La destra sui giornali  e il futuro della tradizione

DOMENICA 18 SETTEMBRE 2022

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,
lei scrive da tempo che la destra vincerà le elezioni più nettamente di quanto dicono i sondaggi. Perché allora i quotidiani non danno spazio alla destra? Esistono giornalisti di destra in Italia? A me non pare.
Franco Anselmo, Milano

Caro Franco,
Uno dei motivi per cui sono convinto che la destra vincerà le elezioni più nettamente di quanto dicono i sondaggi è che da quasi sei anni leggo ogni giorno centinaia di mail e di messaggi dei lettori del Corriere, e so come la pensa la maggioranza di loro. C’è da precisare però una cosa. L’Italia è l’unico Paese al mondo in cui la parola «destra» sia sinonimo di fascismo. In tutti gli altri Paesi, la parola «destra» indica i conservatori e/o i liberali. Se per destra si intende una cultura che non crede alle magnifiche sorti e progressive, che si fida più dell’individuo che dello Stato, che si ribella agli eccessi del politicamente corretto, che rifiuta la «lingua di legno» e le idee ricevute, allora lei può trovare questa cultura — cito i primi che mi vengono in mente — nei pezzi di Vittorio Feltri su Libero, di Paolo Guzzanti sul Giornale, di Giacomo Amadori sulla Verità, di Camillo Langone sul Foglio, di Giampiero Mughini su Dagospia (mi verrebbe da aggiungere, in quota critici dell’Occidente, Massimo Fini, del Fatto quotidiano, e Pietrangelo Buttafuoco, che è incredibile non abbia un giornale). Ovviamente può trovare questa cultura anche in molti editoriali del Corriere. In generale, la tradizione non è sinonimo di passato; a mio avviso, la tradizione ha un grande avvenire. Dare ai figli una formazione cattolica a partire dai sacramenti, rispettare la liturgia (Langone recensisce le messe, idea giornalistica geniale), mettere in scena Shakespeare e Verdi con attori e cantanti vestiti come nel ’600 e nell’800 e non come punk o nazisti, preferire la trattoria alla cucina molecolare, ripopolare anche grazie al lavoro a distanza i borghi dell’Appennino abbandonati da generazioni, riscoprire i mestieri d’arte e la dignità del lavoro fatto con le mani… l’elenco potrebbe continuare. Certo, il confine tra i conservatori e/o i liberali e i reazionari è labile. Lo si oltrepassa quando non si riconosce la libertà degli altri di dissentire e di fare come pare a loro. (Poi ci sono i fascisti che, a giudicare dagli insulti che ricevo in questi giorni — non dai lettori del Corriere —, non sono poi così pochi. Ma questo è un altro discorso).

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

Storia

«Il mio cucciolo Rocco va operato, datemi una mano»

Ho 22 anni. Ho bisogno di aiuto per il mio cucciolo Rocco. Ecco la nostra storia: Rocco è stato trovato a soli due mesi di vita in una campagna tutto solo così ho deciso di adottarlo. Ben presto però sono arrivate brutte notizie: a cinque mesi scopro che Rocco è affetto da una malformazione alle zampe posteriori, si chiama metatarsal rotation che comporta la rotazione estrema del metatarso. Questo crea disturbi di deambulazione e con il tempo può divenire invalidante. Rocco è solo un cucciolo ma ha già difficoltà ad alzarsi, a camminare e correre. La metatarsal rotation se non corretta chirurgicamente in tempi brevi comporta ulteriori danni come la displasia, ed è per questo che a fine mese ho fissato un ulteriore controllo per ripetere le lastre. Le spese sono tante, soltanto per l’operazione della metatarsal rotation ci vogliono 2.000 euro per zampa oltre alla degenza e alla riabilitazione. So bene che Rocco è stata una mia decisione e sono consapevole che continuerà ad essere una mia responsabilità, ma in questo caso così estremo non riesco a supportare le spese troppo elevate per le mie possibilità. Così ho chiesto una mano attraverso il web aprendo una raccolta fondi per chi volesse aiutarmi anche con il semplice importo di un caffè. Io spero di regalare a Rocco un finale diverso per strapparlo via dalla cattiva stella sotto cui è nato. Grazie, qualora decideste di aiutarmi. Ecco il link per la raccolta dei fondi: gofund.me/c1b62cb4.
Francesca Nicastro Napoli

