Fernanda Wittgens, Palma Bucarelli e le grandi donne vissute darte

SABATO 4 FEBBRAIO 2023

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,
quando la famiglia di mio nonno, Emilio Levati, abitava a Milano in via Spiga, ebbe come vicini di casa la famiglia Wittgens, il cui capo-famiglia era un professore e mia madre, Paola, ricordava bene una ragazza di circa 6 anni maggiore di lei, molto in gamba. Mia zia Felicita (detta Cita), nata nel 1900, che si dilettava di pittura, prese lezioni da Fernanda, che gi allora si interessava di arte. Zia Cita continu il rapporto con Fernanda, anche quando divenne una celebrit. Vedere in tv un film sulla vita di Fernanda mi riporta a quei ricordi. Fernanda fu la prima donna sovraintendente alle Belle Arti della Lombardia e direttore di Brera.
Giorgio Bonelli, Bientina

Caro Giorgio,
Grazie del suo bel ricordo personale. Nei giorni scorsi accaduto un mezzo prodigio: RaiUno ha trasmesso in prima serata una docufiction dedicata a Fernanda Wittgens, personaggio sconosciuto al grande pubblico, con risultati sorprendenti: oltre il 17% di share, quasi 3 milioni e mezzo di spettatori. Segno che alzare il livello a volte paga. Fernanda Wittgens un personaggio straordinario: ha salvato vite umane e opere d’arte durante l’occupazione nazista. Lo stesso fece a Roma un’altra regina di quadri, Palma Bucarelli. Lo documenta bene la bellissima mostra L’arte liberata alle Scuderie del Quirinale: molti sovrintendenti e direttori di musei italiani riuscirono a salvare i nostri capolavori dalle grinfie di Hitler — che sognava di riunirli nel Fhrermuseum di Linz, la citt dov’era cresciuto — e di Gring, che voleva proprio tenerli per s. Wittgens e Bucarelli erano antifasciste. Margherita Sarfatti, prima grande critica d’arte italiana, che apparteneva alla generazione precedente, aveva invece creato il mito del Duce, anzi Dux, come da titolo del suo libro. Ma fece di tutto per impedire l’alleanza tra Mussolini e Hitler, coinvolgendo D’Annunzio, pure lui contrario all’abbraccio mortale con la Germania nazista. Che oggi queste donne vissute d’arte nel secolo scorso e nella tempesta della guerra incontrino il pubblico televisivo un segnale prezioso per la nostra esile industria culturale.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

L’ingiustizia

Argo controlla gli studenti. Ma a chi giova?

Sono una mamma preoccupata. Il portale Argo un registro elettronico aperto agli alunni, ai docenti e a noi genitori con diverse funzioni: avvisi, condivisione documenti, prenotazioni ricevimenti, bacheca etc; tutte funzioni utili. Fin qui tutto bene, se non fosse che appena apri Argo la schermata che ti accoglie fatta da un bollino con la media (tra tutte le materie) dell’alunna/o. Poi ci sono le singole materie con i relativi voti tra prove orali e scritte e qua viene il bello; c’ un grafico. Dunque l’alunno, o meglio il rendimento scolastico diventa un grafico cartesiano fatto di andamenti positivi o negativi cos come se fosse l’andamento di un’azienda che vende pneumatici. A gennaio abbiamo venduto il 7% in meno, a febbraio abbiamo recuperato e cos per gli alunni a gennaio ho avuto 7, a marzo 5 e dunque la coordinata scesa. Continuando tra le funzioni, su Argo c’ anche una sezione Note, dunque in diretta i genitori apprendono quello che accaduto con conseguente frustrazione di alunno che sa che in quel momento il genitore venuto a conoscenza del comportamento manchevole e del genitore che vorrebbe, magari, parlare con il figlio dell’accaduto, ma deve aspettare il termine dell’orario scolastico. Con Argo dimentichiamoci anche dei filoni e dei ritardi perch l’assenza o il ritardo viene subito notificato ai genitori. Bei tempi quello dei filoni con il ragazzo, con l’amica e bella anche la sberla che prendevi se i genitori ti scoprivano. S, lasciatemi questa vena di malinconia. Mi chiedo: dove stiamo andando? Come la mettiamo con l’ansia dei nostri ragazzi? Il registro lasciamolo in classe sulle cattedre.
V. P., Napoli

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

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MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

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GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

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DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

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LA FOTO DEL LETTORE

Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

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