Elogio di Lionel Messi  e difesa di Lele Adani

Caro Aldo,
il 26 novembre non ho visto in diretta la partita Argentina-Messico. Ho letto però alcuni giudizi sacrosanti circa il commento che Lele Adani pare abbia sfoggiato al gol di Leo Messi. Sono da condividere in pieno le critiche contro Adani, il quale giudica spessissimo ogni azione in campo con supponenza e saccenteria tali che con lui stesso in panchina la sua squadra vincerebbe ogni torneo! È davvero inascoltabile. Ricordo in passato commentatori sportivi o no, emarginati dalla Rai per molto meno.
Giancarlo Bettazzi

Caro Giancarlo,
Chi non si emoziona davanti a Messi che sblocca una partita drammatica con un colpo di biliardo, e si commuove sotto una muraglia di maglie argentine, è come chi non piange alla storia del conte Ugolino («e se non piangi, di che pianger suoli?»). Per questo difendo Lele Adani. Intendiamoci: qualsiasi critica è legittima. I Mondiali di calcio non sono soltanto sport. Non a caso, com’era facilmente prevedibile, sulla Rai stanno facendo numeri clamorosi, secondi solo a quelli del festival di Sanremo. Quando davanti alla tv ci sono sette milioni di spettatori, significa che molti non sono appassionati di calcio ma curiosi, che possono essere disturbati da toni che alle loro orecchie suonano eccessivi. È, ripeto, legittimo. Però Lele Adani non ha offeso nessuno. Ha espresso il proprio contagioso entusiasmo e la propria ammirazione da ex atleta per quello che è oggettivamente il numero uno del calcio moderno. Nessuno ha fatto quello che ha fatto Lionel Messi. Neppure Cristiano Ronaldo, il grande solista che ha rotto con le sue ultime tre squadre. Neppure Maradona, che sovrasta Messi per personalità, capacità di mitopoiesi — creazione di miti —, dimensione letteraria, e se vogliamo pure per imprese: i due primi scudetti della storia del Napoli; il Mondiale del 1986 vinto con un’Argentina che non era certo la squadra più forte, come sul Corriere ha ricordato Kalle Rummenigge nella bella intervista a Paolo Tomaselli. Però sul piano della longevità e della continuità Messi è superiore a chiunque (tranne forse Pelé; ma era un’altra epoca). E volete che uno come Adani non si esalti per il gol di Messi che ha salvato l’Argentina? (Adani l’ho visto una volta sola, ai Mondiali del 2014 in Brasile, quando era ancora quasi sconosciuto come commentatore. Me lo presentò Fabio Caressa, dicendo: «È il più preparato di tutti. Chiedigli del calcio uruguagio». Ecco, gentile signor Bettazzi, se incontra Adani, gli chieda del calcio uruguagio).

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

L’ingiustizia

«Covid, viaggio annullato nel 2020: vorrei il rimborso»

Nel gennaio 2020 ho versato a un noto tour operator duemila euro come caparra per un viaggio estivo in Asia con la mia famiglia, dietro rassicurazione che in caso di annullamento mi sarebbero ovviamente stati restituiti. A marzo dello stesso anno c’è stato il primo lockdown con blocco dei voli e l’inizio della lunga pandemia da Covid che ben conosciamo. Il governo ha scelto la strada dei voucher a discrezionalità non del cliente ma dell’imprenditore: chi non ha optato per una meta alternativa (non ritenendo sicuro viaggiare o non volendo spendere per un’altra destinazione mentre i prezzi salivano) ha ricevuto un no alla richiesta di rimborsi per il 2020, il 2021, e per tre quarti del 2022. La norma, infatti, è stata via via prorogata di sei mesi in sei mesi, per l’ultima volta nello scorso Milleproroghe che ha portato da 24 a 30 mesi la durata dei voucher. Un allungamento ingiustificato, visto che nel frattempo il turismo si è ripreso, per cui la maggior parte dei voucher (relativi all’estate 2020) scadrà a partire dal 31 dicembre 2022. Morale: per tre anni interi abbiamo fatto da «banca» alle agenzie di viaggio senza ricevere interessi né poter riottenere il capitale. Mi auguro che la manovra messa in cantiere dal nuovo governo non consenta ulteriori proroghe, magari grazie all’opera di «manine» difficili da identificare, e ci lasci riavere finalmente i nostri soldi.
Margherita Ranieri

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

Invia il CV

MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

Invia l’offerta

GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

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DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

