Le urne vuote e lospedale da riaprire in centro a Roma

MERCOLED 15 FEBBRAIO 2023

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,
faccio onestamente fatica a comprendere le dichiarazioni trionfalistiche di chi ha vinto le regionali 2023: in Lombardia e nel Lazio si recato alle urne neanche il 43/44 % degli aventi diritto al voto. Di questi elettori il 50% per cento ha premiato il centrodestra, il 30% circa il centrosinistra. Dato che la matematica,per fortuna, non segue le regole della politica vuol dire che: il 20% degli elettori lombardi e laziali ha deciso di far governare il centrodestra, mentre a sinistra si raccolto poco pi del 15% circa dei voti. Direi che con questi numeri di partecipazione al voto c’ poco da stare allegri sia a destra che a sinistra.
Paolo Uniti

Caro Paolo,
In politica chiamarsi fuori legittimo, ma condanna a non contare nulla. Certo, un’astensione cos alta nelle due regioni pi importanti d’Italia un dato significativo. A Ostia, il quartiere del neopresidente del Lazio Rocca, ha votato meno del 30 per cento; a Tor Bella Monaca il 27. Se ne pu dare una duplice lettura. Non c’ tutto questo entusiasmo verso il nuovo governo; ma nello stesso tempo non c’ a sinistra tutta questa mobilitazione contro il nuovo governo. Lo scorso 25 settembre la maggioranza relativa del Paese ha fatto un investimento politico e anche emotivo su Giorgia Meloni; e per il momento non ha cambiato idea. La vittoria della destra netta anche perch i consensi dell’opposizione non si possono sommare; in particolare fallito il tentativo del Terzo polo di stare in mezzo e prendere voti un po’ di qua un po’ di l; di voti ad Attilio Fontana — nonostante la modesta prova di governo dei primi mesi del Covid — la Moratti ne ha portati via pochini, quasi nessuno. In Lombardia la Lega va meno peggio del previsto. Ma nel Lazio la somma dei voti di Lega e Forza Italia (16 per cento) non arriva alla met dei voti della Meloni (quasi il 34). Salvini e Berlusconi tenteranno ancora di distinguersi; ma per il momento non hanno un altro schema di gioco, quindi non faranno cadere il governo. Il vero pericolo per la premier il rapporto teso con la Germania e in particolare con la Francia: due Paesi pi pesanti di noi, per economia, bilancio pubblico, influenza internazionale, con cui avremmo interesse ad avere buoni rapporti, ai quali non pu sopperire la non ostilit dell’America di Biden. Poi, come sempre, anche quando noi non ci occupiamo di politica, la politica si occupa di noi. L’altro ieri la Cassazione ha stabilito l’illegittimit della chiusura del San Giacomo, che per sette secoli fino al 2008 era stato l’ospedale del centro di Roma. Rinunciarvi fu una decisione delirante: nel centro della capitale non abita quasi pi nessuno; ma ogni giorno tra lavoratori e turisti ci passano milioni di persone, e purtroppo qualcuno ha bisogno di un pronto soccorso e di cure. La politica, per tornare a parlare alla gente, deve chinarsi sul solco e occuparsi delle piccole cose. Magari scoprir che non sono poi cos piccole.

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Storia

Azzolina, il cardiochirurgo che salvava i bambini blu

Nei giorni rigidi che hanno segnato la cattura del latitante Messina Denaro, pochissimo spazio stato concesso a un altro siciliano, un tempo famoso ma oggi dimenticato. Si spento il cardiochirurgo Gaetano Azzolina, nome che oggi dice poco, eppure con le sue mani ha salvato la vita dei tanti bambini blu nell’Italia degli anni Settanta, quando per salvare un piccolo nato con malformazioni cardiache dovevi oltrepassare l’oceano o rassegnarti. Per fortuna la mia memoria storica la vedo ogni giorno; mio fratello era uno di quei bimbi blu salvati da Azzolina, operato quando nessuno aveva voluto tentare, senza chiedere milioni , donando sorrisi e l’immensa capacit della sua professione. Oggi nessuno lo celebra o semplicemente lo ricorda, sebbene fosse stato un pioniere della cardiochirurgia infantile, capace di portare in Italia le nozioni apprese negli Usa per salvare e ridare speranza a tante famiglie. Negli anni Settanta era spesso in tv da Costanzo, anche se la sua apparizione pi nota fu durante un gal dell’Unicef, tenuto a Roma e presentato dal grande Peter Ustinov; Azzolina prese un chitarra e cant Paloma e lo fece come se avesse fatto quel mestiere sempre e le sue mani si muovevano con la stessa maestria con cui impugnava un bisturi. Chi lo ha conosciuto, chi ha incontrato il suo sorriso infinito, la forza delle sue azioni, chi ha ricevuto in dono una speranza dalle sue abilit chirurgiche non lo dimenticher mai anche se volato via quando un suo corregionale veniva catturato proprio in un luogo familiare, una clinica. Grazie Gaetano.
Roberto Schioppa

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Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

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