Caro Aldo,
a proposito della Shoah, si parla molto del conformismo degli italiani di allora. Di un consenso, cio, a volte tacito ma diffuso, nella popolazione. Mi domando se tale immorale atteggiamento non sia stato anche determinato dal fatto che in Italia, su 41 milioni di abitanti, gli ebrei fossero soltanto 46.736. Di conseguenza, in diverse zone del Paese, non essendoci persone di origine ebraica, le popolazioni ivi residenti non si accorsero di nulla. Adesso siamo bombardati dalle notizie ma a quei tempi e sotto un regime, credo che i fatti di cronaca venissero completamente oscurati. Lei cosa ne pensa?
Secondiano Zeroli Bagnoregio
Caro Secondiano,
Ci sono molti documenti e molte testimonianze che confermano un dato: l’antisemitismo certo esisteva nell’Italia del 1938, ma non era un sentimento dominante; la maggioranza degli italiani visse con disagio se non con aperta opposizione le leggi razziali, a conferma del fatto che non tutti gli italiani sono stati fascisti. nota l’ostilit di dirigenti storici del regime, compreso Italo Balbo. A Trieste il federale Grazioli protegge le antiche famiglie ebraiche della citt, i Salem, i Morpurgo, e viene rimproverato per questo da Roma. Il federale di Milano, Rino Parenti, invece amareggiato perch la campagna razzista incontra difficolt, per via dei soliti ariani sentimentali. Gli ebrei ricevono lettere di solidariet: Un cordiale saluto con l’antica amicizia; in questa ora triste ti prego di gradire il mio affettuoso saluto. Dimmi quando posso venire a trovarti. Persino Il Popolo d’Italia riceve lettere di protesta. Il Duce, informato, si irrita, e ordina di titolare: Noi tireremo diritto sulla questione della razza. La federazione torinese scrive al partito a Roma per descrivere il profondo senso di compatimento che si riscontra nell’opinione pubblica… Circa il problema degli ebrei perdura l’incertezza e il malcontento di tutti. Quasi nessuno sente la campagna razzista come stata fatta. Eppure anche a Torino, la citt meno fascista d’Italia, gli impiegati ebrei ricevono prontamente la lettera di licenziamento. Il bilancio delle leggi razziali insomma di difficile lettura, tra gli obblighi e i conformismi di ogni regime e le reazioni ostili in nome di quell’umanit che sempre stata un tratto della nostra gente.
LE ALTRE LETTERE DI OGGI
L’ingiustizia
Caff corretto con latte pagato 60 centesimi in pi
Nei mesi scorsi sono stato in un notissimo bar nel centro di Milano per degustarmi un caff. Alla cassa, alla domanda di quale tipo di caff desiderassi, ho risposto alla cassiera che volevo bere un caff normale. Ho pagato 1,30 euro e, ritirato lo scontrino, mi sono portato al banco per la consumazione. Ho chiesto la correzione di latte freddo e mi stato negato perch la correzione comportava un ulteriore esborso di 0,60 euro. La richiesta mi sembrata eccessiva avendo gi pagato 1,30 ed ho rinunciato. La richiesta di 60 centesimi in pi mi sembra di una gravit assoluta che non trova alcuna giustificazione se non quella di riempire ancor di pi le tasche del povero proprietario. Ci tengo a ricordare che il bar in questione uno dei locali pi frequentati dai milanesi e non solo. sempre pieno di clienti e difficilmente si trova posto a sedere per colazione e pranzo. Tutto ci amorale e merita di essere segnalato per far conoscere l’operato e l’ingordigia di questo povero proprietario. Questa sgradevole vicenda mi ricorda quanto avvenuto anni addietro a Treviso dove il proprietario di un noto bar a un cliente con al seguito il proprio cane, ha avuto il coraggio di inserire fra le voci di consumazione anche acqua cane € 0,30 (ne parl tanto anche la televisione). Spero che la mia indignazione sia motivo di riflessione per il povero proprietario affinch includa la correzione nel costo del caff.
Valentino Gandolfo, Segrate
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SPAZI PUBBLICI
Si tenga conto di chi abita nelle vicinanze
Federica Della Chiesa
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SICILIA
Prima del ponte sullo Stretto viene la linea ferroviaria
Michele Paolantonio
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SCUOLA
Sofferenza in classe: questa inclusione?
Una madre preoccupata
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LICEO CLASSICO
Pi spazio alle materie scientifiche
Domenico Mattia Testa
INVIATECI LE VOSTRE LETTERE
Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.
MARTEDI – IL CURRICULUM
Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino
MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO
Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai.
GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA
Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica
VENERDI -L’AMORE
Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita.
SABATO -L’ADDIO
Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno.
DOMENICA – LA STORIA
Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia.
LA FOTO DEL LETTORE
Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.
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