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

Invia il CV

MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

Invia l’offerta

GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

Invia la lettera

DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

Invia il racconto

LA FOTO DEL LETTORE

Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere

, 2022-09-17 22:25:00,

DOMENICA 18 SETTEMBRE 2022

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,
lei scrive da tempo che la destra vincerà le elezioni più nettamente di quanto dicono i sondaggi. Perché allora i quotidiani non danno spazio alla destra? Esistono giornalisti di destra in Italia? A me non pare.
Franco Anselmo, Milano

Caro Franco,
Uno dei motivi per cui sono convinto che la destra vincerà le elezioni più nettamente di quanto dicono i sondaggi è che da quasi sei anni leggo ogni giorno centinaia di mail e di messaggi dei lettori del Corriere, e so come la pensa la maggioranza di loro. C’è da precisare però una cosa. L’Italia è l’unico Paese al mondo in cui la parola «destra» sia sinonimo di fascismo. In tutti gli altri Paesi, la parola «destra» indica i conservatori e/o i liberali. Se per destra si intende una cultura che non crede alle magnifiche sorti e progressive, che si fida più dell’individuo che dello Stato, che si ribella agli eccessi del politicamente corretto, che rifiuta la «lingua di legno» e le idee ricevute, allora lei può trovare questa cultura — cito i primi che mi vengono in mente — nei pezzi di Vittorio Feltri su Libero, di Paolo Guzzanti sul Giornale, di Giacomo Amadori sulla Verità, di Camillo Langone sul Foglio, di Giampiero Mughini su Dagospia (mi verrebbe da aggiungere, in quota critici dell’Occidente, Massimo Fini, del Fatto quotidiano, e Pietrangelo Buttafuoco, che è incredibile non abbia un giornale). Ovviamente può trovare questa cultura anche in molti editoriali del Corriere. In generale, la tradizione non è sinonimo di passato; a mio avviso, la tradizione ha un grande avvenire. Dare ai figli una formazione cattolica a partire dai sacramenti, rispettare la liturgia (Langone recensisce le messe, idea giornalistica geniale), mettere in scena Shakespeare e Verdi con attori e cantanti vestiti come nel ’600 e nell’800 e non come punk o nazisti, preferire la trattoria alla cucina molecolare, ripopolare anche grazie al lavoro a distanza i borghi dell’Appennino abbandonati da generazioni, riscoprire i mestieri d’arte e la dignità del lavoro fatto con le mani… l’elenco potrebbe continuare. Certo, il confine tra i conservatori e/o i liberali e i reazionari è labile. Lo si oltrepassa quando non si riconosce la libertà degli altri di dissentire e di fare come pare a loro. (Poi ci sono i fascisti che, a giudicare dagli insulti che ricevo in questi giorni — non dai lettori del Corriere —, non sono poi così pochi. Ma questo è un altro discorso).

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Storia

«Il mio cucciolo Rocco va operato, datemi una mano»

Ho 22 anni. Ho bisogno di aiuto per il mio cucciolo Rocco. Ecco la nostra storia: Rocco è stato trovato a soli due mesi di vita in una campagna tutto solo così ho deciso di adottarlo. Ben presto però sono arrivate brutte notizie: a cinque mesi scopro che Rocco è affetto da una malformazione alle zampe posteriori, si chiama metatarsal rotation che comporta la rotazione estrema del metatarso. Questo crea disturbi di deambulazione e con il tempo può divenire invalidante. Rocco è solo un cucciolo ma ha già difficoltà ad alzarsi, a camminare e correre. La metatarsal rotation se non corretta chirurgicamente in tempi brevi comporta ulteriori danni come la displasia, ed è per questo che a fine mese ho fissato un ulteriore controllo per ripetere le lastre. Le spese sono tante, soltanto per l’operazione della metatarsal rotation ci vogliono 2.000 euro per zampa oltre alla degenza e alla riabilitazione. So bene che Rocco è stata una mia decisione e sono consapevole che continuerà ad essere una mia responsabilità, ma in questo caso così estremo non riesco a supportare le spese troppo elevate per le mie possibilità. Così ho chiesto una mano attraverso il web aprendo una raccolta fondi per chi volesse aiutarmi anche con il semplice importo di un caffè. Io spero di regalare a Rocco un finale diverso per strapparlo via dalla cattiva stella sotto cui è nato. Grazie, qualora decideste di aiutarmi. Ecco il link per la raccolta dei fondi: gofund.me/c1b62cb4.
Francesca Nicastro Napoli

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Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

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MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

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GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

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Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

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SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

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DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

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Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

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, Aldo Cazzullo

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