Lottare in modo sbagliato per una causa giusta

DOMENICA 8 GENNAIO 2023

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,
apprendo che stata dipinta la facciata di Palazzo Madama, che dire? Il palazzo delle istituzioni senza controllo una cosa inaudita. Ma che cosa c’entrano gli atti vandalici con la questione del clima?
Pasquale Del Genio

Questi ambientalisti di ultima generazione agiscono contro la legge. Che cosa possono pretendere se si comportano cos?
Marco Ferrari

Vero che quello contro Palazzo Madama un vero e proprio atto vandalico, ma diciamocelo: noi adulti siamo sordi agli appelli degli scienziati, dell’Onu e del Papa. Questi giovani vogliono farsi ascoltare.
Luca Meregalli

Cari lettori,
E’ sempre grave e sbagliato danneggiare un bene pubblico. A maggior ragione se un’opera d’arte, o una sede istituzionale. Il Tg1 ha scelto di non mostrare le immagini dei militanti di Ultima Generazione che imbrattano Palazzo Madama, per evitare l’effetto emulativo: una scelta giornalistica libera, quindi legittima (colgo l’occasione per specificare che lo speciale su Ratzinger andato in onda su Rai Uno di cui ho parlato era appunto uno speciale del Tg). Ci premesso, colpisce che tra i pi indignati ci siano ex aspiranti rivoluzionari, che in giovent inneggiavano a Pol Pot o uscivano a braccio teso dalla cripta di Predappio. Non soltanto i vandali, anche gli attivisti di Friday for Future sono stati irrisi, sbeffeggiati, chiamati gretini. Invece i nostri giovani sono preoccupati; e hanno ragione. Per una minoranza rumorosa che si ostina a negare quel che sotto gli occhi di tutti, c’ una maggioranza di scienziati che per non riesce a farsi sentire. Qualche sapiente scrive al Corriere per ricordarci che Groenlandia vuol dire terra verde, Vinland terra del vino. Certo, lo scioglimento dei ghiacciai gi accaduto in altre epoche, seguite da nuove glaciazioni; ma avveniva in migliaia, a volte milioni di anni. Qui il cambio si percepisce nel corso di una vita, la nostra. Si fa il bagno a Natale nel Mediterraneo, sulle Alpi la neve marcia come a Pasqua, in certe regioni africane non piove da anni, il livello dei mari cresce. Sarebbe ipocrita tacere che i negazionisti sono soprattutto a destra. Non si capisce per per quale motivo il cambio climatico dovrebbe essere di sinistra. A farne una questione ideologica, l’amore per la natura e gli animali non un’attitudine di sinistra, semmai un sentimento conservatore, in senso tecnico: conservare l’ambiente. Prima dell’avvento della famiglia Le Pen, la destra francese votava movimenti intitolati alla Natura e alla Tradizione; mentre sui manifesti elettorali Mitterrand sorrideva davanti al fumo delle ciminiere, simbolo di lavoro e quindi di progresso. Ovviamente salvare il pianeta non questione di destra e sinistra. Mai come oggi guerre, nazionalismi estremi, sovranismi appaiono binari morti della storia, che conducono all’autodistruzione. Problemi globali si affrontano in un’ottica globale; cio tutti insieme. Imbrattare il Senato — lo ripeto per la terza volta — il modo sbagliato, sbagliatissimo, per attirare l’attenzione su una causa giusta, giustissima.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

Storia

L’ultimo viaggio di Ana, sopravvissuta ad Auschwitz

Abitava a Milano l’ungherese Halpert Ana, in via Castel Morrone, sullo stesso pianerottolo della mantovana Mirta, una mia cugina. Incuriosito da un nome cos particolare e, sapendo che era una sua amica, volli conoscerla. Era ebrea Halpert Ana e viveva sola. Si manteneva facendo la modista. Aveva perso otto familiari. Li vide entrare nei forni crematori ad uno ad uno nel campo di concentramento di Auschwitz. Solo lei si salv non solo perch era di sana e robusta costituzione, ma anche perch fu adibita a cameriera nelle cucine del campo. Aveva il numero tatuato sul braccio, un braccio esile. Era bella Ana. Longilinea, occhi neri e profondi nei quali si leggeva ancora il terrore di quel tragico e infame periodo. Di poche parole, ma cortese ed ospitale. Parlava in fretta, dando l’impressione di doversi recare a un appuntamento o alla stazione per non perdere il treno. Mi raccont che solo sua nonna Rosina si salv perch cattolica. Durante la guerra Rosina tenne nascosta una famiglia chiudendo la porta di una stanza con un armadio. Alle figlie diceva che portava da mangiare alle galline. Mentre la salutavo con un nodo in gola, accanto alla porta d’ingresso vidi una valigia e le chiesi se stesse per partire. Non dimenticher lo sguardo triste e il lungo silenzio. Mia cugina Mirta non resse: Ana tiene pronta la valigia per partire… s…per partire… A quel punto non trattenni l’emozione. Seppi, dopo molti anni, che Ana fu ospite nel ricovero degli ebrei che allora, come mi riferirono, si trovava in via Vincenzo Monti, sempre a Milano. Dopo alcuni anni part per una vita migliore: senza valigia questa volta.
Francesco Gentile, Mantova

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Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

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