Caro direttore,
vorrei porle un quesito giornalistico. Vedo che nelle varie trasmissioni televisive dedicate alla politica alcuni giornalisti difendono a prescindere le posizioni di determinati partiti. Cos in rappresentanza della destra viene sempre invitato Tizio ed in rappresentanza della sinistra viene sempre invitato Caio. Qualunque sia l’argomento in discussione quei giornalisti sono sempre concordi con il partito che sono chiamati a sostenere. Mi domando, e le domando: ma giornalismo questo? Come possibile ritenere credibile un opinionista che si sa in partenza che dar ragione a quel dato partito? Come possibile per il telespettatore formarsi un’opinione in queste condizioni? Forse sono ingenuo, e quello che sto per dire cozza certamente con la ricerca dell’audience a tutti i costi, ma penso che i conduttori televisivi renderebbero un grande servigio all’opinione pubblica se invitassero giornalisti non schierati, capaci di giudicare i fatti senza scadere nel tifo da stadio.
Girolamo Lazoppina
Caro signor Lazoppina,
Non credo sia opportuno mettermi a giudicare e a criticare i comportamenti degli altri colleghi. La libert un bene prezioso anche se questa libert viene utilizzata schierandosi sempre dalla stessa parte. Certo se si ragiona con onest non possiamo che arrivare a questa conclusione: impossibile che qualcuno abbia sempre ragione e qualcun altro sempre torto. Il bello del giornalismo la ricerca costante di fatti verificati, di racconti oggettivi, di opinioni indipendenti e mai faziose. Nel nuovo mondo digitale le opinioni sembrano invece pietre da scagliare in testa al tuo nemico di turno nel gioco della contrapposizione. Per quello che ci riguarda vorrei solo riportare alcune frasi dell’editoriale di Eugenio Torelli Viollier, nel primo giorno di uscita del Corriere della Sera: Ci piace essere obiettivi; ci piace ricordarci che tu, pubblico, non ti interessi che mediocremente ai nostri odi e ai nostri amori; che vuoi anzitutto essere informato con esattezza; ci piace serbare, di fronte ai nostri amici migliori, la nostra libert di giudizio e anche, se vuolsi, quel diritto di frondismo ch’e’ il sale del giornalismo.
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