Ho 16 anni e sono felicedi fare il liceo classico

MERCOLED 8 FEBBRAIO 2023

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,
ho 16 anni e apprezzo il pensiero espresso da Massimo Gramellini sul liceo classico (Corriere, 1 febbraio), che ho la fortuna di frequentare. Ogni indirizzo ha una sua specifica utilit formativa, che va onorata, ma svilente vedere che il classico ne esca cos ridimensionato. Il classico mi sta aiutando a cercare me stesso, a capire da dove vengo e chi devo diventare, fornendomi una preparazione versatile e multiforme. Chiedersi il perch delle cose pu sembrare inutile, ma indagare sulle cause ultime e stupirci di quello che viviamo ci migliora sensibilmente. Io credo davvero che per vedere pi lontano bisogna salire pi in alto.
Flavio Maria Coticoni

Caro Flavio Maria,
Ogni generazione ha la sue esperienze e i suoi ricordi. Quando facevo il liceo classico, l’inglese si studiava solo in quarta e quinta ginnasio, poi lo si abbandonava: un’assurdit. Il peso dello studio era troppo concentrato su italiano, latino, greco e si trascuravano le materie scientifiche. Tuttavia era una scuola seria, rigorosa, selettiva. E una scuola pubblica con queste caratteristiche nell’interesse dei ceti medio-bassi, e in genere di chi vuole emergere. Ora il legame tra studio, preparazione, percorso professionale si fatto pi labile. In questo Paese studiare non serve a nulla dice Checco Zalone in Che bella giornata (Checco non dice nulla, ma il concetto quello). Tantissimi ragazzi la pensano cos. Anche per questo, come ha scritto Massimo Gramellini, poco pi del 5% degli studenti affronta il classico. Ma a parte il fatto che il classico non difficile in s (ad esempio per chi portato per le materie umanistiche sarebbe molto pi complicato lo scientifico o l’istituto tecnico), l’importante che ognuno sia messo in condizione di riconoscere e sviluppare il proprio talento. Vasco Rossi, che ha fatto ragioneria, mi ha detto di rimpiangere di non aver fatto il liceo: Arrivi al diploma senza sapere che sono esistiti Socrate e Platone. Eppure i ragionieri, insieme ai ragazzi usciti dall’istituto tecnico, sono stati la spina dorsale della ricostruzione e del boom economico italiano. Il classico di sicuro d il collegamento con le nostre radici, con il mondo greco e romano, con Dante, con il motivo per cui l’Italia importante del mondo: l’umanesimo, cio il tentativo di conciliare la classicit con la cristianit, la bellezza con la morale.

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L’ingiustizia

Quanto mi costa insegnare a 200 chilometri da casa

Sono un’insegnante della scuola primaria e vorrei raccontare la mia esperienza non del tutto positiva. Ho superato il concorso ordinario nel 2022 in Lombardia, ottenendo il ruolo. Vivo a Castiglione delle Stiviere (Mantova), ma mi stata assegnata la sede a Melzo, in provincia di Milano (purtroppo le province vicino sono state scelte dai vincitori di concorso che mi hanno preceduta in graduatoria). Per evitare di percorrere 200 km al giorno per raggiungere il lavoro, per ridurre i costi di carburante e pedaggio autostradale importanti, per contenere i rischi delle trasferte giornaliere connessi alle condizioni meteo (ghiaccio, neve, nebbia), per evitare di rischiare uno stress notevole, per svolgere il lavoro in modo sereno ho affittato un piccolo bilocale a Melzo. Lo condivido con un’altra collega, anche lei nella mia stessa situazione, originaria e residente a Brescia. Io e la mia collega paghiamo 600 euro in due, spese a parte. Il mio stipendio di 1.500 euro, ho un mutuo da pagare e altre spese da gestire. Sono sposata, non ho figli, ma io e mio marito siamo costretti a stare lontani dal luned al venerd venendo meno il diritto alla famiglia. Spero nelle assegnazioni provvisorie o nel trasferimento. A quanto pare il Ministero non vuole concedere tali trasferimenti e intende inserire dei vincoli che durano tre anni. Io non sono d’accordo. Credo nella continuit didattica, ma questa ha valore se i docenti hanno serenit e diritti. Non si pu costringere una persona a stare lontana dai propri legami, dai propri affetti. E ci sono tante persone nella mia stessa situazione.
Gabriella

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

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MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

Invia l’offerta

GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

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DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

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LA FOTO DEL LETTORE

Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

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