Perché Djokovic, lucido e freddo ha conquistato anche gli italiani

SABATO 3 DICEMBRE 2022

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,
come in altri tornei di tennis anche a Paris-Bercy ho notato che, a differenza di Federer e Nadal che lo avevano sempre a favore, Djokovic ha sempre avuto il pubblico contro, indipendentemente dell’avversario. Anche lui è un fuoriclasse, visto gli slam ed altre competizioni vinte, eppure non è così amato come gli altri due giganti. Ne vede una ragione?
Caro Girola

Caro Carlo,
Ho tenuto da parte la sua lettera, in attesa di verificarne l’assunto a Torino, dove si sono disputate le finali Atp tra gli otto migliori tennisti del mondo. Il torneo è stato un successo, il PalaAlpitour quasi sempre pieno; e ha tifato Djokovic, che in Italia è sempre stato popolare, fin dai duetti con Fiorello (e nonostante la questione del vaccino, di cui abbiamo già discusso). Inoltre Novak parla perfettamente italiano, imparato quando da ragazzo si allenava con Riccardo Piatti, e praticato con il manager che ha molti meriti per la sua straordinaria tenuta, Edoardo Artaldi. Oltre al serbo-croato Djokovic parla pure inglese, tedesco, francese; ora ha imparato lo spagnolo, e sta imparando l’arabo. La mia fedeltà assoluta a Rafael Nadal non mi impedisce di riconoscere che Novak Djokovic è uomo di straordinaria intelligenza, oltre che uno sportivo di sovrumane capacità. Per capire come sarebbe finita la finale di Torino, bastava guardare in faccia i due sfidanti. Caspar Ruud è un bravo ragazzo nordico, ha un bel sorriso, è un ottimo giocatore, era alla terza finale importante dell’anno, dopo il Roland Garros e gli Us Open. Ma di fronte aveva una tigre balcanica assetata di sangue, uno dei più grandi combattenti nella storia dello sport, un lucido e ferocissimo giocatore di scacchi: nessuno, neppure Rafa, gioca i punti importanti con la freddezza e l’intelligenza di Nole. Fanno fede i precedenti con Federer. Lo svizzero ha vinto più set, il serbo ha vinto più partite: 27 a 23, con quattro finali Slam contro cinque. «Quando scendo in campo contro un ventenne mi viene voglia di spezzarlo in due» ha detto a Stefano Semeraro della Stampa. «Se penso ai dollari quando gioco? Mai. Penso agli euro e ai dinari serbi» ha sorriso alla nostra Gaia Piccardi. Come lo batti, uno così?

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

Storia

«Mutui prima casa: è possibile chiedere di sospendere le rate»

Con riferimento alla lettera in tema rialzo dei tassi di interesse sui mutui e sulla possibilità di sospendere le rate di rimborso, si segnala che è operativo il Fondo di solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa. Tale Fondo, fortemente auspicato dall’Abi e dalle Associazioni dei Consumatori, consente di richiedere alla banca, che ha erogato il mutuo, la sospensione del pagamento della rata, per complessivi 18 mesi, allungando il piano di ammortamento per un periodo pari alla durata della sospensione. In particolare, si può accedere a tale Fondo in caso di eventi che impediscono il regolare rimborso del prestito, quali, ad esempio, la perdita del posto di lavoro a tempo determinato o indeterminato o in caso di sospensione del lavoro per almeno 30 giorni o in caso di riduzione dell’orario di lavoro per almeno 30 giorni. Attualmente, a seguito della crisi indotta dalla pandemia, possono accedere al Fondo anche i lavoratori autonomi, i liberi professionisti, gli imprenditori individuali che dichiarino di aver registrato di un calo del proprio fatturato. Inoltre, sempre a seguito della crisi pandemica, non è richiesta la presentazione dell’indicatore della situazione economica equivalente e l’importo dei mutui da sospendere è stato aumentato a 400.000 euro. Inoltre, l’Abi ha più volte richiesto alle Istituzioni di rivedere le rigide regole europee in materia di definizione di default che scoraggiano la concessione della moratoria nel pagamento del debito o la rinegoziazione dei termini di rimborso dello stesso, essenziali per assicurare la sostenibilità del debito dei mutuatari e consentire loro di superare l’attuale fase di crisi. È quindi urgente la modifica delle suddette regole ovvero, quanto meno, una loro temporanea sospensione, come avvenuto nel corso della pandemia.
Gianfranco Torriero, Vice Direttore Generale Vicario Abi

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

Invia il CV

MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

Invia l’offerta

GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

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VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

Invia la lettera

DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

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Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere

, 2022-12-02 23:30:00,

SABATO 3 DICEMBRE 2022

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,
come in altri tornei di tennis anche a Paris-Bercy ho notato che, a differenza di Federer e Nadal che lo avevano sempre a favore, Djokovic ha sempre avuto il pubblico contro, indipendentemente dell’avversario. Anche lui è un fuoriclasse, visto gli slam ed altre competizioni vinte, eppure non è così amato come gli altri due giganti. Ne vede una ragione?
Caro Girola

Caro Carlo,
Ho tenuto da parte la sua lettera, in attesa di verificarne l’assunto a Torino, dove si sono disputate le finali Atp tra gli otto migliori tennisti del mondo. Il torneo è stato un successo, il PalaAlpitour quasi sempre pieno; e ha tifato Djokovic, che in Italia è sempre stato popolare, fin dai duetti con Fiorello (e nonostante la questione del vaccino, di cui abbiamo già discusso). Inoltre Novak parla perfettamente italiano, imparato quando da ragazzo si allenava con Riccardo Piatti, e praticato con il manager che ha molti meriti per la sua straordinaria tenuta, Edoardo Artaldi. Oltre al serbo-croato Djokovic parla pure inglese, tedesco, francese; ora ha imparato lo spagnolo, e sta imparando l’arabo. La mia fedeltà assoluta a Rafael Nadal non mi impedisce di riconoscere che Novak Djokovic è uomo di straordinaria intelligenza, oltre che uno sportivo di sovrumane capacità. Per capire come sarebbe finita la finale di Torino, bastava guardare in faccia i due sfidanti. Caspar Ruud è un bravo ragazzo nordico, ha un bel sorriso, è un ottimo giocatore, era alla terza finale importante dell’anno, dopo il Roland Garros e gli Us Open. Ma di fronte aveva una tigre balcanica assetata di sangue, uno dei più grandi combattenti nella storia dello sport, un lucido e ferocissimo giocatore di scacchi: nessuno, neppure Rafa, gioca i punti importanti con la freddezza e l’intelligenza di Nole. Fanno fede i precedenti con Federer. Lo svizzero ha vinto più set, il serbo ha vinto più partite: 27 a 23, con quattro finali Slam contro cinque. «Quando scendo in campo contro un ventenne mi viene voglia di spezzarlo in due» ha detto a Stefano Semeraro della Stampa. «Se penso ai dollari quando gioco? Mai. Penso agli euro e ai dinari serbi» ha sorriso alla nostra Gaia Piccardi. Come lo batti, uno così?

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Gianfranco Torriero, Vice Direttore Generale Vicario Abi

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MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

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Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

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Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

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, Aldo Cazzullo

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