Invia il racconto

LA FOTO DEL LETTORE

Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere

, 2022-11-28 23:53:00,

Caro Aldo,
il 26 novembre non ho visto in diretta la partita Argentina-Messico. Ho letto però alcuni giudizi sacrosanti circa il commento che Lele Adani pare abbia sfoggiato al gol di Leo Messi. Sono da condividere in pieno le critiche contro Adani, il quale giudica spessissimo ogni azione in campo con supponenza e saccenteria tali che con lui stesso in panchina la sua squadra vincerebbe ogni torneo! È davvero inascoltabile. Ricordo in passato commentatori sportivi o no, emarginati dalla Rai per molto meno.
Giancarlo Bettazzi

Caro Giancarlo,
Chi non si emoziona davanti a Messi che sblocca una partita drammatica con un colpo di biliardo, e si commuove sotto una muraglia di maglie argentine, è come chi non piange alla storia del conte Ugolino («e se non piangi, di che pianger suoli?»). Per questo difendo Lele Adani. Intendiamoci: qualsiasi critica è legittima. I Mondiali di calcio non sono soltanto sport. Non a caso, com’era facilmente prevedibile, sulla Rai stanno facendo numeri clamorosi, secondi solo a quelli del festival di Sanremo. Quando davanti alla tv ci sono sette milioni di spettatori, significa che molti non sono appassionati di calcio ma curiosi, che possono essere disturbati da toni che alle loro orecchie suonano eccessivi. È, ripeto, legittimo. Però Lele Adani non ha offeso nessuno. Ha espresso il proprio contagioso entusiasmo e la propria ammirazione da ex atleta per quello che è oggettivamente il numero uno del calcio moderno. Nessuno ha fatto quello che ha fatto Lionel Messi. Neppure Cristiano Ronaldo, il grande solista che ha rotto con le sue ultime tre squadre. Neppure Maradona, che sovrasta Messi per personalità, capacità di mitopoiesi — creazione di miti —, dimensione letteraria, e se vogliamo pure per imprese: i due primi scudetti della storia del Napoli; il Mondiale del 1986 vinto con un’Argentina che non era certo la squadra più forte, come sul Corriere ha ricordato Kalle Rummenigge nella bella intervista a Paolo Tomaselli. Però sul piano della longevità e della continuità Messi è superiore a chiunque (tranne forse Pelé; ma era un’altra epoca). E volete che uno come Adani non si esalti per il gol di Messi che ha salvato l’Argentina? (Adani l’ho visto una volta sola, ai Mondiali del 2014 in Brasile, quando era ancora quasi sconosciuto come commentatore. Me lo presentò Fabio Caressa, dicendo: «È il più preparato di tutti. Chiedigli del calcio uruguagio». Ecco, gentile signor Bettazzi, se incontra Adani, gli chieda del calcio uruguagio).

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«Covid, viaggio annullato nel 2020: vorrei il rimborso»

Nel gennaio 2020 ho versato a un noto tour operator duemila euro come caparra per un viaggio estivo in Asia con la mia famiglia, dietro rassicurazione che in caso di annullamento mi sarebbero ovviamente stati restituiti. A marzo dello stesso anno c’è stato il primo lockdown con blocco dei voli e l’inizio della lunga pandemia da Covid che ben conosciamo. Il governo ha scelto la strada dei voucher a discrezionalità non del cliente ma dell’imprenditore: chi non ha optato per una meta alternativa (non ritenendo sicuro viaggiare o non volendo spendere per un’altra destinazione mentre i prezzi salivano) ha ricevuto un no alla richiesta di rimborsi per il 2020, il 2021, e per tre quarti del 2022. La norma, infatti, è stata via via prorogata di sei mesi in sei mesi, per l’ultima volta nello scorso Milleproroghe che ha portato da 24 a 30 mesi la durata dei voucher. Un allungamento ingiustificato, visto che nel frattempo il turismo si è ripreso, per cui la maggior parte dei voucher (relativi all’estate 2020) scadrà a partire dal 31 dicembre 2022. Morale: per tre anni interi abbiamo fatto da «banca» alle agenzie di viaggio senza ricevere interessi né poter riottenere il capitale. Mi auguro che la manovra messa in cantiere dal nuovo governo non consenta ulteriori proroghe, magari grazie all’opera di «manine» difficili da identificare, e ci lasci riavere finalmente i nostri soldi.
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Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

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, Aldo Cazzullo

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