Biden e la strategia per finire la guerra

MERCOLED 22 FEBBRAIO 2023

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,
legittimo accostare l’omaggio reso da Joe Biden, a Kiev, alle vittime dell’aggressione di Putin dell’Ucraina, alle commoventi soste, davanti al Muro di Berlino, dei predecessori dell’ex vice di Obama, John F. Kennedy e Ronald Reagan? E la missione, oltre a rafforzare l’inquilino della Casa Bianca, contribuir alla liberazione, con il contributo dell’Italia, dell’Ucraina? Soprattutto perch la libert vince sempre, finch difesa, whatever it takes, come ha osservato Antonio Polito.
Pietro Mancini

Caro Pietro,
Andando a Kiev, Joe Biden ha dimostrato coraggio politico e anche fisico. Tuttavia lei, gentile signor Mancini, avr notato come prima la Casa Bianca abbia avvertito il Cremlino, quasi a dirgli: non fate scherzi. Non un dettaglio da poco. Un attacco russo con il presidente americano a Kiev sarebbe equivalso a un intervento cinese a fianco di Mosca: sarebbe stato un ulteriore passo verso un’escalation che il mondo non si pu permettere. Un idealista si chiederebbe: cos’altro deve accadere, con la pandemia, il cambio climatico, la proliferazione nucleare, per rendersi conto che non il momento di scatenare una guerra mondiale per il Donbass? Un realista risponderebbe: Putin non vuole solo il Donbass, vuole un regime amico a Kiev come nelle altre capitali dell’ex impero sovietico, vuole un’Europa soggetta e un’America distante. Diciamo la verit: se l’Europa rimasta finora compatta in sostegno dell’Ucraina, anche merito degli Stati Uniti. L’idea di uno Zelensky che combatte una guerra per procura per conto di Biden sbagliata: nella strategia di Biden c’era anzi un riavvicinamento con la Russia in chiave di confronto con il comune avversario, la Cina. Sul fatto che Putin un anno fa stesse per attaccare aveva ragione l’intelligence americana e avevano torto gli europei, che si rifiutavano di crederlo. Oggi Zelensky parla di vittoria entro l’anno. Ma non ha torto Macron a ricordargli che Putin pu e deve essere fermato, non schiacciato. Quando Biden e Xi troveranno un accordo, vedr che pure Zelensky e Putin cominceranno a parlarsi.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

L’ingiustizia

Dopo 39 anni di servizio, ho diritto alla liquidazione

Sono un ex dipendente del Ministero dell’Interno, in qualit di funzionario dei VV.F. (Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco), in quiescenza dal primo dicembre 2019. La legge prevede che il trattamento di fine servizio, o liquidazione, venga erogato in due parti: la prima dopo un anno dall’entrata in pensione e la seconda entro due anni. Purtroppo, ad oggi dopo pi di tre anni non ho ancora percepito nemmeno la prima tranche, nonostante la pratica sia stata inoltrata dall’Ufficio competente del Ministero all’Inps in maniera corretta e completa. La scorsa settimana ho contattato l’Inps (Roma Eur, Largo Josemara Escriv de Balaguer), per conoscere lo stato dell’arte della mia pratica e per capire i motivi di questo inspiegabile ritardo; la risposta stata la seguente: la pratica risulta annullata. Diciamo che sono basito. Ritengo tale situazione inaccettabile per un cittadino come me che ha lavorato per 39 anni: umiliante inoltre dover aspettare senza alcun motivo apparente anni per ottenere ci che legittimamente mi spetta, sottolineando inoltre la totale assenza di comunicazioni da parte dell’Inps. Davvero mi chiedo che cosa devo fare ancora per ottenere quanto mi spetta? Lo sciopero della fame, scrivere una richiesta di aiuto al Presidente della Repubblica? Intanto resto in attesta di un riscontro da parte dell’Inps.
Fabrizio Cola Roma

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

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MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

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GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

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VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

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SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

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DOMENICA – LA STORIA

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Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

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