni e otto mesi, contro i quasi 11 dei primi della classe scandinavi. Ci sarebbe da essere soddisfatti, appunto, se non fosse che il risultato del 2021 stato il peggiore da quando si svolto il primo test, vent’anni fa. L’ultima volta, nel 2016, il punteggio medio era di 548 punti, ben 11 sopra quello attuale. Certo, c’ stato l’effetto Covid che ha determinato un peggioramento generale in quasi tutti i Paesi. Non per nulla le due macroaree che hanno registrato il calo maggiore sono anche quelle che di solito vanno meglio e cio il Nord Ovest e il Nord Est (rispettivamente meno 12punti e meno 15) dove le scuole sono state chiuse pi a lungo a causa dell’emergenza sanitaria. Ma in Italia si osserva anche un progressivo allargamento dei divari fra regioni che sono passati da un massimo di 12 punti nel 2006 a tre volte tanto (36 punti) nel 2021.

Fondamenta solide con qualche crepa

Ecco perch questi risultati si prestano a essere letti in chiaroscuro. Da un lato dimostrano che almeno sulla lettura la nostra scuola primaria poggia su basi solide, come spiega il presidente dell’Invalsi Roberto Ricci. Dall’altro per in queste fondamenta robuste ci sono delle incrinature che ai piani bassi non si sentono ancora, ma si fanno sentire pi in alto. Fuor di metafora, quelle differenze che iniziano ad emergere gi alle elementari, si allargano alle medie e si esasperano alle superiori, come si vede con chiarezza dati test Ocse Pisa da cui i quindicenni italiani escono sistematicamente con le ossa rotte. Un peggioramento progressivo che potrebbe dipendere da un altro indicatore negativo che si segnala gi in questo primo tratto di scuola: rispetto agli altri Paesi che ottengono il nostro stesso risultato complessivo, da noi i super bravi sono molti di meno (l’8 per cento contro l’11).

Cosa misura il test Pirls

I test Pirls consistono in una serie di domande che misurano la capacit di lettura di testi letterari e di informazione. L’Invalsi che si occupa della somministrazione delle prove quest’anno per la prima volta ha scelto la modalit al computer che permette di valutare anche la comprensione della lettura in un ambiente online simulato, al quale gli studenti sembrano essersi adattati bene. Un risultato che pu sorprendere visto che la maggior parte degli insegnanti intervistati nella rilevazione non ha svolto attivit legate al digitale in classe.

Gender gap

Le bambine si confermano anche in questa rilevazioni lettrici pi abili dei bambini: complessivamente ottengono un punteggio medio di 541 contro i 534 dei loro compagni. Un divario che comunque inferiore a quello della maggior parte degli altri Paesi (siamo sestultimi nella graduatoria che misura il gap tra bambine e bambini).

Lo sbilanciamento Nord-Sud

Per quanto riguarda l’equit del sistema, sono i divari territoriali a fare la vera differenza. Il punteggio medio nel Nord Ovest (Piemonte, Lombardia e Liguria) di 550, seguito a ruota dal Centro (543) e dal Nord Est (542), mentre il Sud si ferma a 527 e le Isole a 513. Ma soprattutto rispetto al 2006 il divario tra le regioni che ottengono i risultati migliori (Nord Ovest) e quelli peggiori (Isole) triplicato, da 12 a 36 punti. Lo svantaggio delle regioni meridionali si vede non tanto nel livello base della lettura che raggiungono praticamente tutti i bambini e le bambine indipendentemente da dove vivono (si passa dal 98-9 per cento nel Nord e del Centro al 95 per cento del Sud e delle Isole), ma nel livello pi elevato che in media raggiungono solo l’8 per cento degli alunni con picchi dell’11 per cento nel Nord Ovest e record negativo del 4 per cento al Sud.

Il peso dei libri in casa

Dall’indagine emergono anche le cause della diversa preparazione dei giovani studenti e della loro diversa attitudine ad imparare a leggere e scrivere. Il migliore rendimento degli studenti legato alla provenienza socio-economica della famiglia, alle attivit di pre-lettura svolte prima delle scuole elementari, all’amore per la lettura sviluppato grazie ad attivit varie, alla scuola frequentata e alla composizione della classe. Un ruolo significativo lo hanno anche i dispositivi digitali: gli studenti che non li usano per attivit scolastiche sanno leggere meglio.

16 maggio 2023 (modifica il 16 maggio 2023 | 14:58)

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, L’articolo originale è stato pubblicato da, https://www.corriere.it/scuola/maturita/notizie/indagine-pirls-scuola-elementare-promossa-lettura-ma-super-bravi-scarseggiano-f73e4672-f329-11ed-a9db-6a998963fa4a.shtml, , https://rss.app/feeds/0kOk1fn8PPcBHYnU.xml, Gianna Fregonara e Orsola Riva,

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